Giunge dalla Danimarca, precisamente dall’università di Aarhus, una ricerca sul rischio contagio da Covid-19 per i calciatori, basando lo studio sui dati della Super League danese.
«Le cifre mostrano che il contatto durante la pratica di uno sport di contatto come il calcio è relativamente basso se si considera l’attività lasciando da parte i contrasti, le sostituzioni e gli spostamenti condivisi. Abbiamo scoperto che l’esposizione per dilettanti e giovani giocatori era circa la metà, o comunque meno della metà, rispetto ai giocatori professionisti. Non sono così veloci e così vicini ai loro avversari come i giocatori di Serie A», spiega Thomas Bull Andersen, professore associato all’Università di Aarhus, nel suo racconto al Telegraph.
La ricerca effettuata ad Aarhus ha analizzato la posizione dei giocatori in campo per l’arco dei 90 minuti e il numero dei contatti con gli altri giocatori: sono gli attaccanti la quelli più a rischio a differenza dei portieri che sono i meno esposti.
“L’analisi mostra che i giocatori dilettanti e dei settori giovanili si trovano a una distanza di 1,5 metri l’uno dall’altro per un totale di soli 60 secondi all’ora di calcio, in media. Nel 60% dei casi in cui i giocatori entrano in stretto contatto, questo contatto dura meno di un secondo”, si legge su Calcio e Finanza. I risultati possono dare un impulso maggiore per quelli che vorrebbero la ripresa del calcio dilettantistico e giovanile.