In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’esperto allenatore della Vastese, Massimo Silva.
Il 68enne ex tecnico di Benevento, Ascoli e Grosseto tra le tante altre, al timone della compagine biancorossa nelle ultime cinque gare stagionali disputate, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Mister, innanzitutto le chiedo come stia vivendo questo momento così drammatico e particolare che sta attraversando tutto il Paese. Ognuno di noi ha stravolto la propria quotidianità, le proprie abitudini, in una nazione messa letteralmente in ginocchio da un virus che ha già mietuto oltre 31mila vittime lungo lo stivale e centinaia di migliaia nel mondo. Quali pensieri l’accompagnano in un momento storico così particolare e triste per l’Italia intera?
Quando la pandemia ha avuto inizio ho vissuto sin da subito una grande preoccupazione. Tra l’altro sono lombardo, ho una sorella a Milano e sappiamo bene tutti quanti cosa abbia dovuto affrontare e stia ancora affrontando la Lombardia. Fortunatamente io e i miei affetti non siamo stati colpiti dal virus e in questo momento il pensiero è rivolto principalmente alle persone che stanno risentendo della complicata situazione economica, lavorativa e produttiva nazionale. Siamo in una fase di grossa difficoltà soprattutto in questi ambiti. Dal punto di vista sanitario sembrerebbe che il peggio sia passato, grazie anche ai passi da gigante compiuti dal sistema sanitario italiano. Sono fiducioso per il futuro e aspettiamo presto delle risposte riguardo ad una cura, che ci consenta di mettere definitivamente alle spalle questa brutta pagina della nostra vita. Sono un po’ spaventato all’idea di un nuovo incremento dei contagi ora che le misure restrittive sono state considerevolmente allentate, nel contempo auspico che la coscienza e il senso di responsabilità degli italiani porti a non ricadere nel dramma vissuto fino a qualche settimana addietro.
Appare purtroppo scontato che, a seguito della pandemia in atto che ha flagellato il Paese e l’intera economia nazionale, anche il Calcio, specie quello dilettantistico, andrà incontro ad una grave crisi economica. Nelle ultime settimane si è riscontrato una paura diffusa nel 90% degli addetti ai lavori appartenenti al vasto mondo dei Dilettanti, la paura di non percepire lo stipendio chissà fino a quando. A questo, si aggiunga l’ulteriore timore rispetto alla possibilità che molte Società scompaiano del tutto a causa dell’abbandono di molti Presidenti, che dovranno salvaguardare prima di tutto i propri interessi lavorativi e le rispettive aziende. E’ una preoccupazione legittima a suo avviso? Esiste questo rischio concreto oppure no?
Da sportivo mi auguro che non ci siano grossi stravolgimenti in questo senso. Spero che non spariscano molti Club per via della crisi che travolgerà il sistema, ma purtroppo temo che il rischio sia molto alto. Tanti imprenditori e sponsor più o meno importanti saranno costretti a ridurre o interrompere del tutto gli investimenti solitamente compiuti nel Calcio e, in ogni caso, è plausibile che si vada incontro a dei cambiamenti sostanziali. In queste ultime settimane si è ipotizzata l’attuazione di determinate riforme per ridimensionare campionati e categorie. In tal caso c’è il rischio che tanti calciatori restino senza squadra, ma è comunque auspicabile un cambiamento che consenta a tutto il sistema di essere più sostenibile a livello legislativo, contrattuale ed economico. Un piccolo passo in avanti è stato fatto di recente con le leggere modifiche apportate ai contratti dei tesserati dilettanti, ma finora è stato fatto davvero troppo poco. In Serie D si vive e si lavora come dei veri e propri Professionisti e mi ferisce sapere che ci siano Società che non paghino gli stipendi addirittura da molti mesi prima che scoppiasse la pandemia. Alla Vastese possiamo ritenerci fortunati, perché la proprietà ha rispettato tutti i propri impegni e ha erogato anche un primo contributo sulle mensilità relative ai mesi in cui non si è giocato. Lo dico perché ritengo sia doveroso gratificare pubblicamente un Club che si distingue in positivo in un contesto generale a dir poco precario. Credo che il Presidente Sibilia, prossimamente, avrà molto più da fare rispetto al consueto. Mi auguro che riesca in ogni suo intento e soprattutto che ce la faccia ad ottenere quei contributi vitali che possano aiutare le Società e consentano alla LND di uscire indenne o quasi da questo momento di grande difficoltà. In una fase del genere credo che l’intervento del Governo sia indispensabile, anche perché la Lega può fare ben poco autonomamente, potrà magari incentivare le Società annullando o riducendo la quota d’iscrizione al prossimo campionato, ma per quello di cui si ha bisogno oggi serve un cospicuo sostegno da parte dello Stato. Come minimo spero vengano aiutati quei tesserati che non percepiscono lo stipendio già da molto tempo. Il bonus di 600,00 Euro a cui possono attingere anche i Dilettanti è un qualcosa di positivo, ma è chiaro come servano manovre ben diverse per venire incontro alle esigenze di migliaia di persone che hanno bisogno di un aiuto concreto per sopravvivere.
