Le partite tante volte non finiscono al novantesimo e quante volte nei minuti di recupero un’occasione diventa decisiva. Un episodio può cambiare le sorti di una gara, di un programma e anche di un campionato. Un’occasione cambia la vita!
Oggi è il giorno di Rosario Di Girolamo, ormai ex difensore del Real Agro Aversa e Giugliano. Di Girolamo questa mattina è stato raggiunto dalla redazione Tuttoseried.com per parlare della sua nuova e inattesa avventura con l’Afragolese. Un’operazione celere la cui decisione è dipesa da una proposta progettuale a lungo termine:
“Prendere una scelta e motivarla resta talvolta il compito più arduo per un calciatore soprattutto quando si presenta un’opportunità al quale è difficile rinunciare. Non mi sarei mai mosso da Aversa soprattutto dopo aver trovato una certa tranquillità” – afferma il difensore – “ho trascorso mesi difficili a Giugliano, per motivi ormai noti, e trovare una Società nell’immediato che mi restituisse quanto qualcuno mi aveva strappato umiliandomi, non è facile, è stato un gesto di gratitudine che difficilmente dimenticherò”.
Allora perché hai deciso di andare via da Aversa? “Non era assolutamente in programma, è passato un treno e non ho fatto altro che salirci. Sono occasioni che nella vita possono capitarti una sola volta e non ho esitato. Ci tengo a precisare che la decisione ha a che vedere con motivi extra calcistici. Non mi sarei mai mosso solo per cambiare squadra. Ringrazio il presidente Pellegrino, il Direttore Filosa e mister De Stefano per l’affetto e la stima che mi hanno dimostrato”.
Resta un malcontento generale tra i tifosi normanni per un post di riconoscenza che hai indirizzato all’FC Giugliano al termine della gara Francavilla-Real Agro Aversa. Giochi per il Real Agro Aversa ma poi scrivi ai tifosi giuglianesi? “Non alimentiamo polemiche, preciso che i tifosi giuglianesi mi hanno inserito in un gruppo Facebook e ho semplicemente risposto a loro”.
Cinque partite con indosso la maglia del Real Agro Aversa, impeccabili le tue prestazioni, ma qualcuno ha notato tanta testa ma poco cuore, quasi a recriminare che Aversa è stato una scelta di ripiego: “Assolutamente! Io ho giocato sette stagioni ad Aversa e quando sono stato contattato dal Direttore Filosa ho subito chiesto l’incontro con il Presidente Pellegrino. E’ stata una scelta reciproca la nostra, nessun ripiego. Avevo un compito ben preciso, quello di dare una mano alla squadra per cercare di fare più punti possibili. Sin da subito mi sono integrato, ritornavo a casa, a giocare con la stessa maglia che per 7 lunghi anni ho sudato, non so se rendo l’idea. Ripeto non mi sarei mai spostato solo per cambiare squadra”.
Riavvolgiamo un po’ il nastro, ritorniamo al Giugliano, ma cosa è successo realmente che ha spinto i Sestile a vendere la Società e perché tutti quei cambi di allenatori? “La situazione non era per la quale già in ritiro precampionato. Mister Guglielmo Tudisco ereditava una panchina importante per i risultati raggiunti da Massimo Agovino, ma come tutte le favole, molte cose finiscono. La diversità tra i due modus operandi (Agovino-Tudisco) spinsero la famiglia Sestile ad un ripensamento al termine del ritiro, cosicché Guglielmo Tudisco non poteva fare altro che dimettersi. La piazza naturalmente spingeva per un ritorno di Agovino e invece inaspettatamente fu chiamato mister Roberto Carannante. Da quel giorno non abbiamo capito più nulla, ho trascorso i giorni più confusionari della mia carriera calcistica. I risultati sul campo non arrivavano, la dirigenza era sul piede di guerra, non c’era tranquillità né economica né gestionale, a questo si aggiunse lo stop per le positività al Covid-19, una serie di fattori che sfociarono nel secondo cambio panchina subito dopo aver messo ai margini tanti calciatori, tra questi figuravo anche io. Naturalmente il giocattolo si stava rompendo e a nulla è valso il ritorno di Agovino con il nostro reintegro in rosa (nrd. Carbonaro, Liccardo e Caso Naturale), solo a prendere coscienza che il Giugliano di Salvatore Sestile ormai era solo un lontano ricordo”.
Oggi inizi una nuova avventura, hai cambiato tre squadre e cinque allenatori, il tutto favorito da questa ampia finestra di mercato, quali le tue considerazioni? “Nonostante io ne abbia tratto giovamento non condivido assolutamente questa decisione, un range di tempo così ampio ha creato altre difficoltà. Un calciatore è sempre sotto esame in questo modo, se non rendi ti dicono di trovarti squadra. Non sei vincolato e di conseguenza tutelato. Non ho mai visto nella mia carriera calcistica una migrazione di calciatori così. Personalmente è la prima volta che cambio tre Società e vi assicuro non è bello!”
Hai avuto la possibilità di giocare nel Girone G e in quello H, quali le differenze? “Sono completamente diversi, tutti pensano che il Girone G sia più semplice e invece non è così, le squadre sono ben strutturate, c’è un livello fisico maggiore e una visione di calcio più tecnica. Il Girone H è molto difficile dal punto di vista agonistico, le squadre sono molto attrezzate, delle vere e proprie corazzate”.
Il tuo futuro si chiama Afragolese, come ti presenti ai tifosi? “Anche ad Afragola è un ritorno, ho fatto con l’Afragolese tutto il settore giovanile. Forse è stato un segno del destino, iniziare e chissà magari chiudere la mia carriera qui. Ringrazio il Presidente Niutta per avermi voluto a casa sua sperando di poterlo ripagare con le prestazioni, lo stesso messaggio lo lancio anche ai tifosi.
Si ringrazia Rosario Di Girolamo per la cortese disponibilità e collaborazione.