In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’attaccante del Lentigione, Francesco Barranca.
Il 21enne atleta siciliano, autore di una splendida stagione in maglia gialloblù, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Francesco, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Sto attraversando sicuramente il momento più brutto della mia esistenza. E’ impossibile non pensare alle migliaia di persone che hanno perso la vita a causa di questa pandemia. Il mio pensiero è rivolto soprattutto alle zone d’Italia più colpite. Fortunatamente, sembra che il peggio sia passato, anche se non è ancora giunto il momento di abbassare la guardia. Penso che potremo ritenerci fuori da ogni pericolo solo nel momento in cui ci venisse somministrato un vaccino, solo da allora ne usciremo del tutto. Allo stato attuale, non c’è precauzione che tenga e dovremo convivere con la “paura”, per noi stessi e per chi ci sta intorno. Io sto trascorrendo questa quarantena con la mia ragazza, lontano dalla mia famiglia. Mi alleno tutti i giorni, cercando di far passare il tempo nella maniera più utile possibile, rispettando alla lettera le opportune indicazioni che ci ha fornito il Governo.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale, dovuta dalla totale mancanza di tutele e garanzie contrattuali. Qual’è il tuo pensiero a riguardo? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Questa è una preoccupazione assolutamente legittima. Penso soprattutto a chi ha figli e famiglie da mantenere, magari vivendo lontano da casa, con ingenti spese da sostenere. Se le Società non pagano gli stipendi, andare avanti diventa assai difficoltoso. Sotto questo aspetto, io mi considero un privilegiato, perché gioco per un Club inappuntabile, serio, strutturato in maniera eccellente, ma mi metto nei panni di quei ragazzi che non hanno la mia stessa fortuna e capisco che sia veramente complicato gestire il presente. E’ un momento di enorme crisi per tutti. Ci sono Società ferme con il pagamento degli stipendi da diversi mesi, quelle stesse che faranno ancora più fatica in un prossimo futuro. Per la maggior parte dei calciatori e dei Club dilettanti, sarà un problema serio affrontare una ripartenza anche a settembre. Spero che a seguito di questa sosta forzata, cambino tante cose. Mi auguro che la Lega prenda in mano la situazione e faccia qualcosa di concreto per garantire maggiore tutela alle migliaia di tesserati che vivono nella più totale incertezza. Un tempo esisteva la Serie C2 che era considerata una categoria semiprofessionistica, riconosciuta a livello contributivo. Probabilmente si dovrà pensare ad una soluzione del genere per la D. Oggi, un atleta che milita anche per quindici anni in Serie D, ha la necessità di trovare un’occupazione immediata una volta appese le scarpette al chiodo, un punto da cui ripartire, perché gli anni di carriera non sono riconosciuti da nessuno. Noi conduciamo in tutto e per tutto una vita da professionisti ed è inconcepibile che non ci vengano garantite determinate tutele, specie in un momento di tale difficoltà. Il futuro di questa categoria non potrà prescindere da un’autentica rivoluzione proprio da questo punto di vista.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
Il rischio che spariscano del tutto numerose Società, è assolutamente concreto. Anche la Serie C risentirà della crisi a cui andrà incontro tutto il sistema e nelle categorie minori si sta aprendo uno scenario sconfortante. Tanti Presidenti investono nel Calcio per pura passione, alcuni sono a capo di aziende, sono per lo più imprenditori che subiranno le conseguenze della crisi economica che attende ogni comparto e settore della nostra nazione. E’ plausibile che, chi sia solito investire nel Calcio, sarà impegnato prima di tutto a tutelare le rispettive attività, nel rispetto di chi lavora a proprio servizio, riducendo o azzerando i contributi destinati alle realtà sportive di riferimento. In questa fase così delicata, un aiuto concreto da parte del Governo è l’unica soluzione per non uscirne con le ossa rotte. L’economia nazionale è ferma del tutto, dal 4 maggio comincerà ad aprirsi qualche spiraglio di luce, ma dopo uno stop generale di oltre due mesi, non sarà facile per nessuno ripartire, men che meno per il mondo del Calcio dilettantistico.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare di concludere la stagione, scendendo in campo entro il 30 giugno o magari anche in estate inoltrata?