Riguardo alla stagione calcistica, continuano a susseguirsi pareri molto discordanti tra loro. Alcuni addetti ai lavori sono fermamente convinti che quest’annata sia definitivamente conclusa, altri sperano si possa in qualche modo portare a termine ed altri ancora, che pensano che completarla regolarmente sul campo sia l’unica strada percorribile. Qual’è il suo pensiero a riguardo? Lei crede che sia ancora plausibile attendere di ritornare in campo? O pensa che non ci siano più i presupposti tecnici, logistici, fisici ed atletici per una ripresa?
Una ripresa a breve-medio termine, al momento, sembra improponibile. Sono troppe le dinamiche che ostacolano una ripartenza, a cominciare dall’impossibilità di attenersi a determinati protocolli sanitari, almeno tra i Dilettanti. Una ripresa in piena estate non mi troverebbe contrario, anche perché ciò significherebbe la sussistenza delle condizioni opportune per tornare a giocare e saremmo tutti contenti, però completare questa stagione nei mesi di luglio o agosto porterebbe allo slittamento della prossima stagione e francamente questo non è auspicabile. Anzi, confesso di avere il timore che ci saranno grandi problemi ad iniziare anche l’annata successiva. Naturalmente mi auguro di essere smentito dalla realtà e che tra agosto e settembre non ci siano problemi a ripartire, soprattutto perché ciò ridarebbe gioia e vigore ai tifosi e a tutto il movimento. Riguardo agli scenari conclusivi della stagione in corso non me la sento di sbilanciarmi, in un senso o nell’altro. Resto convinto che sia solo il campo il giudice insindacabile di ogni verdetto però, dinanzi ad una situazione così anomala, non credo ci sia alternativa al fatto che sia la Lega a stabilire in che modo si andrà a chiudere la stagione. Onestamente non me la sento di giudicare e voglio solo attenermi alle decisioni che verranno intraprese dal Consiglio della LND. E’ chiaro che se la riforma prospettata negli ultimi tempi dovesse concretizzarsi, mi auguro che tenga conto delle esigenze e dei meriti di ogni squadra, arrivando a “scontentare” il minor numero di compagini possibile. Ripeto, credo che un cambiamento radicale a beneficio di tutto il sistema sia fortemente auspicabile, attuando delle riforme che vadano a vantaggio dei Club, dei calciatori, dei tecnici e di tutti gli addetti ai lavori, professionisti e dilettanti.
Non posso chiudere senza prima chiederle un giudizio sulla stagione della sua Vastese, almeno per quanto concerne il periodo relativo alla sua gestione. Con i suoi ragazzi vi siete resi protagonisti di un ultimo mese di grande livello, centrando quattro successi in cinque gare, concretizzando il terzo miglior ruolino di tutto il Girone F e portandovi ad un solo punto di distanza dalla piena zona Play-Off. Dal giorno del suo arrivo è stato evidente il radicale cambiamento palesato dalla squadra, dal punto di vista dello spirito, del morale e del gioco, oltre che dei risultati. Nel complesso, in attesa di conoscere l’epilogo di questa stagione, come valuta il periodo che ha caratterizzato la sua gestione sulla panchina della Vastese?
A giudicare dal fatto che in cinque partite siamo riusciti a conquistare quattro vittorie e a perdere una sola gara in cui abbiamo sbagliato dagli otto ai dieci gol, posso solo essere molto contento e soddisfatto. Sono felice prima di tutto per la Società, che ha fatto e fa tuttora sacrifici importanti. E poi lo sono per i ragazzi, che si sono messi sin da subito a mia completa disposizione e hanno meritato quei successi sul campo. Quando vengono i risultati è fisiologico che nell’ambiente ci sia entusiasmo. Vedere contenti i dirigenti, i tifosi e gli addetti ai lavori legati alla Vastese, mi ha fatto enorme piacere. Siamo riusciti a ricompattarci trovando immediatamente un certo equilibrio, nonostante molto spesso ci siamo schierati in campo con un undici votato all’attacco. Abbiamo lavorato intensamente con l’obiettivo di fare il massimo possibile nella seconda parte di stagione e purtroppo la nostra corsa è stata interrotta sul più bello, a causa di un evento di portata mondiale che ha fatto passare tutto giustamente in secondo piano, Calcio compreso.
