In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il talentuoso esterno destro della Team Altamura, Andrea Santangelo.
Il 19enne duttile atleta scuola Cosenza, autore di un’ottima stagione in maglia biancorossa, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Andrea, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle rispettive abitazioni, anche i calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Stiamo vivendo tutti quanti un momento molto difficile. La pandemia ha totalmente stravolto le nostre abitudini e causato una paura generalizzata, relativa principalmente al futuro di ognuno di noi. Sono abbastanza preoccupato ma, al tempo stesso, sono fiducioso rispetto ad un rapido ritorno alla normalità. Le restrizioni a cui siamo stati soggetti negli ultimi mesi mi hanno costretto ad allenarmi da solo, tra le mura domestiche, in condizioni decisamente diverse da quelle in cui siamo soliti ritrovarci con la squadra.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale, dovuta alla totale mancanza di tutele e garanzie contrattuali. Qual’è il tuo pensiero a riguardo? E’ davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Siamo certamente in una fase molto delicata, dove la maggior parte delle Società si trovano in gravi difficoltà e dove noi calciatori risentiamo non poco di questo momento così difficile. Siamo tutti abbastanza preoccupati, ma guardiamo al futuro con uno spirito ottimistico, auspicando una pronta ripresa di tutti gli Sport. Per noi Dilettanti la speranza è quella che, chi di dovere, trovi una soluzione per venirci incontro in modo concreto. L’unica misura adottata fino ad ora a beneficio della nostra categoria, equivale ad una forma di sostentamento economico non ancora precisata e che dubito possa rivelarsi adeguata alle esigenze personali e familiari di ognuno di noi.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e calciatori?
Sono assolutamente convinto che le istituzioni governative e calcistiche abbiano l’obbligo di intervenire sul sistema Calcio dilettantistico. Siamo in assoluto la categoria meno tutelata, nonostante il nostro impegno quotidiano sia lo stesso di chi gioca e lavora tra i Professionisti. Siamo in grossa difficoltà noi e lo sono anche le varie Società. Senza le opportune contromisure si rischia seriamente di assistere ad una drastica decimazione del numero delle compagini presenti in Serie D e, di conseguenza, molti di noi potrebbero fare grande fatica nel trovare collocazione per il prossimo campionato.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare di concludere la stagione, scendendo in campo entro il 30 giugno o magari anche in estate inoltrata?
La mia speranza è certamente quella di riprendere l’attività agonistica non appena ci dovessero essere le opportune condizioni sanitarie. Purtroppo, allo stato attuale, è molto difficile che ciò avvenga. La maggior parte delle Società dilettantistiche non hanno le risorse economiche e logistiche per poter riprendere a breve ogni attività, garantendo ai propri tesserati una ripartenza in totale sicurezza. Tornare a giocare a ridosso o durante l’estate, mi farebbe stare molto più tranquillo e soprattutto eviterebbe ulteriori perdite economiche, sia per le società, sia per i calciatori.
Si parla comunemente di “stagione falsata” in caso di campionato deciso a tavolino e di annata sportiva ancor più “falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa due mesi siano tutti completamente fermi. Quali sono le tue considerazioni a tal proposito?
In caso di ripresa, penso che in un certo senso si potrebbe parlare di “finale falsato”, più che altro perché non potremmo mai tornare a giocare ai soliti ritmi. Agonisticamente qualcosa andrebbe perdendosi, ma ciò sarebbe fisiologico ed inevitabile, proprio a causa dello stop prolungato. Sappiamo benissimo che non sarebbe lo stesso, sia in termini di gioco, sia di tenuta atletica.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Andrea Santangelo, cosa suggerisce di fare per chiudere la stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Se si arrivasse ad una chiusura anticipata, credo sia giusto che le squadre attualmente in testa alle varie classifiche vengano promosse in Serie C. In bassa classifica, invece, la cosa più opportuna potrebbe essere quella di bloccare del tutto le retrocessioni, ipotizzando la composizione in sovrannumero dei Gironi dell’anno prossimo. Sono delle ipotesi, ma l’unica certezza è che sia impossibile accontentare tutti. Il compito della Lega sarà indubbiamente molto difficile, ma spero che si riesca a trovare la soluzione più opportuna nel rispetto di tutti.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua annata. Quest’anno, sei stato indubbiamente tra i principali protagonisti in maglia biancorossa, scendendo in campo in 26 gare ufficiali su 27 stagionali. Che tipo di annata è stata quest’ultima, a livello personale? Volendo produrre un bilancio rispetto alla stagione ancora in corso, come valuteresti il tuo rendimento complessivo? E riguardo ai tuoi obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate al proseguo della tua carriera?
Per essere il mio primo anno tra i Dilettanti, a livello di Prima Squadra, non mi aspettavo questi risultati. Sono molto felice che il Mister mi abbia dato sempre grande fiducia, facendomi ricoprire diversi ruoli nel corso della stagione. Spero solo di aver ricambiato la sua stima attraverso un impegno costante. Per quanto concerne il futuro, il mio obiettivo principale è senz’altro quello di impormi tra i Professionisti. Sin da piccolo ho coltivato con determinazione la passione per il Calcio e sono convinto che tutti i sacrifici, prima o poi, vengano ripagati. Cerco di non accontentarmi mai, sicuro che non ci siano limiti per il proprio miglioramento. Ho grande ambizione e continuerò a coltivare i miei sogni cercando di puntare sempre più in alto.
La stagione della Team Altamura è stata molto “particolare”. In un Girone da molti definito in partenza una vera e propria “C2”, avete condotto un campionato più che dignitoso e ad oggi sareste matematicamente salvi, conservando un margine di tre punti sulla zona Play-Out. Visto il valore dell’organico biancorosso, probabilmente era lecito attendersi qualche punticino in più, anche se si può comunque parlare di un buon percorso da parte vostra. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, che stagione è stata sin qui quella della Team Altamura? Il pensiero di non poter più scendere in campo per cercare di consolidare la vostra posizione di classifica, quanto rammarico comporta all’interno del gruppo?
E’ stata una stagione particolare, ma tutto sommato positiva. Abbiamo perso dei punti fondamentali durante il campionato, che potevano incidere pesantemente sulla nostra classifica. Poteva essere una stagione ancor più esaltante, ma il rammarico più grande non è tanto relativo al fatto di non continuare la stagione, quanto alla mancata possibilità di affrontare le formazioni che occupano le prime posizioni nel momento migliore della nostra squadra.
Andrea, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, ai tifosi e all’intero ambiente biancorosso?
Indipendentemente da quello che sarà il mio futuro e l’epilogo di questo campionato, auguro il meglio alla nostra Società, sperando che riesca ad uscire indenne da questa difficile situazione. Auguro a tutti i miei compagni una carriera brillante, in particolare a Mirko Guadalupi, un amico dentro e fuori dal campo, un punto di riferimento soprattutto nei momenti difficili, e a Mattia Guido, mio simile in tutto. Tra me e lui c’è e ci sarà sempre un rapporto speciale, forse perché siamo nati lo stesso giorno, chissà. Ringrazio i tifosi della Team Altamura per il calore dimostratomi sin dal mio arrivo e ringrazio tutto lo Staff per la professionalità e la serietà dimostrate. Infine, un “Grazie” anche alla Redazione di TuttoSerieD per quest’intervista e per avermi dato l’opportunità di esprimere i miei pensieri in un momento storico molto particolare per ognuno di noi.
Si ringraziano Andrea Santangelo e l’A.S.D. Team Altamura, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.