In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’allenatore dell’Audace Cerignola, Vincenzo Feola.
Il 52enne tecnico campano, al timone della compagine gialloblù dallo scorso 5 novembre, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Mister, innanzitutto le chiedo come stia vivendo questo momento così drammatico e particolare che sta attraversando tutto il Paese. Ognuno di noi ha stravolto la propria quotidianità, le proprie abitudini, in una nazione messa letteralmente in ginocchio da un virus che ha già mietuto oltre 30mila vittime lungo lo stivale e centinaia di migliaia nel mondo. Quali pensieri l’accompagnano in un momento storico così particolare e triste per l’Italia intera?
Stiamo vivendo indubbiamente una situazione inedita, imprevedibile e dalle conseguenze drammatiche. Qualche mese fa non avremmo mai creduto che potesse materializzarsi una pandemia in grado di stravolgere la vita di ognuno di noi. La cosa peggiore è che non sappiamo cosa ci attenda domani e siamo costretti a vivere nell’incertezza più totale. In questa fase così delicata la priorità è la salvaguardia della propria salute, tutto il resto è doverosamente passato in secondo piano. Nell’ultimo mese e mezzo sono stato per lo più tra le mura domestiche, con la famiglia, rispettando le regole che ci sono state imposte dal Governo. Ho la fortuna di vivere in una casa abbastanza grande, con spazi esterni che mi hanno permesso di trascorrere la quarantena con meno angoscia e un minimo di libertà in più. Per il resto, ho passato il tempo leggendo, guardando dei film, documentandomi quotidianamente su quanto accadeva nel mondo e tenendomi in contatto continuo con i miei collaboratori, con la Società e con i ragazzi, impegnati a seguire un programma di allenamento nelle rispettive abitazioni.
Appare purtroppo scontato che, a seguito della pandemia in atto che ha flagellato il Paese e l’intera economia nazionale, anche il Calcio, specie quello dilettantistico, andrà incontro ad una grave crisi economica. Nelle ultime settimane si è riscontrato una paura diffusa nel 90% degli addetti ai lavori appartenenti al vasto mondo dei Dilettanti, la paura di non percepire lo stipendio chissà fino a quando. A questo, si aggiunga l’ulteriore timore rispetto alla possibilità che molte Società scompaiano del tutto a causa dell’abbandono di molti Presidenti, che dovranno salvaguardare prima di tutto i propri interessi lavorativi e le rispettive aziende. E’ una preoccupazione legittima a suo avviso? Esiste questo rischio concreto oppure no?
Questa è una preoccupazione che affligge la maggior parte degli addetti ai lavori legati al mondo dei Dilettanti. Veniamo definiti tali, ma in Serie D non c’è nulla di dilettantistico. Abbiamo la stessa identica organizzazione e programmazione dei professionisti, con la sola differenza che in C ci sono determinati contributi da pagare e molte più tutele di cui godere. E’ un problema serissimo che appartiene a questa categoria da troppi anni e che è destinato ad aggravarsi nei prossimi mesi a causa della crisi che incomberà su tutto il sistema. Mi spiace dirlo, ma sono convinto che spariranno del tutto numerose realtà di Serie D ma anche di Lega Pro. D’altronde, con l’economia nazionale quasi del tutto ferma, non si può pretendere che quei Presidenti che sono anche a capo di un’azienda possano investire le stesse cifre di qualche mese addietro. Saranno pochissime le Società e gli sponsor che potranno permettersi di introitare nel Calcio lo stesso tipo di risorse di un tempo. L’incertezza che regna oggi nel nostro ambiente non aiuta, perché non sapere se si riprenderà o meno, se lo si farà a porte chiuse oppure no, non essere certi della categoria in cui si verrà collocati, non fa altro che complicare i piani di chi abbia intenzione di fare Calcio nel prossimo futuro. Il discorso è molto ampio, ma alla base di tutto sono certo che ci sarà un netto ridimensionamento in ogni categoria. L’intervento del Governo sarà determinante per garantire un futuro sostenibile ai Dilettanti. La Lega potrà fare ben poco in autonomia, magari incentivando i Club con la sospensione della quota di iscrizione o con qualche altra manovra di questo genere, ma dovrà essere il Governo a salvaguardare l’attività di Lega Pro e Dilettanti. Mettiamoci in testa che il Calcio non sia solo quello in cui brillano i vari Cristiano Ronaldo, Dybala, Ibrahimovic, Insigne e campioni di questo calibro. Il Calcio è soprattutto quello in cui si guadagna mediamente un mensile di poco superiore a quello di un comune operaio. Ci sono decine di migliaia di famiglie che si mantengono grazie ad uno stipendio normalissimo, derivante dall’attività calcistica del capofamiglia. Il Governo ha il sacrosanto dovere di salvaguardare queste persone che oggi non sanno come fare per andare avanti. L’Audace Cerignola è una mosca bianca nella categoria, una rarità sotto tutti i punti di vista. Noi che abbiamo il piacere di lavorare in questo Club sappiamo di essere dei privilegiati, visto che non ci è stato fatto mancare mai nulla e siamo consapevoli che in Serie D la maggior parte dei Club sia ferma con il pagamento degli stipendi già da diversi mesi prima che scoppiasse la pandemia. Sono molto amareggiato per questo e credo sia arrivato il momento di attuare delle riforme che diano un senso ai sacrifici compiuti dai Club virtuosi come l’Audace Cerignola e che garantiscano le adeguate tutele a tutti i tesserati dilettanti sparsi per l’Italia. Purtroppo però, come abbiamo potuto notare in questi giorni, ogni Presidente di Lega pensa più che altro a tirare acqua al proprio mulino e tenendo questo atteggiamento, tutt’altro che propenso al dialogo e all’unità d’intenti, sarà difficile trovare presto un punto d’incontro. Detto ciò, credo sia impossibile cambiare tutto dall’oggi al domani. Non ci sono i presupposti per stravolgere la composizione di campionati e categorie e, inoltre, non si può pensare di modificare da una settimana all’altra lo status di decine di Club da professionista a dilettante. Pertanto penso sia improponibile che vengano attuate certe riforme a breve termine. Sarei più propenso a chiudere definitivamente questa stagione e programmare da subito la prossima, stabilendo sin da ora eventuali stravolgimenti che trovino attuazione a partire dalla stagione 2021/22.
