Dopo la decisione della LND di cristallizzare le classifiche, promuovere le prime nove dei gironi e retrocedere le ultime quattro molti club invischiati nella lotta salvezza promettono battaglia. In merito a ciò è stato intervistato il calciatore del Città di Anagni Liberato Russo.
Retrocessioni decise dall’alto: cosa ne pensa Russo?
“Per le retrocessioni di ufficio non sono d’accordo anche perché rimanevano otto giornate dove ogni squadra poteva dire ancora la sua: fin quando la matematica non ti condanna, non sei retrocesso. Noi ad Anagni abbiamo subito un torto impressionante: potevamo migliorare il nostro ruolino positivo visto l’ottima forma. Eravamo un gruppo convinto di evitare anche i play out perché remavano tutti verso la stessa direzione, viaggiavamo ad una media playoff. A dicembre è stata costruita una squadra data per spacciata sulla carta ma il campo invece ci dava ragione: non eravamo inferiori alle nostre dirette concorrenti. Far retrocedere quattro squadre è veramente assurdo. Leggiamo di riforme nuove e quant’altro ma se non sanno come terminare la stagione come fanno a parlare del resto? Hanno velocizzato i tempi penalizzando squadre e società che avevano alla loro portata i propri obiettivi.”
Con la cristallizzazione della stagione è tempo anche di pensare al futuro: nuovo campionato, ma in che modo? Senza fondi per le società e i calciatori è difficile programmare…
“La nuova stagione sarà dura da programmare se il virus non cesserà di circolare. A tutti manca la quotidianità precedente: per noi calciatori significava allenarsi, vivere lo spogliatoio, le trasferte, la partita domenicale. Noi calciatori dilettanti siamo i più penalizzati in questo momento: siamo professionisti a tutti gli effetti ma i nostri sforzi non sono stati ripagati dalla Lega perché è ovvio che ogni società abbia le proprie ripercussioni a livello economico. Però a noi chi ci tutela? Ci sono colleghi che non percepiscono stipendio da molto prima del Covid-19. Noi viviamo di calcio, ci alleniamo lo stesso numero di ore di giorni dei professionisti. Di conseguenza sottraiamo tempo ai nostri cari, agli affetti, al tempo libero.”
La vera domanda è: se la Serie D non è riuscita a ripartire oggi, potrà farlo un domani?
“Il protocollo al momento non è applicabile. Però se ricomincia la C perché non dovremmo ripartire anche noi? Bisognerà trovare un compromesso che vada bene sia per la LND che per il Comitato tecnico scientifico. Altrimenti il calcio dilettantistico a settembre scomparirà.”