Che la proposta della Lega Nazionale Dilettanti di far retrocedere le ultime quattro classificate di ogni girone avrebbe fatto discutere, era fin troppo scontato. Ma che, attorno ad una decisione più o meno condivisibile, si creasse tanta mobilitazione, era cosa difficile da immaginare. Vi abbiamo parlato, già nella giornata di ieri, del gruppo “Serie D, Salviamoci”, costituito da 31 delle 36 società coinvolte dal provvedimento della Lega, che dovrebbero disputare, nella prossima stagione, il campionato di Eccellenza a causa di un’idea, a loro detta, “illegittima, irricevibile ed umiliante”. La proposta avanzata dai club, è quella di bloccare totalmente le retrocessioni e giocare in soprannumero la stagione 2020/2021, prevedendo un ritorno al format tradizionale nei prossimi anni.
A “Serie D, Salviamoci”, però, fa eco un altro gruppo, nato nelle ultime ore, costituito dai capitani di gran parte delle società già menzionate. Nato su iniziativa del Capitano del Città di Anagni Calcio, Francesco Cardinali, il primo comunicato ufficiale può contare già di altri 27 firmatari, che pongono l’attenzione anche sulle ripercussioni economiche, oltre che sportive, del provvedimento. Viene sottolineato, infatti, il rischio che ad essere compromesse potrebbero essere le carriere degli stessi ragazzi, oltre al fatto che molte delle società retrocesse sarebbero, secondo il gruppo, in regola con i conti, al contrario di quelle che dovrebbero mantenere la categoria. In attesa di capire come si evolverà la vicenda fino al 3 giugno, data in cui dovrebbe avvenire la ratifica della proposta della Lega da parte del Consiglio Federale, vi alleghiamo, in anteprima e in esclusiva, il comunicato integrale del “Gruppo dei Capitani”.
“Il gruppo dei capitani delle squadre retrocesse a tavolino in Serie D chiede risposte immediate alla FIGC e LND
Riteniamo che non si possa retrocedere per colpa di una pandemia, con tante gare ancora da dover giocare. Crediamo che non sia giusto promuovere le migliori seconde dell’Eccellenza e far retrocedere le ultime quattro della Serie D e non ne facciamo una distinzione economica, al contrario. Sappiamo degli innumerevoli sforzi che anche i presidenti di società appartenenti alla seconda categoria dilettantistica compiono ogni anno, con la speranza di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi e regalare palcoscenici ancora più importanti alle proprie tifoserie e alle proprie città. La verità, però, è che, in condizioni normali, anche facendo i Playoff non si viene automaticamente promossi, e ad avere diritto al passaggio in Serie D sono solamente le prime di ogni girone. Riteniamo ingiusto, inoltre, che siano le società che sono in netto ritardo con i pagamenti a mantenere la categoria, mentre quelle che hanno, con puntualità, mantenuto gli accordi verranno inesorabilmente penalizzate. La decisione presa dalla Lega Nazionale Dilettanti, in aggiunta ad una situazione già precaria per l’emergenza sanitaria in corso, mette in seria difficoltà molti ragazzi, atleti ma ancor prima padri di famiglia, che devono avere il modo e i mezzi per poter sostenere dignitosamente loro stessi e i propri cari. Ci domandiamo, infine, perchè noi calciatori dovremmo avere, all’interno del nostro curriculum, una retrocessione non arrivata sul campo e perché dovremmo rischiare, in questo modo, di condizionare la nostra carriera. Chiediamo, quindi, che venga rivista la decisione di far retrocedere a tavolino le ultime quattro in classifica, e che venga valutato l’impegno delle società a mantenere gli accordi economici rispetto a chi, evidentemente, non lo ha fatto.“