In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il difensore dell’Olympia Agnonese, Emanuele Allegra.
Il 25enne atleta campano, cresciuto nel Settore Giovanile del Napoli ed autore di una splendida stagione in maglia granata, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Emanuele, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Stiamo attraversando indubbiamente un momento molto complicato. Anch’io, così come la maggioranza degli italiani, sono a casa e mi alleno durante il giorno, sfruttando lo spazio che ho a disposizione. Cerco di fare quel che posso, attenendomi al programma che ogni giorno ci invia il nostro preparatore atletico. In generale, è una situazione assai difficile ed è stato brutto lasciare il gruppo proprio nel momento migliore. In ogni caso, è giusto che il Calcio sia passato in secondo piano rispetto alla salute di ognuno, e adesso bisogna solo sperare che passi tutto il prima possibile. Nella zona in cui vivo, qui a Secondigliano, vedo le persone fare grande fatica per sopravvivere, in una fase in cui è tutto fermo e paralizzato a causa del virus. Andare avanti si fa sempre più complicato e spero che si possa rapidamente tornare alla normalità, in modo che tutti riescano a lavorare e guadagnare il necessario per mandare avanti la propria famiglia.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale, dovuta dalla totale mancanza di tutele e garanzie contrattuali. Qual’è il tuo pensiero a riguardo? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
È una preoccupazione assolutamente comprensibile e che riguarda un po’ tutti gli atleti dilettanti. Io so benissimo cosa significhi non percepire lo stipendio per molti mesi. Purtroppo, fino all’anno scorso, ho vissuto in prima persona delle situazioni complicatissime da questo punto di vista e capisco bene gli amici e i colleghi che oggi non sanno come fare per andare avanti. Ringrazio Dio per il fatto di trovarmi in una Società molto seria, con un Presidente dai grandi valori e principi, che ci è sempre stato vicino e che sono certo riuscirà a venirci incontro anche in futuro. Pero, non posso non mettermi nei panni dei tanti amici che non percepiscono lo stipendio da settembre o da ottobre scorso. E’ triste pensare a quelle Società che non pagavano i propri tesserati già da molto prima che venisse fuori questo virus. Parliamo di una situazione critica che va avanti da troppi anni, e la Lega ha il dovere di intervenire una volta per tutte a tutela delle migliaia di addetti ai lavori che appartengono a questa categoria. Io ho fatto per quattro stagioni il professionista e posso dire chiaramente come non ci sia la minima differenza tra Serie C e D, se non dal punto di vista contrattuale. Noi siamo dei dilettanti solo sulla carta, perché gli impegni settimanali e l’intensità con cui svolgiamo il nostro mestiere, sono allo stesso livello rispetto ai Pro. E’ assurdo che le Società si aspettino da noi un rendimento da professionisti, quando poi, fuori dal campo, ci costringono ad accettare ogni loro condizione, venendo considerati dei dilettanti sotto ogni aspetto. La Serie A è un mondo a parte, forse anche la Serie B, ma in D si lotta davvero per la sopravvivenza. Se anche solo per un mese non prendiamo lo stipendio, non si sa davvero come fare. Io penso che da tutta questa situazione bisognerà uscire con una riforma concreta, magari con l’istituzione di un fondo dedicato a quei tesserati che non vengono retribuiti e che non possono permettersi di stare almeno 7/8 mesi senza percepire alcunché.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
Il rischio che diverse Società spariscano è concreto. La crisi che ci aspetta, travolgerà senz’altro anche il mondo del Calcio e tutti quei Presidenti che faranno fatica con le proprie aziende e dovranno ridurre, o interrompere del tutto, i soliti investimenti compiuti nel nostro Sport. Penso che sia giusto che la Lega e il Governo vadano incontro alle Società, però bisogna fare molta attenzione: l’obiettivo principale dev’essere quello di eliminare del tutto i Club inadempienti e che non hanno i requisiti per fare Calcio. I Presidenti che non pagano i propri tesserati sono il male del nostro ambiente e non bisogna commettere l’errore di finanziarli, dopo che hanno lasciato dietro di se’ dei buchi da centinaia di migliaia di Euro. Consentire, ad esempio, di far iscrivere gratuitamente le Società nel prossimo campionato, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. In quel caso, si darebbe il via libera a tante realtà senza un adeguato potenziale economico e che, quasi certamente, non pagherebbero gli stipendi fino in fondo. Quindi bisogna che la Lega trovi una soluzione utile e comoda per tutti, ma che, al tempo stesso, garantisca a noi calciatori di stare leggermente più sereni dal punto di vista contrattuale. Un sostegno concreto da parte del Governo è auspicabile, anche se potrebbero dare una mano ai Dilettanti anche le Società di Serie A, con un contributo piccolo per loro, ma che sarebbe di straordinaria importanza per noi dilettanti.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare di concludere la stagione, scendendo in campo entro il 30 giugno o magari anche in estate inoltrata?
