Fresco di separazione dal Forlì, Massimo Paci è stato contattato dalla nostra redazione, a cui ha parlato della sua ultima esperienza e dell’immediato futuro.
“A metà anno mi è stato proposto il rinnovo, ma prima di parlare di futuro volevo aspettare di raggiungere la salvezza. Poi una volta che ci siamo incontrati abbiamo deciso di non proseguire il rapporto perché le idee sul futuro divergevano. Rammarico? Sì, dispiace sempre interrompere un rapporto, l’allenatore spera sempre di fare un lavoro a lungo termine, però ad un certo punto vanno fatte delle scelte e noi siamo arrivati a questa, per il bene di tutti. Ringrazio comunque il Forlì e il presidente Cappelli per l’opportunità che mi hanno dato, però si va avanti.”
“La stagione ritengo che sia stata estremamente positiva, abbiamo avuto la miglior difesa nonostante giocassimo con tre under dietro, oltre al fatto di aver giocato per un’intera stagione senza Minnella. Questo era per il Forlì l’anno della rifondazione, perché l’anno scorso la squadra si salvò all’ultima giornata, quindi quando parti con una gruppo totalmente nuovo non è semplice, ci vuole del tempo. Il percorso è stato importante, a dicembre eravamo ai play-off, poi per colpa di qualche infortunio abbiamo perso posizioni, ma con undici giornate da giocare potevamo ancora dire la nostra, perché avevamo battuto il Fiorenzuola secondo in classifica e ci attendevano partite con squadre di bassa classifica.”
“Futuro? In questo momento sono un allenatore libero e desidero allenare. La mia filosofia è semplice: si basa sulla cultura del lavoro e sul sacrificio, valori che si traducono la domenica sul campo. Sono un tecnico che cura molto l’aspetto mentale, non soltanto quello tattico; se la mia idea dovesse sposarsi con una società che la pensa come me, il processo partirebbe subito in maniera più semplice. Voglio far vedere le mie capacità nel costruire una squadra e per far ciò occorre avere un’identità ben precisa.”