In tutta onestà, penso che sia quasi impossibile ripartire dalla Serie C in giù. Qualche speranza di ripresa è lecito venga coltivata in Serie A, visti anche gli interessi economici che vi ruotano intorno, ma per quanto riguarda tutte le altre categorie, non ci sono i presupposti per ipotizzare un ritorno in campo. Anzi, non capisco come sia possibile che non ci abbiano ancora detto nulla a riguardo. Non abbiamo idea se si arrivi ad una chiusura anticipata o meno. Credo che sia arrivato il momento di farci sapere a quale destino andremo incontro. Siamo quasi a maggio ed è ora di prendere delle decisioni, qualsiasi esse siano. Faccio fatica però a credere che qualcuno si assuma la responsabilità di far riprendere l’attività agonistica. Nessuna squadra di Serie D ha le risorse economiche, logistiche e sanitarie per attenersi a determinate indicazioni e a specifici protocolli. Per non parlare dei rischi che saremmo costretti a correre negli spogliatoi, nei pullman, in ritiro o in campo. Se qualcuno di noi risultasse positivo una volta ripreso il campionato, cosa succederebbe? Basterebbe anche un solo caso per tornare punto e a capo. Per quanto mi dispiaccia enormemente non completare regolarmente la stagione, in questo momento non vedo proprio come si possa anche solo ipotizzare un nostro ritorno in campo a breve-medio termine.
Si parla comunemente di “stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa due mesi siano tutti completamente fermi. Quali sono le tue considerazioni a tal proposito?
Non credo sia corretto parlare di “stagione falsata”, perché siamo tutti coinvolti in una situazione unica, anomala e di respiro mondiale. Quindi, qualsiasi strada venisse intrapresa, bisognerà accettarla, comprendendo le difficoltà che caratterizzano ogni singola decisione. Indubbiamente, ultimare la stagione sul campo, significherebbe riprendere ad un ritmo ben diverso da quello che si aveva prima dello stop. Noi ci alleniamo quotidianamente, seguiamo un programma di allenamento specifico fornitoci dal Club, però siamo consapevoli che sia difficile immaginare di tornare in campo. Ad oggi, resta solo un minimo spiraglio, proprio perché non si è ancora arrivati ad una decisione definitiva. Se ci chiedessero di riprendere, noi ci faremmo comunque trovare pronti, perché viviamo di questo. In cuor nostro ci speriamo tutti, ma nessuno di noi vorrebbe farlo, consapevole dei rischi che ciò comporterebbe per la salute di ognuno.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Francesco Barranca, cosa suggerisce di fare per chiudere la stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Questo è indubbiamente il problema principale da risolvere. Prendere delle decisioni in merito, è la cosa in assoluto più difficile, ma qualcuno dovrà pur farlo, assumendosene la responsabilità. Sarà impossibile accontentare tutti e qualche Società ne risentirà inevitabilmente. La mia idea sarebbe quella di far salire in C le attuali capolista dei nove Gironi, optando per un blocco delle retrocessioni: questa penso sia la soluzione più giusta e che consenta alla Lega di scontentare il minor numero di squadre possibile. Sarebbe ingiusto far retrocedere qualcuno, mancando ancora tante gare sulla carta. Questo tipo di scenario penso sia il più opportuno e non penalizzante per la composizione futura dei vari campionati, specie ipotizzando che diverse squadre vengano meno a causa della crisi. In ogni caso, le ipotesi sono veramente tante e non possiamo far altro che auspicare che, chi di dovere, faccia rapidamente la scelta migliore.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua annata a livello personale. Quest’anno, sei stato protagonista assoluto con la maglia del Lentigione, totalizzando 10 gol in 25 presenze stagionali. Volendo produrre un bilancio rispetto alla Stagione ancora in corso, fino ovviamente al momento dello stop, come valuteresti il tuo rendimento complessivo? E riguardo ai tuoi obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate al proseguo della tua carriera?