Con grande onestà, devo dire che ho creduto ad una ripartenza fino a una decina di giorni fa, poi ho definitivamente rinunciato all’idea di tornare in campo perchè mi sono reso conto di come non ci siano le condizioni per ipotizzare una ripresa. Se a questo proposito continuano ad avere forti dubbi in Serie A, figuriamoci quante possibilità potremmo avere in Serie D di riprendere ad allenarci e a giocare. Ormai ci siamo arresi un po’ tutti all’idea che la stagione sia del tutto conclusa. A spingere per il completamento del campionato sono rimaste solo quelle squadre ancora in lotta per obiettivi importanti, tipo le seconde che si trovano ad un passo dalla vetta, o le squadre coinvolte direttamente in zona retrocessione. Dispiace tantissimo per chi venisse penalizzato da una chiusura anticipata, ma è necessario rendersi conto che non ci sono le condizioni sanitarie e soprattutto economiche, per garantire i prossimi stipendi a tutti i tesserati e per assicurare loro i controlli e le varie precauzioni, utili a ripartire in totale sicurezza. Fosse per me, scenderei in campo anche a ferragosto pur di terminare la stagione, ma finché non ci verrà somministrato un vaccino non sarà mai garantita la nostra incolumità ed è quindi una follia rischiare la nostra salute per giocare qualche altra gara. Perciò, allo stato attuale, non vedo come si possa anche solo ipotizzare un nostro ritorno in campo prima della prossima stagione.
Si parla comunemente di “stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa due mesi siano tutti completamente fermi. Quali sono le tue considerazioni a tal proposito?
Non credo che si possa parlare di “stagione falsata” in nessun caso. Intanto c’è una ragione validissima se ci si è fermati due mesi fa, e poi, in caso di ripartenza, saremmo tutti nelle stesse condizioni psico-fisiche, ricominciando più o meno alla pari. Certamente il ritmo-gara sarebbe totalmente diverso, proprio perché inevitabile dopo una sosta così lunga, ma nulla sarebbe “falsato”, perché in fondo ogni squadra sarebbe autrice del proprio destino. Come ho appena detto, sono altre le motivazioni che ci portano a ritenere conclusa la stagione. Però, se alla fine la Lega ci dicesse che il campionato dovrà concludersi regolarmente sul campo, sarebbe molto difficile opporsi. Noi viviamo di questo, è il nostro lavoro, però non credo ci sia anche solo un calciatore disposto a ripartire senza le dovute garanzie sanitarie ed economiche. Francamente, non vorrei rischiare la mia salute e spero invece che si cominci a pensare sin da ora al prossimo campionato, che ritengo sarà fortemente condizionato dalla pandemia. Noi ci ostiniamo a pensare al finale di questa stagione, ma non ci rendiamo conto che anche a settembre bisognerà trovare un modo per farci giocare in sicurezza, con le Società che dovranno essere messe nelle condizioni di far fare i tamponi e gli opportuni controlli a tutto l’organico, altrimenti si riproporrà lo stesso problema di adesso. Credo che sia necessario chiudere i conti con la stagione in corso e pensare a come comportarci in futuro, almeno finché non ci verrà somministrato un vaccino.