E’ finito ancora sul banco degli imputati, il direttore sportivo del Taranto, Vincenzo De Santis. Nel tardo pomeriggio di ieri, nei pressi del Nautilus (un noto locale tarantino), è stata ritrovata una testa mozzata di un animale con una lettera, sulla quale c’era scritto: “DS sporco Barese”, contestato, insieme alla dirigenza rossoblù dopo la sconfitta contro il Foggia. Queste le sue dichiarazioni nella conferenza stampa odierna:
“Se qualcuno pensa di intimorirmi, si sbaglia di grosso: non ho mai pensato di dimettermi e non mi dimetterò. L’unico che può mandarmi via è il mio presidente. Anzi, lo annuncio pubblicamente: sono pronto a un confronto con tutti coloro che vogliono metterci la faccia. In ogni caso, questa minaccia mi sa tanto di premeditazione perché sono qui solo da due mesi e non possono essere considerato il colpevole di 27 anni di insuccessi. Se dietro questa storia c’è qualcuno che vuole il Taranto, credo non sia il modo giusto. Che si sbilanciasse e chiedesse il club a Massimo Giove, il quale ha sempre mostrato disponibilità. Il senso di questa conferenza è salvaguardare la parte buona della città augurandomi che i responsabili vengano assicurati alla giustizia. Sinceramente, mi ha fatto più male la prestazione di domenica, perché non me l’aspettavo, che la minaccia. Avevo riposto molta fiducia nella gara con il Foggia, ero convinto che avrebbe potuto rappresentare la svolta, anche se sapevamo che la vetta era molto lontana. Mi aspettavo una prestazione d’orgoglio, invece c’è stata tanta confusione. Personalmente, non avevo la forza di parlare perché non sapevo cosa dire, ero troppo deluso. Parlerò con l’allenatore perché credo sia giusto lasciare spazio a qualche giovane che merita. In ogni caso, posso dire che per il momento la progettualità è ferma perché il presidente è molto deluso dai risultati e non so se ha voglia di continuare al termine di questa stagione. Mi ha confidato che nonostante gli sforzi profusi e i soldi spesi, viene contestato: a questo punto, chi gliela fa fare?”.