In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’attaccante del Campobasso, Danilo Alessandro.
L’esperto Calciatore capitolino, con alle spalle diverse esperienze importanti tra i Professionisti, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Danilo, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Viviamo indubbiamente una situazione anomala e per certi versi drammatica. Qualcosa di mai vissuto prima, difficile da comprendere appieno. Sono rientrato già da diverso tempo a Roma, per stare vicino ai miei parenti e ai vari affetti. Sto affrontando questo momento con grande senso di responsabilità e con la giusta preoccupazione, così come penso stiano facendo tutti gli italiani. Ritrovarsi da un giorno all’altro totalmente chiusi in casa, vederci privati anche delle piccole cose quotidiane, è stato qualcosa di veramente penalizzante. È dura andare avanti in questo modo, però penso a chi stia peggio di noi, a coloro che lottino tra la vita e la morte dentro un Ospedale, e questo pensiero mi da la forza per andare avanti più serenamente possibile.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi anche tu che non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare che si possa concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 Giugno o magari anche in estate inoltrata?
Partiamo dal presupposto che il Calcio, in questo momento, debba passare assolutamente in secondo piano. Superare questo dramma sanitario ha la priorità su tutto e francamente, ora come ora, faccio piuttosto fatica a pensare al Calcio giocato. In ogni caso, voglio essere sincero, e penso che sia quasi impossibile che si possa portare regolarmente a termine il Campionato. Lo dico a malincuore, proprio perché la nostra corsa si è interrotta sul più bello, a causa di questa tremenda epidemia e di fatto siamo stati privati della possibilità di lottare per un grande obiettivo. Però, ragionevolmente, non credo ci siano le condizioni sanitarie e generali per poter parlare di una ripresa. Ipotizzare una ripartenza, specie nelle Categorie dilettantistiche, ritengo sia davvero azzardato. È un problema troppo più grande di quanto si pensi. Per molte squadre sarebbe ingestibile una ripresa, sotto tanti punti di vista. Ecco perché sono convinto che dovrà passare ancora molto tempo prima di tornare sul terreno di gioco. Credo che nessuno possa assumersi la responsabilità di farci tornare in campo, almeno finché non ci saranno le condizioni più adeguate per farlo. È chiaro che dentro abbia voglia di portare a termine la Stagione con i miei compagni, però dubito che sia possibile, proprio per i motivi che ho appena elencato. Sulla possibilità di giocare in piena estate, sento diversi addetti ai lavori parlare di “follia” e francamente non capisco il perché. I ritiri di solito si iniziano a Luglio e siamo abituati a correre e sudare tutto il giorno a certe temperature. Pensando anche a chi in quel periodo svolga dei lavori molto faticosi sotto il sole cocente, non penso che giocare a Calcio debba essere ritenuto una follia o un sacrificio. Quindi personalmente non avrei alcun problema a farlo in quel frangente. I dubbi, a questo proposito, sono legati solo e soltanto a quelle condizioni sanitarie senza cui non si potrebbe riprendere, ne’ ora, ne’ mai.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale legata al presente e al futuro, proprio e delle rispettive famiglie. Cosa senti di dire a questo proposito? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
È una paura assolutamente legittima. Ho letto anch’io che ci siano dei colleghi che non percepiscono lo stipendio addirittura dallo scorso Ottobre. È una situazione davvero insostenibile. Forse qualcuno non sa che i Calciatori di Serie D non guadagnino le stesse cifre di chi giochi in Serie A, B e in alcune realtà di C. Tra i Dilettanti si fa molta fatica e la fortuna più grande è proprio quella di imbattersi in Società serie, rispettose e sane, proprio com’è capitato a me quest’anno. Però, nel complesso, si vivono situazioni molto critiche ed è arrivato il momento di garantire maggior tutela a tutta la categoria. Intanto, dovrebbero non esistere quelle Società che si mettono in gioco senza averne i requisiti, quelle stesse che non rispettavano i propri impegni già prima che venisse fuori il Coronavirus e che approfitteranno di questo per continuare a non tenere fede agli impegni presi. Sicuramente, la crisi economica a cui tutto il movimento andrà incontro, potrà portare a situazioni ancora peggiori. In questo senso posso solo augurarmi che la L.N.D., con l’aiuto dell’A.I.C., venga incontro a noi Calciatori, cercando di intraprendere la strada più giusta per garantirci maggiore tutela. E altrettanto importante sarà il controllo costante che si dovrà andare a fare su tutte le Società, affinché vengano fuori in partenza quelle che non abbiano i requisiti minimi per fare Calcio.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. I Calciatori dilettanti nel loro complesso, intesi come una vera e propria categoria sociale, si sentono sempre più soli, maltrattati e non tutelati, proprio a causa delle gestioni societarie scriteriate a cui si faceva riferimento poc’anzi. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