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Emanuele Allegra, cosa suggerisce di fare per chiudere la stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Non è semplice sbilanciarsi a questo proposito. Partiamo dal presupposto che qualunque scelta si dovesse fare, ci saranno tante Società scontente. Detto questo, penso che non sia opportuno tardare ancora e mi auguro che chi di dovere prenda presto una decisione, assumendosene ogni responsabilità. Se toccasse a me decidere, manderei in Serie C le attuali capolista dei nove Gironi, perché, se sono in vetta, lo hanno certamente meritato. In zona retrocessione è ancora più complicato stabilire il da farsi, però, credo che bisognerà garantire in ogni caso determinate agevolazioni a quelle seconde o terze in classifica che abbiano la voglia e la forza economica per essere ripescate in C. Lo stesso dicasi per le formazioni in fondo alla classifica e che potrebbero ottenere un ripescaggio nel caso in cui ci fossero tutte le condizioni. La Lega avrà certamente un compito difficile da svolgere, ma credo sia arrivato il momento di prendere le redini della situazione, perché restare così in sospeso non ha nessuna utilità.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua Stagione. Quest’anno sei stato tra i protagonisti assoluti della compagine granata, giocando 24 gare e mettendo a segno ben 6 reti, mettendo in evidenza caratteristiche Tecnico-tattiche difficilmente riscontrabili in questa categoria. Che tipo di annata è stata quest’ultima, a livello personale? Volendo produrre un bilancio rispetto alla stagione ancora in corso, fino ovviamente al momento dello stop, come valuteresti il tuo rendimento complessivo?
Posso dire con orgoglio di aver disputato una grande stagione. Sono molto felice, soprattutto pensando al passato difficile e sfortunato che ho vissuto per colpa di determinati infortuni, ma anche un po’ mia. Ho fatto alcune scelte sbagliate, feci fatica l’anno di Pomigliano, anche l’anno scorso, con l’Igea Virtus, mi sono ritrovato in una grande piazza dove però non c’erano le condizioni per fare Calcio. Quest’anno invece, ho ricevuto con piacere in estate la chiamata di Erminio Rullo, mio ex compagno di squadra a Martina Franca. Devo dire che la sua presenza ha giocato un ruolo fondamentale nella mia scelta, e riguardandomi indietro, posso dire di aver preso la decisione migliore da quando gioco a Calcio. Lui mi ha dato sin da subito una fiducia incredibile e lo voglio ringraziare pubblicamente, perché mi ha fatto rinascere sotto tutti i punti di vista. Durante la stagione ho giocato quasi sempre da centrale e ho sentito addosso la fiducia e la stima sua e di tutto l’ambiente. Spero di aver ripagato in campo tutto questo e se ho reso così bene lo devo anche ai miei compagni. Voglio dire “Grazie” ad ognuno di loro, assieme anche al Presidente e a tutta la Società. Più di tutti, però, devo ringraziare la mia ragazza Sara e tutta la mia famiglia, che mi sono stati sempre vicini, specie nei momenti più difficili. Il loro appoggio incondizionato, unito ad un ambiente ideale per fare Calcio, ha fatto la differenza per la mia ottima stagione.
Con le tue prestazioni sempre di alto livello, unite ad un rendimento da atleta di primissimo piano, hai inevitabilmente attirato le attenzioni di diverse formazioni importanti di Serie D e di alcune realtà di categoria superiore. Riguardo proprio ai tuoi obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate al proseguo della tua carriera?
In questo preciso istante, sto pensando solo al momento in cui passerà la difficile situazione che sta riguardando il mondo intero. Pero, non posso nascondere che mi piacerebbe molto tornare a giocare tra i Professionisti. Naturalmente, aspetterò di valutare con il mio Agente, Franco Micco, le eventuali proposte che verranno fuori da qui in avanti. Già a dicembre si era mosso qualcosa in chiave mercato, ma ho scelto di restare ad Agnone per rispetto del Mister, della Società e per portare avanti, sino in fondo, il positivo percorso iniziato in granata la scorsa estate.
