A seguito delle delibere governative rispetto al dilagare dell’epidemia di Covid19, oggi diverse gare dei campionati professionistici sono state disputate a porte chiuse. I dati delle ultime ore però sono allarmanti e la preoccupazione per lo stato di salute degli atleti e di chi lavora accanto a loro, viene prima dell’assillo degli incassi o della regolarità dei campionati. Per garantire l’incolumità dei tesserati, si devono praticare i protocolli varati. Gli organi federali devono assolutamente stare a stretto contatto con l’Associazione dei Medici Sportivi, monitorare che vengano rispettate tutte le direttive del Governo. E’ difficile mantenere un metro di distanza in allenamento o negli spogliatoi, un rischio in più per i calciatori c’è e si percepisce, è un rischio calcolato.
Per tale motivo il Presidente dell’AIC Damiano Tommasi, ha inviato una lettera ai vertici del Paese e del calcio, con cui ha chiesto di fermare i campionati ed ha affermato: “C’è un rischio anche per i calciatori e dobbiamo prendere tutte le precauzioni per la sicurezza di chi gioca. In campo non si può certo rispettare la distanza di un metro, ma vanno prese tutte le misure per garantire la sicurezza di chi è allo stadio, compresi staff e personale, per ridurre al minimo quel rischio. Tra i giocatori c’è chi è convinto di andare avanti e chi esprime preoccupazioni, ci sono molti stranieri ed è sotto gli occhi di tutti quel che sta succedendo dall’estero verso l’Italia…”.
Tommasi vuole la sospensione immediata dei campionati di calcio, perché non ha senso in questo momento mettere a rischio la salute di calciatori, arbitri, tecnici e dei tifosi che sicuramente si raduneranno per vedere le partite, solo per non intaccare gli interessi che ruotano attorno al calcio.