In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il talentuoso attaccante del Fiorenzuola, Davide Arrondini.
Il 21enne atleta rossonero, autore di una splendida stagione tra le file della compagine emiliana, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Davide, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle rispettive abitazioni, anche i calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Stiamo vivendo indubbiamente un momento storico drammatico. E’ una fase delicata in cui ognuno può dare il proprio contributo rispettando le regole che ci vengono imposte dal Governo, sperando che quanto prima si possa tornare tutti noi alla normalità. Personalmente sto trascorrendo la quarantena in casa con i miei genitori, tenendomi allenato e alternando del tempo trascorso a studiare con dell’altro a svagarmi con i videogiochi. In questo momento il mio pensiero va a tutte quelle persone che stanno combattendo con il virus, a chi ha perso dei cari a causa della pandemia e a chi non lavora e fa grande fatica a mandare avanti la propria famiglia. Per fortuna ho notato che è stata manifestata tanta solidarietà nei confronti delle persone maggiormente in difficoltà e questo mi fa stare decisamente meglio.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale, dovuta alla totale mancanza di tutele e garanzie contrattuali. Qual’è il tuo pensiero a riguardo? E’ davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
E’ una preoccupazione più che legittima, che caratterizza chiunque appartenga alla nostra categoria. Da questo punto di vista mi ritengo molto fortunato poiché quest’anno ho giocato a servizio di una Società impeccabile sotto tutti i punti di vista, a cominciare dalla puntualità nel pagamento degli stipendi. Purtroppo però, la realtà del nostro movimento è che la maggior parte dei Club non riescono ad ottemperare puntualmente ai propri impegni, alcuni non lo fanno per niente, facendo restare i rispettivi tesserati per molti mesi senza percepire alcunché. Il fatto di non poter godere di nessuna tutela e garanzia contrattuale ci penalizza gravemente. In questo caso, il mio pensiero non va tanto a tutti i giovani che militano in Serie D e che il più delle volte hanno le “spalle coperte” dai genitori, quanto a quelle persone più grandi che dovrebbero guadagnare da vivere attraverso il Calcio ed ora si ritrovano in una situazione a dir poco paradossale. Per quanto riguarda la possibile crisi che caratterizzerà il nostro settore, penso che sarà pressoché inevitabile. Allo stato attuale è tutto paralizzato, a cominciare dall’economia nazionale e di questo risentirà tantissimo tutto il Calcio dilettantistico una volta che si riprenderà regolarmente l’attività agonistica.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e calciatori?
Sicuramente molte Società dilettantistiche ne usciranno provate a livello finanziario da questa grave situazione, un po’ come tutti gli addetti ai lavori del resto. Non escludo che alcune realtà possano non riuscire a superare indenni questa fase arrivando a rinunciare alla partecipazione a qualunque campionato. Oltre ai rischi di carattere economico, un’eventualità ancor più catastrofica potrebbe riguardare una mancata ripartenza persino nella prossima stagione. Ciò non lo ritengo impossibile visto che non sappiamo come si evolverà la pandemia, e soprattutto non possiamo sapere se nei mesi a venire ci saranno le condizioni sanitarie adeguate per riprendere gli allenamenti di gruppo anche nella nostra categoria.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare di concludere la stagione, scendendo in campo entro il 30 giugno o magari anche in estate inoltrata?
Credo che sia nelle convinzioni di tutti il fatto che la stagione sia terminata anzitempo. Purtroppo sembra che nessuno voglia prendersi la responsabilità di dircelo, ma si è capito da tempo come ciò sia inevitabile. Non ci sarebbero sicuramente gli strumenti, le strutture e le risorse per rispettare tutte le norme igenico-sanitarie previste in un eventuale protocollo. In ogni caso è tempo di definire la chiusura di questa stagione e speriamo vivamente che dall’alto smettano di rimandare ogni decisione, consentendoci di valutare il destino sportivo di ognuno di noi e di programmare con calma un futuro già di per se pieno di incognite.
Si parla comunemente di “stagione falsata” in caso di campionato deciso a tavolino e di annata sportiva ancor più “falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa due mesi siano tutti completamente fermi. Quali sono le tue considerazioni a tal proposito?