Quello dell’Olympia Agnonese è stato indubbiamente un campionato splendido. Con ancora otto gare da giocare, almeno sulla carta, siete oggi a soli tre punti dalla zona Play-Off e con un margine di ben dodici lunghezze sui Play-Out. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, che stagione è stata sin qui quella della tua squadra? L’eventualità che non possiate più tornare in campo per cercare di centrare un piazzamento ancor più esaltante, quanto rammarico comporterebbe dentro di voi?
La nostra è stata una stagione semplicemente spettacolare. Siamo riusciti a formare dall’inizio una grande famiglia, con alle spalle una Società splendida. Ringrazio ancora una volta il Presidente Marco Colaizzo per averci messo tutti nelle condizioni di rendere al meglio. Il nostro gruppo è composto da ragazzi forti, ma molto umili. La maggior parte di noi era reduce da annate sfortunate e, ad accomunarci, c’era una grandissima voglia di rivalsa. Penso al mio grande amico Giuseppe Nicolao, un grande giocatore e un ragazzo eccezionale che merita tanto, ma potrei nominare tantissimi altri compagni: non lo faccio, semplicemente perché rischierei di dimenticare qualcuno e non voglio fare un “torto” a nessuno di loro. Sicuramente è stato determinante Mister Rullo, che ha dato consigli preziosissimi a tutti e spesso sembrava avere più fame di noi. Ci ha trasmesso questo e tanto altro, a cominciare da una carica agonistica ed emotiva che ha portato a determinati risultati. All’inizio abbiamo faticato un po’ perché eravamo un gruppo quasi tutto nuovo e nonostante abbiamo sempre espresso un buon gioco, mancavano i risultati e i tifosi cominciavano ad allarmarsi temendo di andare incontro ad un’altra annata deludente. Invece, grazie proprio all’unità di gruppo e al fatto di non aver mai mollato, siamo arrivati addirittura a piazzarci per tre turni fra le prime cinque classificate. L’entusiasmo è gradualmente salito alle stelle, la Società rispettava i propri impegni, non facendoci mai mancare nulla. Sono state le piccole cose e i dettagli apparentemente insignificanti a fare la differenza. Ci siamo sentiti a casa, nonostante fossimo quasi tutti lontano dai nostri affetti. La voglia di ripagare tutto questo ci ha portati a dare sempre il massimo sul terreno di gioco. E’ giusto anche esaltare il lavoro del Direttore Sportivo Elio Ciccorelli, andato a pescare diversi giocatori dall’Eccellenza o all’estero, e il campo ha dato ragione al suo operato. Tanti compagni erano al primo anno di Serie D e molti Under hanno fatto talmente bene da finire nel mirino di Club professionistici, come ad esempio Salim Diakite, che si è già accordato con il Teramo. Siamo tutti davvero molto felici, perché abbiamo riscontrato grande affetto fuori dal campo, ritrovandoci in un ambiente ideale per fare Calcio nel migliore dei modi. Peccato esserci interrotti sul più bello. Proprio con Nicolao, dicevamo di essere andati finalmente incontro ad un’annata perfetta, dove mancava solo la classica ciliegina sulla torta che poteva essere rappresentata dalla qualificazione ai Play-Off. Con estrema umiltà, sono convinto che avremmo lottato fino in fondo per questo obiettivo. Durante l’anno non ci ha mai messo sotto nessuno e per tutti noi costituisce un grande rammarico l’esserci fermati nel nostro momento migliore. In ogni caso, l’Olympia Agnonese si è resa protagonista di una stagione stupenda e l’obiettivo iniziale della salvezza è stato centrato già a fine Girone d’Andata. Il Presidente e i tifosi possono indubbiamente andar fieri del percorso che abbiamo fatto nel corso di questa meravigliosa annata.
Emanuele, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, ai tifosi e all’intero ambiente granata?
Voglio augurare a tutti i miei compagni le migliori fortune, sperando che riescano a salire sempre più di categoria, togliendosi tante belle soddisfazioni. Auguro le cose più belle, a loro, al Club, e ai tifosi granata: speriamo di poterci mettere presto alle spalle questa brutta situazione, tornando quanto prima a gioire tutti assieme e vivendo le emozioni che solo il Calcio è in grado di trasmetterci.
Si ringraziano Emanuele Allegra e la Polisportiva Olympia Agnonese 1967, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.