Anch’io sono dell’idea che molte squadre di Calcio, a tutti i livelli, rischino seriamente di scomparire. La maggior parte dei Presidenti sono degli imprenditori, che in futuro dovranno giustamente prestare più attenzione alle rispettive aziende, smettendo di investire tempo e denaro nel Calcio. Questa è purtroppo una possibilità concreta e soltanto attraverso un sostegno importante da parte dello Stato, si potrà evitare di andare incontro ad uno scenario simile. Solo che mi viene da chiedermi se possa realmente concretizzarsi un aiuto di grandi proporzioni da parte del Governo, visto che ancora aspettiamo che si materializzino degli aiuti concreti nei confronti delle famiglie italiane più in difficoltà. E ritengo sia difficile che si vada incontro al mondo del Calcio dilettantistico, prim’ancora che alle persone che oggi non abbiano un lavoro, un reddito e la possibilità di mantenere una famiglia. Sotto questo aspetto, sono abbastanza pessimista. In diverse circostanze e situazioni, abbiamo dimostrato di essere un Paese abbastanza indietro rispetto ad altri, e ciò mi fa pensare che gli aiuti per il nostro sistema e i contributi economici di cui si stia parlando ultimamente per le Serie minori, possano restare solo un’idea e non diventino una soluzione reale. Spero di sbagliarmi ovviamente, anche se, basandomi su tante piccole cose, notizie e informazioni, penso che il mio pessimismo sia piuttosto fondato.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da ben più di un mese siano tutti completamente fermi. Al momento dello stop, il Campobasso era a soli tre punti dalla vetta, con ancora altre otto gare da disputare. In considerazione della vostra posizione di classifica e della sussistenza di tutti i presupposti per lottare fino in fondo per il primato, quali aspettative avvolgono l’ambiente rossoblù in questo momento?
Rispetto al concetto di Stagione “falsata”, penso sia doveroso fare un distinguo. Qualora si riuscisse a tornare in campo, nessuno potrebbe utilizzare questa definizione, perché siamo tutti fermi dallo stesso momento e quindi rientreremmo più o meno tutti nelle stesse condizioni, con gli stessi limiti e le medesime problematiche. Chiudendo regolarmente la Stagione, nessuno potrebbe gridare allo scandalo, perché ogni squadra sarebbe autrice materiale del proprio destino. Diverso sarebbe in caso di chiusura anticipata. Una compagine come la nostra e come tutte quelle che vedono la promozione o la salvezza distanti solo uno o due punti, farebbero molta fatica ad accettare un verdetto a tavolino che le penalizzasse oltremodo, quando ancora mancherebbero otto o più gare da disputare. È ovvio che se non si potesse più ripartire, qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di decidere. E paradossalmente, la “fortuna” delle squadre penalizzate da determinate decisioni, sarebbe proprio la mancata iscrizione di tante Società nella prossima Stagione. Immagino infatti, che in futuro ci saranno numerosi ripescaggi in tutte le Categorie. Ecco perché non mi fermerei mai ad un primo eventuale verdetto, perché in un contesto di incertezza totale, potrà veramente accadere di tutto. Per quanto riguarda noi del Campobasso, non possiamo far altro che attenerci a quelle che saranno le decisioni degli Organi competenti. Non posso nascondere che il pensiero di essere a tre punti dalla vetta, con ancora otto partite da giocare, aumenti la speranza di poter tornare a lottare sul campo per il nostro obiettivo, questo è innegabile. Però adesso è inutile fare programmi o ipotesi. Dentro di noi non si sono mai spenti l’ardore e la fame che hanno contraddistinto gli ultimi quattro mesi prima dello stop e sappiamo che, tornando in campo, saremmo gli stessi che hanno concretizzato una striscia, tutt’ora attiva, di diciotto risultati utili consecutivi e che solo questo terribile virus poteva interrompere.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente Stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Danilo Alessandro, cosa suggerisce di fare per chiudere la Stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Sbilanciarmi in questo senso, mi riesce veramente difficile. Determinare un finale piuttosto che un altro è veramente complicato, specie per quei Gironi dove le prime e le ultime classificate siano distanziate da uno o due punti. Ci sarebbero ancora molte gare da giocare sulla carta e prendere decisioni a tavolino può risultare molto arduo. Però, come ho già detto, venendo meno diverse realtà calcistiche nella prossima Stagione, penso che ci sarà la possibilità di andare incontro ad un ripescaggio, per tutte quelle squadre attualmente in lotta per obiettivi importanti, in alta, così come in bassa classifica.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua Stagione. Sei stato, come ci si attendeva, tra i grandi protagonisti dell’annata condotta dai Lupi. Che tipo di Campionato è stato il tuo, a livello personale? Volendo produrre un bilancio della tua annata, fino ovviamente al momento dello stop, come valuteresti il tuo rendimento nel complesso? E riguardo gli obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate proprio al proseguo della tua carriera?
