Che la regola degli under fosse abbastanza discutibile lo abbiamo sostenuto da sempre. Un modo forzato e fondamentalmente inutile per permettere ai giovani di crescere e giocare. Inutile perché si costringono le società, anche quelle più ambiziose, a schierare almeno quattro juniores a partite. Inutile, soprattutto, perché i talenti veri emergono a prescindere dall’obbligo, al contrario di quei ragazzi che diventati senior chiudono di fatti la propria carriera. Da tempo si chiede una modifica o addirittura la cancellazione della regola. Modifica solo parziale dalla prossima stagione. Gli under obbligatori continueranno ad essere quattro, con la differenza che non saranno un 2000, due 2001 e un 2002, ma uno del 1999, 2000, 2001 e 2002. Ed è un assoluto passo indietro, anziché in avanti. Considerare under un ragazzo di 21 anni, che ne avrà 22 al termine del prossimo campionato, è imbarazzante tanto per la Lega quanto per i giocatori stessi. Decisione presa dalle società dopo un sondaggio proposto dalla LND.
In serie A, o comunque nei massimi campionati europei, guai a considerare i ragazzi del 1999 dei giovani. Pensate a Donnarumma, per esempio. Probabilmente il classe ’99 per eccellenza del nostro calcio, che a 21 anni ha già totalizzato 169 presenze in serie A con la maglia del Milan, tenendo la porta inviolata per 59 volte, e 16 in Nazionale. Il primo portiere post Buffon ad assumere i gradi della titolarità della maglia più prestigiosa. E come lui tanti altri talenti che hanno infiammato o stanno infiammando le sessioni di mercato. Zaniolo, De Ligt, Havertz, solo per citarne alcuni. Ancora più paradossale l’esempio se consideriamo anche i millennial: da Tonali a Kulusevski, da Esposito a Kumbulla, passando per Sancho, Oudson-Odoi, Szoboszlai e soprattutto Haaland.
L’appello agli organi competenti resta sempre lo stesso. Abolite questa regola. Fate divertire i giovani, valorizzate quelli che lo meritano sul serio e non costringete le società a rivoluzionare ambizioni e progetti. Il calcio sia libertà, anche al cospetto di regole.