Il miglior attacco è la difesa. Tipico detto calciofilo italiano, fatto di un calcio catenacciaro o comunque difensivista che ha portato il Bel Paese a vincere 4 Mondiali e 1 Europeo. I tempi cambiano e con essi anche l’idea di intendere e interpretare il pallone. A prescindere dalla categoria. Soprattutto nell’era del tiqui-taca guardiolano o della tanto agognata (e a tratti inutile) costruzione dal basso. L’Italia del calcio si è evoluta ma i risultati non sono all’altezza delle big europee. Potremmo parlare di questioni economiche, di settori giovanili, di campioni che latitano. No, la verità è che siamo andati indietro perché abbiamo cercato, negli anni, di snatutarci e di farlo forzatamente. Tiqui-taca, possesso palla forzato, ripartenze affidate ai portieri. Non tutti sono Ederson o Alisson, non sempre hai Iniesta, Modric o De Bruyne a fare la differenza. Per quel tipo di calcio servono giocatori adatti, che in Italia oggi non ci sono. Ancor più grave se scendiamo di categoria. Dalla B alla D, passando per la Primavera. Errori grossolani, gol presi evitabilissimi, gioco affidato a giocatori con altro tipo di qualità e caratteristiche. Di Guardiola ce n’è uno.
Curiosa l’analisi dei numeri delle prime in classifica, girone per girone, e quello che emerge è l’importanza della fase difensiva, ma ci sono delle eccezioni, vedi Castellanzese, Casarano ecc. Il Gozzano è in testa grazie ai gol della coppia Allegretti-Sylla, ma soprattutto grazie ad una solidità che permette alla formazione di Soda di incassare pochissimi gol. 18 le reti subite dai rossoblù, 15 in meno rispetto alla Castellanzese, che invece vanta un attacco atomico, fatto di 50 gol e tanti talenti messi in vetrina. Al terzo posto il Bra, a lungo in vetta, grazie ai 20 gol incassati, molti dei quali nelle ultime settimane. Nel girone B, invece, il Seregno non vanta nè la miglior difesa (quella della Casatese, seconda in classifica) e nemmeno il miglior attacco (dominio del Crema di Dossena), ma la formazione oggi allenata da Carlos França, subentrato a Franzini, è la più completa del proprio girone. Numeri straordinari anche per il Trento di Parlato, che vola nel girone C grazie ai gol di Aliù ma soprattutto vanta la terza miglior difesa tra le 20 del proprio girone, che ha visto la formazione gialloblù perdere una sola volta in campionato. Difesa d’acciaio anche per l’Aglianese, capolista nel girone D, mentre nel gruppo E spicca il Trastevere di Pirozzi, che vanta sia il miglior attacco che la miglior difesa. Primo posto meritato. Stesso discorso anche per il Campobasso, primo della classe nel girone F. Due squadre che dimostrano che si può segnare tanto ma allo stesso tempo subire poco. Seconda miglior difesa del girone G per la capolista Monterosi, con il Latina che addirittura vanta la miglior difesa di tutta la D con soli 11 reti incassate. Il girone H mette a confronto due filosofie completamente diverse: da una parte il Taranto, primo con la miglior difesa del torneo davanti al Casarano (che ha una partita in meno), che però è per distacco (e per rosa) il miglior attacco del girone. Stesso discorso che vale per le due squadre di Messina, che si contendono lo scettro di regina del girone I. L’Acr guida il girone grazie ai 36 gol segnati, l’Fc (una partita in meno), insegue con la miglior retroguardia del girone.
Insomma, ognuno con il suo credo e ognuno per la sua strada. Apprezziamo le novità, ma non è un’offesa ricordarci di essere “italiani”.