In un momento così particolare e doloroso che ha colpito la Nazione, non è facile parlare di calcio giocato: la Redazione di TuttoSerieD, ha intercettato uno dei protagonisti del Girone A, Riccardo Ravasi, attaccante del Borgosesia e capocannoniere del raggruppamento, per capire il suo punto di vista in merito a questa situazione. Di seguito le sue dichiarazioni: “La volontà sarebbe quella di finire la stagione e di chiuderla al meglio: purtroppo è arrivato questo virus ed è una forza superiore e non si può fare chissà cosa. Io la vedo abbastanza dura, anche perché la Serie D non ha le risorse della A per fare tutti i vari tamponi e test. Sarà dura riprendere il campionato”.
RIPRESA – “Io sono assolutamente d’accordo con Sibilia perché se c’è la possibilità di riprendere il campionato è giusto farlo, anche a giugno. Ci sono squadre che hanno speso tanto o squadre che lottano per la retrocessione e quindi possono giocarsi ancora le loro carte. Se non si dovesse ricominciare, ci sarebbe un malcontento comune, ma mi metto nei panni anche delle corazzate con 20 punti in più in classifica che stanno vincendo il campionato… e se, invece, si dovesse annullare il tutto, vuol dire perdere un anno e rischiare grosso per l’annata successiva. Se non si dovesse riprendere, è giusto che chi sia primo salga e chi è ultimo scenda, è un discorso brutto, ma è l’unica soluzione da prendere”.
STIPENDI – “Il 90% dei calciatori di Serie D vive di questo lavoro, e se vengono a mancare 2-3 mesi di stipendio è dura e non è facile soprattutto in questo periodo. Anche il discorso dei presidenti: ci sono quelli che ricavano dalla loro azienda i soldi che poi investono nel calcio, e se non ci sono introiti nell’azienda, per pagare gli stipendi diventa dura. Però dovrebbero mettersi la mano sul cuore, e pensare: ‘Ma io lascio sulla strada 20 ragazzi che vivono di questo?’. Bisogna trovare il giusto equilibrio con i presidenti per le mensilità, ma non pagare tutti gli stipendi per 2-3 mesi è veramente difficile. E’ l’unica fonte di ricavo che abbiamo. Ci stiamo muovendo anche noi al Borgosesia, fortunatamente il nostro presidente dovrebbe venirci incontro con lo stipendio di marzo. Io mi metto nei panni di tanti ragazzi che vivono di questo, con famiglie da mantenere o spese da affrontare… spero che si trovi un punto di accordo anche con la LND o le leghe ‘più alte’ che possa accontentare tutti. Se i calciatori di A (tipo Milan, Inter o Napoli) rinunciano a tre mensilità o al 30% degli stipendi, non lo sentono tanto rispetto a tanti ragazzi che vivono di questo. Perché, parliamoci è chiaro: è raro che un calciatore di Serie D superi i 2000-2500 € al mese, a parte dei top-player. Lo standard va dai 600 ai 1500 €, ed è dura se togli questo piccolo ricavo che ha. Fanno le battaglie per i giocatori di Serie A e B, quelli di Serie D un po’ dimenticati. Quelli che hanno grossi problemi sono quelli delle categorie minori”.
STAGIONE – “Sono arrivato al Borgosesia a dicembre, è una seconda famiglia. Ci sono i presupposti per fare sempre bene. L’anno scorso ci siamo salvati, e quest’anno, invece, avevamo ambizioni maggiori e speravamo di lottare per i play-off. Bilancio estremamente positivo: devo ringraziare tutti perché ho avuto l’occasione per rilanciarmi in questa squadra. Dispiace aver concluso così, in quanto mancavano 10-11 partite. Quest’anno avendo anche trovato il ruolo ideale, sono riuscito ad esprimermi al meglio”.
MESSAGGIO – “Ai tifosi dico che mi dispiace se quest’anno dovesse finire così, perché non ci sarà modo poi di salutarci in campo però sono convinto che un’occasione la troveremo. Dobbiamo tenere duro, e inventarci qualcosa da fare a casa, perché alle volte impazziamo. Certo, mi alleno e speriamo di uscirne presto con la speranza che possa riprendere il campionato”.
Ringraziamo Riccardo Ravasi e l’ufficio stampa del Borgosesia per la disponibilità e cordialità mostrata ai nostri microfoni.