In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’attaccante della Correggese, Simone Saporetti.
Il 22enne atleta scuola Bologna, autore di una splendida stagione in maglia biancorossa, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Simone, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle rispettive abitazioni, anche i calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
E’ un momento storico certamente difficile per tutti. Personalmente sto vivendo questa fase abbastanza bene, cogliendo l’occasione per stare con la mia famiglia, i nonni, gli zii e i parenti, che solitamente non riesco a vedere a causa degli impegni legati al Calcio. Vivo lontano da casa da quando avevo 15 anni e mi rendo conto che trascorrere del tempo in serenità con la propria famiglia sia sempre bello.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale, dovuta alla totale mancanza di tutele e garanzie contrattuali. Qual’è il tuo pensiero a riguardo? E’ davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Il contesto generale riguardante la Serie D è abbastanza incerto e problematico. Dal punto di vista economico siamo tutti consapevoli che tra i Dilettanti si corrano dei rischi che tra i Professionisti non esistono. Io mi ritengo privilegiato, perché ho sempre avuto la fortuna di affidarmi a Società serie che hanno rispettato i propri impegni sino in fondo. Anche quest’anno mi sono imbattuto in un Club dalla struttura impeccabile, formato da gente onesta, perbene, ambiziosa e che non ci ha mai fatto mancare nulla. Purtroppo, però, so bene che in tutta Italia ci siano tantissime realtà in cui gli stipendi non vengono erogati da molto tempo e si fa grossa fatica ad andare avanti. Noi siamo consapevoli che difficilmente percepiremo le mensilità successive al momento dello stop, ma il problema principale è legato a quelle Società che non pagano già da molti mesi prima che scoppiasse la pandemia. E’ una situazione che bisogna affrontare ora e in maniera drastica, proprio per garantire un futuro sostenibile a tutto il movimento.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e calciatori?
Tutto il sistema Calcio dilettantistico risentirà pesantemente della crisi economica nazionale. Credo che anche tra i Professionisti ci possano essere importanti stravolgimenti, con numerose realtà destinate a fallire. Penso che l’intervento del Governo sia fondamentale, perché altrimenti il futuro di questa categoria sarà molto complicato. Il bonus da 600,00€ a cui possiamo già attingere noi calciatori dilettanti è un primo passo importante. Sicuramente meglio di niente, ma è chiaro che ci vorrà ben altro per venire incontro alle impellenti esigenze dei Club e delle migliaia di addetti ai lavori legati al vasto universo della Serie D.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare di concludere la stagione, scendendo in campo entro il 30 giugno o magari anche in estate inoltrata?
All’inizio della pandemia, una volta sospeso il campionato, credevo e speravo che avremmo ripreso di lì a poco. Mi allenavo intensamente a casa e avevo tutt’altro spirito rispetto ad ora. Col tempo ho compreso realmente la gravità della situazione e a cosa stavamo andando incontro. Oggi penso che le possibilità di una ripresa siano pari a zero. Ho perso ogni speranza, anche perché sono cosciente dei rischi di carattere sanitario che andremmo inevitabilmente a correre, oltre al fatto che tra i Dilettanti sarebbe impossibile attenersi a determinati protocolli. Sta facendo enorme fatica a ripartire la Serie A, immaginiamo in D o in categorie inferiori se si possa anche solo ipotizzare una ripresa. Io e i miei compagni saremmo disposti a ripartire anche in estate inoltrata pur di completare la stagione, ma ormai non abbiamo alcun dubbio circa l’imminente chiusura definitiva di quest’annata.
Si parla comunemente di “stagione falsata” in caso di campionato deciso a tavolino e di annata sportiva ancor più “falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa due mesi siano tutti completamente fermi. Quali sono le tue considerazioni a tal proposito?
Personalmente non ho dubbi che tornando in campo a breve-medio termine il finale risulterebbe “falsato”. Ripartiremmo tutti da zero, in condizioni precarie e totalmente differenti da quelle di due mesi e mezzo fa. Inizierebbe di fatto una nuova mini-stagione, senza alcun presupposto fisico, tecnico, atletico e sanitario per ipotizzare un finale che abbia un senso e determini dei verdetti più o meno attendibili.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Simone Saporetti, cosa suggerisce di fare per chiudere la stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Parto dal presupposto che qualunque decisione venisse intrapresa non si potrà mai riuscire a mettere d’accordo tutte le Società coinvolte in alta e in bassa classifica. Onestamente faccio molta fatica ad immedesimarmi nei panni di chi alla fine sarà chiamato a decidere. Dico solo che troverei assurdo che le squadre oggi in vetta nei vari Gironi non andassero incontro ad una promozione diretta, soprattutto quelle con un distacco importante sulle seconde. Mi dispiacerebbe molto anche se le squadre sul fondo delle varie graduatorie fossero condannate ad una retrocessione, quando ancora c’erano tante gare da giocare e tutte le possibilità per conquistare la salvezza sul campo. E’ un compito molto difficile da assolvere per chi avrà quest’onere e spero solo che verranno prese delle decisioni sensate nel rispetto di tutti.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua annata. Quest’anno sei stato indubbiamente tra i principali protagonisti in maglia biancorossa, scendendo in campo in tutte le 26 gare ufficiali sin qui disputate e mettendo a segno ben 13 reti. Che tipo di annata è stata quest’ultima a livello personale? Volendo produrre un bilancio rispetto alla stagione ancora in corso, come valuteresti il tuo rendimento complessivo?
