Continuano ad arrivare le dichiarazioni da parte dei tesserati delle varie società di Serie D che, dopo aver scoperto la composizione dei gironi che andranno a caratterizzare il prossimo campionato, stanno esprimendo il loro pensiero su quello che sarà il loro percorso. Abbiamo parlato, nel pomeriggio, del malumore del presidente del Lanusei, non contento per le tante trasferte dispendiose, in termini di tempo e di denaro, che la propria squadra dovrà affrontare a causa dell’inserimento di numerose campane nel girone G, da tempo catalogato come sardo-laziale. Pensieri, a cui si accoda anche Salvatore Sechi, presidente della Torres, che pone l’attenzione anche sulla condizione sanitaria legata al Covid e ai relativi protocolli, non facili da rispettare dovendo affrontare lunghi viaggi.
“Le Società sarde devono attraversare tre regioni per fare una trasferta” – ha affermato in esclusiva il patron dei sardi – “Siamo delusi e preoccupati. Abbiamo atteso la pubblicazione dei gironi, fiduciosi che le nostre istanze, presentate in modo congiunto, relative ad uno spostamento nel girone nord, fossero prese in considerazione dai vertici della Lega Nazionale Dilettanti. Non solo non siamo stati ascoltati ma le sei squadre sarde sono state inserite un un girone particolarmente penalizzante, sotto il profilo logistico, economico e, prima ancora, sotto il profilo sanitario. Siamo costretti ad attraversare tre regioni, unici in Italia, in un periodo in cui la pandemia Covid-19 è ancora presente, per arrivare in zone come la Campania, in cui non ci sono, come è noto, collegamenti frequenti con la Sardegna. A maggior ragione in questo momento ci saremmo aspettati un trattamento diverso, più coerente con una situazione di emergenza che, è bene ribadirlo, non è ancora finita. Siamo costretti, invece, ad avere a che fare con protocolli sanitari diversi a seconda delle Regioni, con le incertezze sui trasporti da e per l’isola e con la possibilità sempre più concreta di dover partire sabato e tornare lunedì. Tre giorni di viaggio, con le conseguenze che si possono immaginare in termini di spostamenti tra alberghi, ristoranti, porti e aeroporti in cui transitare per una singola gara. Certamente non è il modo migliore per ridurre al minimo i rischi che si corrono per svolgere un campionato di calcio.“