Innanzitutto penso che, proprio per la gravità del periodo storico che stiamo attraversando, sia sbagliato ricercare una soluzione a tutti i costi per terminare il campionato. Siamo fermi da due mesi, ci alleniamo da soli tra le mura domestiche e forse, “staccare la spina” mentalmente, è una conseguenza fisiologica e inevitabile. Non so se si possa addirittura ritenere “falsato” il finale, ma se si tornasse in campo per disputare le restanti gare, di sicuro si assisterebbe a partite agonisticamente ben diverse da quelle viste fino a due mesi fa.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari campionati. Tra l’altro voi siete particolarmente coinvolti da questo tipo di discorso trovandovi al secondo posto della classifica e potenzialmente in corsa per un eventuale ripescaggio in Lega Pro. In caso di chiusura definitiva del campionato, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Davide Arrondini, cosa suggerisce di fare per chiudere la stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Mi sbilancio anche se a malincuore, visto che ad oggi siamo secondi in classifica. Se alla fine toccasse effettivamente alla Lega stabilire ogni verdetto conclusivo, credo che la soluzione meno penalizzante sarebbe quella di promuovere le attuali capolista, bloccando del tutto le retrocessioni. Mi rendo conto che sia difficile soprattutto la seconda ipotesi, perché adottando lo stesso criterio in tutte le Leghe si rischierebbe la composizione in sovrannumero dei Gironi futuri e sarebbe davvero complicato organizzarsi a livello strutturale. Certamente non sarà un compito semplice quello di chi avrà da gestire quest’onere, spero soltanto che si faccia in modo di scontentare quante meno realtà possibile.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua annata. Reduce dall’ottima stagione a livello personale con il Classe, quest’anno sei stato indubbiamente tra i principali protagonisti in maglia rossonera, scendendo in campo in 25 gare ufficiali e mettendo a segno 6 gol tra cui quello del definitivo 3-3 del “Martelli” nel big-match contro il Mantova. Volendo produrre un bilancio rispetto alla stagione ancora in corso, come valuteresti il tuo rendimento complessivo? E riguardo ai tuoi obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate al proseguo della tua carriera?
Devo dire che sono molto contento di questa stagione a livello personale. A Fiorenzuola ho trovato un ambiente fantastico, dai magazzinieri allo Staff Tecnico, passando per la segreteria. Per quanto riguarda il campo ho ancora tanto da lavorare e da migliorare, ma penso di avere imparato tante cose quest’anno, sia dal Mister sia dai miei compagni. E’ un gran peccato che purtroppo sia andata a finire così, perché ci eravamo posti degli obiettivi importanti che speriamo di raggiungere l’anno prossimo magari migliorandoci ancora. A livello personale penso in grande e ambisco a migliorarmi sempre di più. Quest’anno, nonostante ci fossero da giocare ancora tante partite, sono riuscito a segnare diversi gol in più rispetto alla scorsa annata con il Classe, quindi non mi lamento affatto. L’anno prossimo, in qualsiasi contesto mi ritroverò, spero di continuare a migliorare dal punto di vista realizzativo, ma anche fisico e tecnico.
La stagione del Fiorenzuola è stata assolutamente splendida. Siete da tantissimo tempo la seconda forza del Girone D, con la seconda miglior difesa e un ruolino generale di altissimo livello, nonostante la leggera flessione accusata nelle ultime tre gare disputate. Nella gara di Mantova avete dimostrato di poter tenere tranquillamente testa alla capolista e con altre dieci gare da giocare più eventuali Play-Off, poteva ancora accadere di tutto in ottica promozione. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, come giudicheresti la stagione della tua squadra? Il pensiero di non poter più scendere in campo per completare del tutto il percorso iniziato la scorsa estate, quanto rammarico comporta all’interno del gruppo?
E’ stata una stagione semplicemente pazzesca! E’ davvero un peccato che sia dovuta terminare in questo modo, perché si respirava un’aria fantastica nello spogliatoio e in campo. Nella nostra splendida annata la differenza l’ha sempre fatta il gruppo, che non era composto solo da noi calciatori ma anche da tutte le persone che lavorano per la Società e dai nostri tifosi: per me è importante sottolineare questo, perché è raro imbattersi in ambienti del genere. Ho sempre avuto la sensazione che potessimo concretizzare qualcosa di grande, anche dopo le tre sconfitte consecutive rimediate nelle ultime tre uscite. Aver chiuso con quel ruolino non in linea con il rendimento palesato durante tutto l’anno, rende ancor più amaro questo epilogo inatteso, doloroso e duro da accettare per tutti noi. Il rammarico più grande è costituito dal fatto che ci si è dovuti interrompere sul più bello. Tra l’altro, l’armonia che si era creata all’interno del nostro spogliatoio era qualcosa di indescrivibile, non c’era nulla fuori posto e sono convinto che tutti avessero delle grandi aspettative su quanto avremmo potuto costruire insieme, proprio a dimostrazione dell’unicità dell’ambiente che si era formato per merito di ogni singola componente della squadra.
Davide, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, ai tifosi e all’intero ambiente rossonero?
Prima di ogni cosa mi auguro di poter rivedere e riabbracciare presto ognuno dei miei compagni, lo Staff Tecnico e tutte le persone che fanno parte della grande famiglia del Fiorenzuola. Spero che stiano tutti bene e ringrazio la Società e i tifosi per avermi fatto sentire come a casa sin dal primo giorno. Penso che non avrei potuto fare una scelta migliore la scorsa estate e non posso far altro che augurare il meglio a tutti quanti, in attesa di ritornare alla tanto sospirata normalità.
Si ringraziano Davide Arrondini e l’U.S. Fiorenzuola 1922, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.