La mia è stata un’annata super positiva. Ho trovato finalmente il mio equilibrio e ho concretizzato davvero la stagione che volevo. Anche da più giovane ho sempre fatto abbastanza bene, ma mai così tanto prima d’ora. Mi mancava fare il salto di qualità dal punto di vista realizzativo e quest’anno ci sono riuscito, grazie al fatto di aver trovato l’allenatore, l’ambiente e i compagni giusti perché ciò accadesse. Sono contento per essere riuscito anche a segnare al Fiorenzuola, Club in cui ho giocato l’anno scorso, e al Mantova, Società in cui ho militato nella stagione precedente. Nel complesso sono veramente felice per come è andata la mia stagione. E’ ovvio che avrei voluto continuare sino in fondo, perché ero in un periodo estremamente positivo. Peccato, perché nell’annata finora migliore della mia ancor giovane carriera, è intervenuto un evento più unico che raro a stoppare il mio percorso, ma la vita è anche questa e non posso far altro che accettare quanto accaduto.
Con le tue prestazioni di alto livello hai inevitabilmente attirato le attenzioni di diverse formazioni importanti, anche alcune di categoria superiore. Riguardo proprio ai tuoi obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate al proseguo della tua carriera?
Se la stagione si fosse completata e avessi continuato sullo stesso livello, forse ci sarebbero stati i presupposti per fare il salto in una categoria superiore. Visto com’è finita, con molte Società che non sanno ancora a quale campionato parteciperanno, con le problematiche di carattere economico che riguarderanno tutto il sistema, penso che sarà molto più difficile. In ogni caso, il mio obiettivo è quello di salire di categoria, ma se non dovessi farlo nell’immediato non sarebbe un problema. Qui mi sono trovato benissimo sotto tutti i punti di vista e al momento giusto faremo le opportune valutazioni con la Società e vedremo cosa ne verrà fuori.
Nonostante la leggera flessione accusata nelle ultime quattro uscite, la stagione della Correggese è stata semplicemente straordinaria. Attualmente siete al terzo posto in classifica, a soli tre punti dalla seconda forza Fiorenzuola, con il secondo miglior attacco del Girone D ed imbattuti contro il Mantova, formazione con cui avete pareggiato per 1-1 in trasferta grazie proprio ad uno dei tuoi centri. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, che stagione è stata sin qui quella della tua squadra?
La nostra è stata una stagione straordinaria, a maggior ragione essendo una neopromossa. Siamo stati sin dall’inizio molto ambiziosi e sicuri che avremmo potuto lottare per grandi traguardi. Il nostro non poteva essere un campionato anonimo né di poco conto. Strada facendo abbiamo coltivato sogni sempre più prestigiosi e già da un po’ avevamo l’obiettivo di arrivare quantomeno dietro al Mantova, considerato che la vetta fosse piuttosto lontana. Volevamo però insediarci al secondo posto ed eravamo lì a tre punti di distanza dal Fiorenzuola. Nonostante lo stop improvviso ed inatteso, la nostra resta un’annata spettacolare, concretizzata per merito di una Società fantastica e di un allenatore sprecato per questa categoria. Mister Cristian Serpini è un tecnico preparato, competente, dallo spessore umano importantissimo: credo sia stato lui il maggiore artefice di un così bel cammino da parte nostra.
Il pensiero di non poter più scendere in campo per provare a centrare un piazzamento ancor più esaltante, giocando magari i meritati spareggi-promozione, quanto rammarico comporta all’interno del gruppo?
La Correggese, come detto, è una Società con a capo un Presidente molto ambizioso e con alla base un progetto decisamente importante. Lui voleva andar su di categoria e credo che se non ci fosse stato il Mantova nel nostro Girone avrebbe e avremmo fatto di tutto per vincere il campionato. Ci siam fermati sul più bello, ma abbiamo sempre creduto tutti di poter lottare per un traguardo così importante. L’obiettivo minimo erano i Play-Off e va da se’ che non poterli giocare comporti una notevole amarezza in ognuno di noi.
Simone, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, ai tifosi e all’intero ambiente biancorosso?
Innanzitutto ci tengo a sottolineare che sono felicissimo di far parte di una grande famiglia come quella della Correggese. La scorsa estate ho avuto delle proposte da Società di Serie C e da altre realtà di D. Probabilmente qualcun altro avrebbe fatto scelte diverse, ma io avevo bisogno di vivere un’annata attorniato da persone che credessero tanto in me. Ho avuto l’immensa fortuna di trovare un allenatore e un gruppo incredibili, come mai mi sia capitato in carriera. L’unione tra di noi ha fatto la differenza e colgo l’occasione per mandare un forte abbraccio a tutti i miei compagni, allo Staff, ad ogni componente della Società e ai nostri tifosi. Spero che questo momento difficile passi in fretta e che si possa tornare presto a stare insieme, continuando a vivere quelle emozioni che solo il Calcio è in grado di regalarci.
Si ringraziano Simone Saporetti e la S.S.D. Correggese Calcio 1948, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.