Riguardo alla stagione calcistica, continuano a susseguirsi pareri molto discordanti tra loro. Alcuni addetti ai lavori sono fermamente convinti che quest’annata sia definitivamente conclusa, altri sperano si possa in qualche modo portare a termine ed altri ancora, che pensano che completarla regolarmente sul campo sia l’unica strada percorribile. Qual’è il suo pensiero a riguardo? Lei crede che sia ancora plausibile attendere di ritornare in campo? O pensa che non ci siano più i presupposti tecnici, logistici, fisici ed atletici per una ripresa?
Per una serie di motivi, penso che sia pressoché impossibile portare a termine questo campionato. Innanzitutto non ci sono i presupposti di carattere sanitario per ipotizzare un nostro ritorno in campo a breve, né si può pensare che le Società di Serie D riescano ad investire le risorse necessarie per garantire ai propri tesserati una ripresa in totale sicurezza. Parliamo di tamponi, controlli, sanificazioni e quant’altro, accortezze imprescindibili che tra i Dilettanti potrebbero garantirsi solo una manciata di Club. Per questo e molto altro, credo sia necessario pensare all’avvenire, chiudendo una volta per tutte quest’annata e proiettandoci alla prossima. Guai a fare in modo di condizionare anche la stagione successiva, una circostanza inevitabile qualora si decidesse di concludere quella in corso nei mesi di luglio o agosto. Spero che la Lega smetta di attendere ancora per decidere le sorti di questo torneo, cominciando ad impegnarsi in concreto per il futuro.
Qualcuno ha detto che la stagione potrebbe risultare “falsata”, sia in caso di chiusura anticipata andando incontro a dei verdetti a tavolino che inevitabilmente non accontentino tutti, sia in caso di ritorno in campo dopo una inattività così lunga, con il rischio di vedere affrontarsi calciatori senza il giusto spirito, senza la dovuta serenità mentale e con una freschezza atletica non adeguata per competere a certi livelli. Lei spera in ogni caso di tornare in campo con l’Audace per completare regolarmente il campionato oppure ha in testa un altro tipo di scenario conclusivo che auspica venga concretizzato dalla Lega?
Sono anch’io convinto che un eventuale ritorno in campo ci farebbe andare incontro ad un finale “falsato” in tutti i sensi. I calciatori, per il momento, sono reduci da oltre due mesi di stop e, per quanto si possano essere allenati in casa, non sono pronti ad affrontare nelle migliori condizioni il rush finale, giocando otto gare a temperature elevate, per di più scendendo in campo ogni tre giorni. I rischi sarebbero enormi, di carattere sanitario e fisico, visto che gli atleti sarebbero facilmente soggetti ad infortuni anche gravi. Inoltre, si dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di giocare in notturna, ma la quasi totalità degli stadi di Serie D non dispone di un impianto di illuminazione adeguato. Queste sono solo alcune delle problematiche che impediscono anche solo di pensare ad un ritorno in campo a breve-medio termine. Come ho detto poc’anzi, mi auguro che la Lega metta la parola “fine” su questa stagione e cristallizzi le attuali classifiche. Riguardo ai verdetti da stabilire, mi rendo conto che avrà un compito arduo da svolgere chi sarà chiamato a gestire quest’onere. A mio avviso, sarebbe inevitabile promuovere in C le nove capolista di Serie D, facendo retrocedere in Eccellenza le ultime quattro nelle classifiche dei vari Gironi. Al tempo stesso, auspico vivamente che vengano prese in considerazione in ottica ripescaggio le migliori seconde, ma anche le terze o le quarte di Serie D, quelle Società sane, solide, ambiziose e che avrebbero tutti i requisiti per fare la C. In tal caso non ho dubbi che l’Audace possa rientrare tranquillamente nel lotto di quelle formazioni candidate alla Lega Pro. Un campionato, questo, dove spero vengano fatte le cose per bene e nel rispetto di tutti, promuovendo in B la migliore delle tre seconde, facendo retrocedere le ultime tre in classifica di ogni Girone e garantendo un ripescaggio dalla D per ogni squadra che, tra le aventi diritto, non dovesse farcela ad iscriversi al prossimo campionato. Sono convinto che questo sia lo scenario più adeguato, limpido, trasparente e lineare possibile.
