Il 19 di aprile, non sarà mai una data qualunque per chi conosca la storia ultracentenaria del Palermo. Il 19 aprile, è nato colui che è divenuto il Presidente rosanero più amato di sempre, e in questo giorno, ricorre il centenario della sua nascita. Parliamo dell’indimenticato Renzo Barbera, un uomo straordinario, che ha lasciato negli annali e nei ricordi di tutti i tifosi del Palermo, un’impronta incancellabile.
A parlare di lui, in un giorno così speciale, non poteva che essere l’attuale numero uno del Club palermitano, Dario Mirri. L’uomo a cui si deve la rinascita delle Aquile, a seguito del fallimento societario avvenuto poco più di un anno fa, è stato anche nipote di Renzo Barbera ed è quindi la persona più indicata per parlare di lui.
Mirri, ha fatto una sorta di tuffo nel passato, raccontando aneddoti ed episodi piuttosto toccanti, allargando il discorso, sul finale, esprimendosi anche rispetto al Palermo di oggi, alle prospettive legate ad una possibile ripartenza e alle aspirazioni future del Club, specie riguardo alle due priorità assolute costituite dallo Stadio e dal Centro Sportivo.
Di seguito, il contenuto integrale dell’intervento del Presidente Dario Mirri, a beneficio dei Canali Comunicativi ufficiali della SSD Palermo Calcio.
“Per me Renzo è IL Presidente. Tutti gli altri, non siamo che custodi temporanei di un bene collettivo. Quello di oggi è di certo un mondo completamente diverso da quello in cui ha vissuto mio zio. Ma ancora adesso, molto di ciò che lui è stato, rimane un punto di riferimento imprescindibile, almeno per me. Non è detto che il passato non possa essere un riferimento per le generazioni future, anzi! Mi riferisco in particolare alla sua capacità di creare un intero sistema di valori attorno a una squadra, una società, un’azienda. Per lui i giocatori, ma anche molti tifosi, erano gente di famiglia, e attorno a questi rapporti umani, si può sviluppare oggi uno straordinario progetto imprenditoriale. La stessa attitudine affettuosa che come amore filiale dedicava ai figli Giuseppe, Ialù e Ferruccio, e che oggi si riflette sul nipote Lorenzo, la si poteva vedere nei confronti di collaboratori e calciatori. Questa lezione, questi valori, li porto sempre con me e cerco di farmi guidare dal suo esempio.
Indimenticabile quando, dopo l’ingiusta sconfitta a Roma per la nostra prima finale di Coppa Italia, volle comunque premiare i nostri giocatori, esattamente come se avessimo vinto.
Sono tempi difficili e per questo, in quest’ultimi mesi, ho preferito rivolgere il pensiero in silenzio a tutti i medici e le persone che stanno combattendo la guerra contro il virus, piuttosto che rilasciare considerazioni sul futuro sportivo delle competizioni, come altri Presidenti nelle ultime settimane, magari seppur in Serie A, hanno sentito il bisogno di fare, evidentemente in modo solo interessato alle proprie egoistiche necessità di classifica.
Ora che si cominciano finalmente ad intravedere un po’ di luce e speranza, è giusto soffermarsi sull’immediato futuro. Noi siamo pronti a tutto, accoglieremo e onoreremo le scelte istituzionali come abbiamo sempre fatto, ma dentro di me ho la certezza che tra qualche mese il Palermo non sarà più in Serie D.
Certo, il nostro desiderio è solo quello vincere tutte le partite sul campo e noi siamo già pronti a partire, in qualsiasi momento. I nostri ragazzi infatti si sono comportati in modo responsabile e li ringrazio, uno per uno. Ma se non ci sarà la possibilità di giocare ancora e completare l’ultimo quarto di campionato, non credo esista qualcuno, in tutta la Serie D, che in questo momento meriti più del Palermo il passaggio di categoria. Per quello che abbiamo dimostrato fin dall’inizio del campionato, non avendo mai abbandonato la vetta della classifica, per la rappresentanza della quinta città italiana, ma anche per la solidità della nostra Società, appena nata, capitalizzata e con zero debiti. Una condizione che non possono vantare neanche molte società in Serie A, figuriamoci nel panorama delle società nelle Serie inferiori e dilettantistiche, dove abbiamo avuto il piacere in questi mesi di conoscere colleghi, dirigenti straordinari ed appassionati, dotati di uno spirito quasi di servizio per il proprio territorio, a fronte però di strutture e impianti sportivi spesso inadeguati. A tale riguardo, se mai arriveranno aiuti e sostegno della categoria da parte delle istituzioni, spero che saranno indirizzati proprio solamente agli investimenti per il miglioramento di Stadi e campi non all’altezza, delle Società incontrate e della passione dei tifosi tutti.
