In un contesto generale già di per se’ grandemente compromesso a causa di un rendimento globale a dir poco deficitario, in casa Chieti sembra voler piovere sul bagnato. A fare scalpore nelle ultime ore, la querelle nata tra il Club neroverde e l’attaccante sardo Stefano Sarritzu. Con un apposito Comunicato Stampa, il Chieti ha annunciato di aver messo fuori rosa con effetto immediato il 27enne ex Torres e Pineto tra le altre. Non solo questo però; si è parlato anche di imminente sanzione economica inflitta al giocatore stesso e di situazione sottoposta all’attenzione degli organi federali competenti.
Una vicenda intricatissima, che rischia di minare quel già flebile barlume di serenità che prova a farsi spazio nello spogliatoio teatino. La classifica del Girone F è tristissima per gli abruzzesi, con il Chieti al penultimo posto con 17 punti, in piena zona retrocessione, con la peggior difesa, il secondo peggior attacco, reduce da cinque sconfitte consecutive e in cerca della “concentrazione” giusta per preparare al meglio l’importantissimo scontro diretto in programma Domenica prossima in casa del Cattolica San Marino, compagine collocata un punto più su rispetto ai neroverdi di Alessandro Grandoni.
In un momento così delicato, la vicenda-Sarritzu si rivela ancor più fuori luogo, seppur figlia, a quanto sembra, del comportamento tenuto dal Calciatore nella notte tra il 1º e il 2 di Febbraio. Sarritzu non era stato convocato per la gara interna di Sabato scorso contro il Matelica perché alle prese con una bronchite, ma la notte stessa del match avrebbe avuto un atteggiamento ben poco gradito alla Società.
L’attaccante classe ’92, era arrivato nel mercato di Dicembre dal Pineto e non ha messo a segno alcuna rete nei quattro match disputati con la maglia neroverde indosso. Chiaramente nessuno avrebbe mai immaginato che si sarebbe potuto registrare un simile epilogo nella parentesi chietina di Sarritzu e in questo momento, l’unica speranza di chi abbia a cuore le sorti del glorioso Club neroverde, è senz’altro quella che questo spiacevole episodio non si riverberi negativamente su di un gruppo fortemente “appesantito” nella testa e nelle gambe e che ha bisogno solo di un minimo di tranquillità per giocarsi fino in fondo le proprie chances-salvezza.