Proprio lo stop inatteso a cui è andato incontro il campionato, ha fortemente penalizzato la vostra corsa verso un piazzamento ancor più importante di quello attuale, con diversi scontri diretti ancora da disputare in chiave Play-Off. Il pensiero di non poter più scendere in campo per provare quantomeno a consolidarvi tra le prime cinque posizioni del raggruppamento, quanto rammarico comporta all’interno del gruppo?
Il rammarico è senz’altro molto grande. Nelle scorse settimane i ragazzi si sono allenati intensamente nelle rispettive abitazioni, proprio perché c’era una voglia matta di riprendere e di continuare il nostro percorso. La volontà di tutti era questa, almeno fino a quando si pensava che si potesse completare la stagione sul campo. In questo momento, realismo e senso di responsabilità ci impongono di guardare in faccia la realtà e sappiamo che manchi solo l’ufficialità per dichiarare conclusa quest’annata molto particolare. Peccato, perché in rosa ci sono giocatori di grande spessore e giovani veramente interessanti. Giocando regolarmente il finale sono certo che avrebbero compiuto tutti un salto notevole e sarebbe stata una vetrina importante giocarsi eventualmente gli spareggi-promozione. Nel gruppo erano tutti gasati e con l’entusiasmo alle stelle, ma ora è inutile recriminare. Mi spiace anche per l’ambiente e per chi lavori dietro le quinte. La prima gara tra quelle non disputate ci avrebbe messo di fronte al Pineto, con la possibilità di sorpassarlo in un derby tutto abruzzese da giocare all’Aragona. Loro quinti in classifica e noi sesti ad un solo punto di distacco, galvanizzati dalla precedente vittoria in casa dell’allora capolista S.N. Notaresco. Avremmo potuto contare su una cornice si pubblico imponente e quella gara non disputata è rimasta sul groppone un po’ a tutti. Siamo stati privati anche della possibilità di affrontare altre gare importanti e scontri diretti come quelli contro Matelica, Recanatese e Tolentino. Sarebbe stato un finale senza dubbio esaltante, ma resta la soddisfazione per aver regalato delle belle gioie ai nostri tifosi, chiudendo il torneo in crescendo e in maniera estremamente positiva.
Volgendo uno sguardo al futuro, quali sono le speranze, le aspettative e le ambizioni che la caratterizzano professionalmente?
Sicuramente ho tantissima passione, ancora grande voglia di allenare e la fortuna di lavorare molto sul campo. Con la dirigenza della Vastese c’è un rapporto splendido e sarebbe l’ambiente ideale per sviluppare un certo tipo di lavoro. Non nascondo che mi farebbe piacere continuare il mio percorso con questo Club, soprattutto perchè questa sosta anomala e forzata ha lasciato in tutti noi quel senso di incompiuto che personalmente mi piacerebbe trasformare in qualcosa di più concreto e importante. Sinora mi ha gratificato molto lavorare in questa realtà e sarebbe bello ritrovare i miei calciatori per riprendere il nostro lavoro da dove interrotto. In ogni caso, ci sarà modo e tempo per incontrarsi con la Società, valutare tante cose e decidere il da farsi nel pieno rispetto reciproco, così come accaduto sino ad ora.
Mister, c’è qualcosa che sente di dire ai suoi ragazzi, al Club, ai tifosi e a tutto l’ambiente biancorosso? C’è un messaggio, un auspicio o un augurio che intende indirizzare loro?
Voglio esortare tutti indistintamente a non mollare, nonostante il periodo storico di grande difficoltà che sta attraversando la nazione a tutti i livelli. Insieme stavamo facendo davvero un grande percorso ma ci vuole pazienza, pensando a salvaguardare la salute nostra e dei propri cari. Sicuramente, una volta archiviata questa spiacevole parentesi ci sarà ancor più voglia di ripartire, magari tutti insieme, sicuramente più forti e uniti di prima.
Si ringraziano Mister Massimo Silva e l’A.S.D. Vastese Calcio 1902, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.