Dalle stelle alle stalle: è la sintesi della parabola discendente del San Nicolò Notaresco, che nel giro di due mesi è stato capace di dilapidare il cospicuo gap sulle inseguitrici fino a farsi scavalcare nell’ultimo turno da Matelica e Campobasso, che, complici le rispettive vittorie, sono balzate nelle prime due posizioni della classifica, relegando al contempo la compagine abruzzese al terzo posto. Un crollo verticale inspiegabile quello della squadra di Roberto Vagnoni, che era arrivata alla sosta natalizia forte di un vantaggio di addirittura dieci punti sulla Recanatese, allora seconda della classe, tanto da far pensare, alla maggioranza degli addetti ai lavori, ad una promozione già ipotecata. La seconda parte di stagione ci sta invece offrendo una formazione totalmente agli antipodi di quella ammirata ad inizio torneo; lo dicono i numeri, fatti di due vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte, con i tre punti che mancano addirittura da quasi due mesi (l’ultimo successo arrivò infatti a gennaio contro la Jesina, fanalino di coda).
Una flessione che ha dato modo a Matelica e Campobasso, partite con risultati deficitari, di recuperare terreno e di sorpassare il Notaresco, distante ora tre lunghezze dai marchigiani e a pari punti con i molisani; semplice crisi di risultati o senso di appagamento dovuto allo straordinario e per certi versi inaspettato forcing iniziale? Difficile trovare una risposta. I tre punti che separano la compagine notareschina dalla vetta sono tutt’altro che incolmabili, specie considerando che mancano due mesi alla fine del campionato, ma occorrerà operare un cambio di passo il prima possibile, a partire dalla prossima delicata trasferta ad Agnone contro l’Olympia, dove un ulteriore passo falso e una contemporanea vittoria del Matelica rischierebbero di compromettere la corsa del San Nicolò alla vittoria finale. C’è bisogno di ritrovare la squadra di inizio stagione, quella capace di inanellare undici vittorie consecutive e di guadagnarsi le lodi anche da prestigiose testate a livello nazionale: per non buttare alle ortiche un successo che sembrava saldamente in cassaforte e che sta invece lentamente scivolando di mano.