Nessuno può sapere con certezza cosa accadrà a breve. Ognuno propone una soluzione. Noi siamo sereni, perché consapevoli del nostro merito e della nostra posizione. Ho sentito qualcuno proporre addirittura i Play-Off, un’ipotesi quantomeno fantasiosa che comunque, anche volendo immaginarla, in ogni caso non vedo perché dovrebbe coinvolgere il Palermo. Mai nel mondo del Calcio, a mia memoria, la squadra prima in classifica ha disputato i Play-Off per la promozione, ma ha sempre avuto il diritto alla promozione diretta. Ad ogni modo, di sicuro l’intero mondo del Calcio cambierà, credo che sarà ridimensionato nei suoi volumi, coerentemente con il mercato globale che si ritrova già adesso ad affrontare una strada in forte salita.
La nostra tabella di marcia in ogni caso non cambia: il piano di sviluppo, il Settore Giovanile, il Museo, la Polisportiva virtuale, l’E-Commerce e tutto il resto, sono tutti percorsi già ampiamente avviati che riprenderanno immediatamente senza che il lavoro profuso fin qui, vada sprecato. Dovremo solo correre più in fretta, ma del resto lo facciamo da quando siamo nati.
Allo stesso modo, andiamo avanti anche sulle grandi priorità: il Centro Sportivo e lo Stadio. Nel primo caso, lavoriamo quotidianamente alla ricerca di campi di allenamento per i nostri ragazzi e per far fronte ai tanti ostacoli incontrati finora a riguardo, tra strutture abusive in piena attività e l’impossibilità invece, nostro malgrado, di creare un polo virtuoso nella nostra Città. Le aree esistenti a Palermo, pubbliche o private, non sono disponibili, per vincoli istituzionali o per problemi tecnici insormontabili. A questo punto non avremo altra scelta se non cercare spazi fuori città. Ma la priorità rimane massima, anche se siamo appena nati: è il tassello fondamentale per cambiare alla radice lo sport in città. Se negli scorsi anni si fosse seminato qualcosa anche in questa direzione, quando davvero bastava poco, visto il fatturato di cui il Palermo godeva, oggi il sistema Calcio in città non sarebbe costretto a partire totalmente da zero. In qualche modo, anche da tifoso appassionato, avrei forse preferito qualche vittoria in meno sul campo, a fronte della realizzazione di un progetto strutturale, quale valore duraturo per la società stessa, per il rafforzamento del proprio patrimonio e rivolto allo sviluppo di tutta la città.
Per lo Stadio invece, il processo di cessione del diritto di superficie è già avviato e siamo sicuri che, a emergenza finita, Regione e Comune faranno di tutto per agevolare l’iter. In tutti i casi di Società Sportive virtuose, a livello nazionale ed internazionale, la possibilità di costruire o ristrutturare e poi gestire il proprio Stadio, ha sempre generato sviluppo per la squadra e per l’intero sistema. Dobbiamo andare in quella direzione. Non vogliamo contributi a fondo perduto o finanziamenti per comprare giocatori o pagare procuratori: vogliamo investire nelle strutture immobiliari per consentire alla squadra una solidità strutturale di lungo periodo. Ecco, abbiamo bisogno soprattutto adesso, di accelerare i processi burocratici che ci bloccano, a fronte del grosso danno economico subìto con questo stop: le ultime partite in casa, siamo certi, sarebbero state una grande festa di tifosi, il modo migliore di celebrare finalmente l’appartenenza rosanero ritrovata. Ma tutto ciò, sono sicuro, è solamente rinviato, appena potremo riabbracciare ancora i nostri tifosi, unici e straordinari”.