In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il Capitano del San Tommaso Calcio, Fabio Alleruzzo.
L’esperto centrocampista campano, autore di una Stagione di altissimo profilo con indosso la maglia dei Grifoni irpini, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Fabio, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente sta avvenendo nel mondo?
Purtroppo è vero, stiamo vivendo un periodo drammatico e assolutamente preoccupante, sia per la salute di tutti, sia per tutte le conseguenze future che deriveranno da questa pandemia. Un pensiero va a tutte le persone che per via di questo virus sono decedute e alle loro famiglie, a chi è affetto da questo COVID-19 e sta cercando di guarire e a chi sta lottando con tutte le proprie forze per aiutarci, come i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che ogni giorno fanno enormi sacrifici, rischiando sulla propria pelle di essere contagiati. Avendo mia Mamma che lavora in Ospedale, la preoccupazione è davvero tanta. Personalmente sto vivendo questo momento come spero tutti, rispettando il più possibile le direttive che ci sono state imposte e cercando di stare in casa, con la speranza di uscire da questa situazione il prima possibile, anche perché quello che sta accadendo non credo abbia precedenti.
Sembra oramai assodato che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che non sussistano minimamente le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare che si possa concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 Giugno o magari, in maniera illogica, in estate inoltrata?
Per quanto riguarda il Calcio, che in questo momento deve per forza di cose passare in secondo piano, la speranza è sempre quella di tornare in campo. Credo però che sia davvero molto complicato e difficile, perché soprattutto nei dilettanti è una cosa troppo rischiosa, visto che non abbiamo gli stessi controlli e la stessa tutela che hanno in altre Categorie, tipo Serie A e B. Prendersi una responsabilità così grande in questo momento è impensabile, così come credo sia altrettanto complicato giocare in estate inoltrata. Ovviamente è solo un mio pensiero, le decisioni del caso spettano a chi di dovere.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale legata al presente e al futuro proprio e delle rispettive famiglie. Cosa senti di dire a questo proposito? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Sull’aspetto economico la preoccupazione è davvero tanta. Già in condizioni normali, prendere il proprio rimborso con puntualità e serenità è divenuta cosa rara, figuriamoci in questa situazione e con il rischio di non scendere più in campo. Siamo definiti dilettanti, ma tutti sanno che sia così solo sulla carta, perché chi si allena cinque volte a settimana per poi andare in ritiro, lasciare la famiglia e tornare se tutto va’ bene la Domenica notte, nel mio caso anche il Lunedì, non può definirsi tale. Purtroppo siamo dei veri dilettanti solo sotto l’aspetto contrattuale, è questa la verità.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. I Calciatori dilettanti nel loro complesso, intesi come una vera e propria categoria sociale, si sentono sempre più soli, maltrattati e non tutelati. Questo è il pensiero della quasi totalità dei tuoi colleghi. La pensi anche tu in questa maniera? Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
Sono convinto anch’io che se non si farà qualcosa molte squadre faranno tanta fatica e diventerà una Categoria che non avrà motivo di esistere. È vero, noi Calciatori dilettanti, così come veniamo definiti, ci sentiamo sempre più soli e non tutelati, c’è ancora chi non ha capito che viviamo di Calcio e con questo portiamo il pane a casa e mandiamo avanti le famiglie. Quindi, o si fa qualcosa anche modificando i termini contrattuali come nei Professionisti, oppure saremo sempre più abbandonati a noi stessi.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa un mese e mezzo siano tutti completamente fermi. Qual’è il tuo pensiero a tal proposito?
Se si dovesse tornare in campo quando tutto sarà finito, sarà quasi come ripartire da zero vista l’inattività che siamo stati costretti ad affrontare. Credo sarà necessario un periodo da dedicare ad una mini preparazione atletica, per non parlare della condizione mentale perché, non nascondiamoci, mentalmente saremo tutti bloccati e si scenderà in campo con molta paura, visto che il Calcio è uno Sport di contatto in campo e fuori, a cominciare dallo spogliatoio. Non avendo fatto alcun tampone, come magari avranno fatto in Serie A, non si potrà mai sapere a cosa si vada incontro.
In caso di chiusura anticipata della corrente Stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. Quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Fabio Alleruzzo, cosa suggerisce di fare per chiudere la Stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Se si dovesse chiudere la Stagione anticipatamente, ci saranno in tutti i casi i contenti e i meno contenti, ma delle decisioni vanno prese assolutamente e in tempi ragionevolmente stretti. A mio avviso, annullare la Stagione e magari promuovere le attuali prime in classifica, potrebbe essere una soluzione. Ma è una cosa così difficile da attuare che faccio fatica pure ad ipotizzarlo. Ovviamente, qualsiasi saranno le decisioni intraprese dagli Organi competenti, la salute di tutti andrà messa sempre al primo posto e quando si avrà la certezza che questa non verrà messa a repentaglio, si potranno prendere decisioni concrete. Ma, ripeto, anche questo resta un mio personalissimo pensiero.
Si ringrazia Fabio Alleruzzo, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.