Nel complesso penso sia stata una Stagione molto positiva per me. È ovvio che si possa fare sempre di più, ma in generale penso di potermi ritenere soddisfatto. Sono partito abbastanza in ritardo, per aver contratto il morbillo in estate. Ciò mi ha particolarmente debilitato e fatto perdere gran parte della preparazione precampionato. Per questo motivo ho faticato un po’ all’inizio, poi però ho recuperato il ritmo, oltre ad un’adeguata freschezza atletica dovuta agli allenamenti e alle gare domenicali. E così sono tornato ad un livello importante, che mi ha permesso di rendere come mi aspettavo, soprattutto negli ultimi mesi prima dello stop forzato. Quella di venire a Campobasso è stata una scelta che, tornassi indietro, rifarei mille altre volte. Ho trovato una Società solida, sana, seria e con alla base un grande progetto. Il Presidente è molto ambizioso e ha dimostrato con i fatti di tenerci tanto a questa realtà e alla realizzazione dei programmi che ha ben chiari in testa sin dal giorno del suo insediamento. Perciò, sono veramente contento di far parte di questo progetto, che prevede di riportare una piazza gloriosa e blasonata come Campobasso là dove merita di stare. Sono venuto qui con l’idea di vincere il secondo Campionato di Serie D di fila, e se non fosse accaduto nulla a livello sanitario, probabilmente ci sarei riuscito assieme ai miei compagni. Non posso nascondere che l’idea di tornare a giocare in Lega Pro mi esalti e mi stimoli non poco. Ci ho già giocato per diversi anni e spero di tornarci, magari con indosso la maglia rossoblù del Campobasso.
La vostra, è stata una Stagione dai due volti. A un rendimento iniziale altalenante e al di sotto delle aspettative, si è contrapposta una seconda parte di Campionato a dir poco eccezionale. Siete reduci da ben diciotto risultati utili consecutivi, imbattuti dal lontano 20 Ottobre scorso e protagonisti di un percorso che rispecchia i valori di un ottimo organico. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, che Stagione è stata quella del Campobasso, secondo te? La possibilità che non possiate tornare in campo per completare appieno un percorso così esaltante, quanto rammarico comporterebbe dentro di voi?
Beh, che dire sulla Stagione del Campobasso? Diciotto risultati utili di fila non si fanno per caso. Sono da sempre convinto che fortuna e sfortuna non esistano nel Calcio. Quello che abbiamo sin qui concretizzato è stato solo frutto del duro lavoro quotidiano di tutti. È vero che all’inizio abbiamo faticato un po’. Forse qualche elemento più giovane e meno esperto ha avvertito la responsabilità di giocare con indosso una maglia pesante, gloriosa e in un contesto importante come quello rossoblù. La piazza è esigente com’è giusto che sia e ha fame di Calcio che conta. Inizialmente abbiamo un po’ pagato certe pressioni, ma poi siamo venuti fuori alla grande, imparando e facendo tesoro proprio dei momenti più difficili. Ci siamo liberati mentalmente e abbiamo iniziato a divertirci in campo, esprimendo il nostro reale potenziale e portando avanti un percorso straordinario. Siamo una grande squadra, ci vogliamo tutti un gran bene, ci sentiamo di continuo, specie in questa fase delicata, e i risultati sono stati la logica conseguenza dell’armonia che regna in un gruppo, che è diventato una vera e propria famiglia. È stato bravo e lungimirante anche il Presidente a non farsi condizionare da quelle voci e da determinate situazioni che possano essere nate in assenza di risultati. Da grande imprenditore e da persona intelligente, ha continuato a credere nella bontà di un progetto e nella validità delle persone a cui si è affidato, dando fiducia anche nei momenti più bui e questo è un ulteriore merito che gli va riconosciuto. Noi giocatori continuiamo ad allenarci in casa, seguendo un programma settimanale che ci viene affidato dallo Staff Tecnico. Il pensiero di arrestare definitivamente la nostra corsa verso il primo posto nel Girone, ci rattrista un po’. Però siamo anche realisti, consapevoli che ci siano grosse problematiche di carattere socio-sanitario da affrontare e soprattutto un virus da “sconfiggere”. Aspettiamo con fiducia che si vada incontro a tempi migliori e teniamo vivo quell’entusiasmo che ci ha caratterizzato fino ad oggi e che non si è mai affievolito, nonostante tutto.
Danilo, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, al Club, ai tifosi e all’intero ambiente rossoblù?
L’augurio che voglio rivolgere ai miei compagni è quello di tornare presto ad abbracciarci ed esultare insieme in campo, come sempre. Ai tifosi auguro di ritornare quanto prima a colorare di rossoblù il nostro Stadio, tornando prima di tutto alla normalità più assoluta. Invito tutti a non appesantirsi e confondersi più del dovuto, ascoltando le tante notizie che ci vengano date attraverso la televisione, internet e i Social, soprattutto quelle che parlano delle vittime che questo virus sta mietendo in giro per il mondo. Auguro al Campobasso, in un modo o nell’altro, di tornare nel Calcio che conta, là dove più gli compete. Mando un abbraccio ideale soprattutto ai miei compagni, ai quali auguro di andare incontro alle soddisfazioni che meritano. Sono tutti ragazzi splendidi e spero vivamente che possano realizzare qualsiasi loro desiderio.
Si ringraziano Danilo Alessandro e la SSD Città di Campobasso 1919, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.