Penso di poter dire chiaramente che ad oggi sia la stagione più importante della mia carriera. Due anni fa ho lottato per la salvezza, l’anno scorso ho vissuto una retrocessione, mentre, quest’anno, mi trovo con la mia squadra in piena zona Play-Off. E’ stato un continuo crescendo e sono molto contento del mio rendimento complessivo. Mi è dispiaciuto soltanto interrompere tutto nel mio momento migliore, ma sono davvero felice per come mi sia espresso in campo. Le componenti che hanno fatto la differenza sono tante, dal nostro grande gruppo, al contributo determinante dei miei compagni, passando per il lavoro svolto dal Mister e dal suo Staff, fino ad arrivare alle condizioni ambientali ideali per poter rendere al massimo. Tutto questo ha inciso tantissimo nel mio esaltante percorso di quest’anno. Per il futuro, spero sicuramente di arrivare tra i Professionisti, quello è il mio obiettivo e non lo nascondo. Misurarmi in una categoria superiore è ciò che spero, cercando di arrivare più in alto possibile, con umiltà e ambizione, gradino per gradino.
In questo momento, classifica alla mano, il Lentigione, prendendo in considerazione l’ultima Giornata in cui tutte le squadre sono a parità di gare giocate, sarebbe in piena zona Play-Off. Un percorso straordinario il vostro, culminato con le tre vittorie negli ultimi tre match disputati. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, che stagione è stata sin qui quella del Lentigione? L’eventualità che non possiate più tornare in campo per cercare di centrare un piazzamento ancor più esaltante, quanto rammarico comporterebbe dentro di voi?
La nostra, è stata una stagione semplicemente straordinaria. Un risultato ancor più rilevante se si pensa che siamo una squadra composta da elementi giovanissimi, con un’età media di 22/23 anni, a parte qualche pedina di maggiore esperienza che è stata fondamentale per il percorso di crescita dei tanti Under. Un’annata incredibile, in cui, l’entusiasmo e la spensieratezza dei più giovani, assieme alla bravura e alla competenza del Mister, hanno fatto la differenza. Naturalmente nulla sarebbe stato possibile se non avessimo avuto alle spalle una Società straordinaria, seria, impeccabile, che non ci fa mancare nulla, specie in questo periodo critico. Possiamo contare su strutture che in Serie D costituiscono un lusso e per noi è stato un po’ come essere già tra i Professionisti. Quest’anno ho vissuto il Calcio sotto ogni profilo e sono grato al Club per tutto questo. L’eventualità, più che concreta, che alla fine non ci sia la possibilità di tornare in campo, comporterebbe tanto rammarico e grande dispiacere all’interno del gruppo. Avremmo senz’altro lottato fino in fondo per i Play-Off e raggiungerli sarebbe stato il giusto premio per una splendida stagione. Al momento dello stop eravamo tutti in ottima forma, l’entusiasmo era alle stelle e con altre dieci gare da giocare stavamo pensando legittimamente in grande, con l’idea di provare a centrare un piazzamento ancor più importante e prestigioso. Peccato, ma nulla potrà macchiare un percorso magnifico, che rimarrà impresso per sempre negli annali di questa Società.
Francesco, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, ai tifosi e all’intero ambiente gialloblù?
Spero innanzitutto che si possa tornare al più presto possibile ad una piena normalità, sconfiggendo definitivamente questo virus che ha condizionato in negativo la vita di tutti noi. Auguro ad amici, parenti, compagni, tifosi e a tutte le persone di star bene e di rivederci quanto prima nei vari stadi, per tornare a vivere insieme le emozioni legate al Calcio e che non vediamo l’ora di recuperare, in totale serenità.
Si ringraziano Francesco Barranca e il Lentigione Calcio 1948, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.