Non posso chiudere senza prima chiederle un giudizio sulla stagione del suo Cerignola. In un Girone da molti definito in partenza una vera e propria “C2”, dal momento del suo insediamento sono stati ben 12 i successi in 16 gare ufficiali, con solo due battute d’arresto sui campi di Foggia e Gelbison. Un percorso eccellente, decisamente in linea con le ambizioni societarie e con il valore dell’organico. Un ruolino, quello concretizzato sotto la sua gestione, che vi ha portato a risalire gradualmente la classifica fino all’attuale quarto posto a sei punti dalla vetta. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, come giudica la stagione della sua squadra?
La nostra stagione non può che essere definita straordinaria. Prendendo in considerazione solo le gare disputate dal mio arrivo sino al momento dello stop, saremmo primi in classifica e i meriti di questo ruolino eccellente sono tutti da dividere tra i miei ragazzi e questa splendida Società. E’ doveroso, da parte mia, rivolgere un sentito ringraziamento alla famiglia Grieco, in primis a Nicola Grieco, persone perbene, dai valori e i principi che appartengono ad un’altra epoca. Oggi Cerignola ha acquisito la dimensione della grande piazza, ambita e prestigiosa, grazie proprio ad una gestione oculata portata avanti nel tempo, di livello altissimo e certamente di altre categorie. Ogni singola componente societaria ci è sempre stata vicino, non ci ha fatto mai mancare nulla e i risultati sono stati la logica conseguenza di un lavoro quotidiano svolto in un ambiente che, definire “ideale”, sarebbe persino riduttivo. Il nostro è stato davvero un percorso splendido ed è un vero peccato che si sia interrotto sul più bello.
Dando uno sguardo al calendario delle prime cinque in classifica, appare chiaro come l’Audace sia stata in assoluto la compagine maggiormente penalizzata da questo lungo stop forzato. C’erano tutti i presupposti per riuscire a compiere del tutto la rimonta iniziata proprio a novembre, arrivando sino al tanto sospirato primo posto. Il pensiero di non poter più scendere in campo per provare a centrare un piazzamento ben più importante di quello attuale, quanto rammarico comporta all’interno del gruppo?
Comporta rammarico, delusione ed enorme rabbia. Dopo la sconfitta sul campo della Gelbison avevamo accumulato una voglia di riscatto impressionante e nella settimana successiva ci stavamo allenando con grandissima intensità, proprio perché avevamo intenzione di riscattarci subito. Avevamo fatto un patto nello spogliatoio, promettendoci l’uno con l’altro di fare l’impossibile per vincere le ultime otto gare, coscienti del nostro reale valore e sicuri che fino all’ultima giornata ci saremmo giocato le nostre chances di vittoria del campionato. Poi è arrivata questa imprevedibile sosta forzata e tutto è venuto meno, non macchiando però, quanto di buono è stato fatto sino al momento dello stop.
Volgendo uno sguardo al futuro, quali sono le speranze, le aspettative e le ambizioni che la caratterizzano professionalmente?
Io sono sempre stato un uomo ambizioso e mi piacerebbe tanto continuare a fare il lavoro che amo. Oggi è prematuro parlare di futuro, visto che non sappiamo se si ritornerà all’attività agonistica, in quale categoria lo si farà, come si svilupperanno le varie Serie, come si comporranno i campionati e le diverse squadre: perciò è davvero difficile, adesso, fare programmi a medio-lungo termine. Detto questo, non posso comunque nascondere che sarei fiero ed onorato di continuare il percorso iniziato lo scorso novembre con l’Audace Cerignola. Naturalmente ci sarà modo e tempo per parlare con la Società e per capire se la proprietà sia eventualmente contenta di proseguire con Mister Feola in panchina. Da parte mia la voglia di continuare c’è senz’altro, anche perché sono consapevole di ritrovarmi in una piazza molto importante e poi perché interrompere in questo modo, stoppati sul più bello dal diffondersi di una pandemia, lascerebbe inevitabilmente un po’ di amaro in bocca.
Mister, c’è qualcosa che sente di dire ai suoi ragazzi, al Club, ai tifosi e a tutto l’ambiente gialloblù? C’è un messaggio, un auspicio o un augurio che intende indirizzare loro?
Nella speranza che presto ci si possa mettere alle spalle questa parentesi drammatica, auguro ai miei ragazzi, a tutta la Società e ai nostri tifosi, di stare sempre bene e salvaguardare la propria incolumità. Mando un forte abbraccio a tutti quanti, con la certezza che sconfiggeremo questo virus e riprenderemo serenamente il cammino intrapreso qualche tempo fa, togliendoci ancora tante soddisfazioni tutti insieme.
Si ringraziano Mister Vincenzo Feola e la S.S.D. Audace Cerignola, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.