In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il Bomber del Porto Sant’Elpidio, Francesco Maio.
Il 26enne centravanti campano, attuale capocannoniere del Girone F di Serie D, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Francesco, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Stiamo vivendo tutti un momento storico molto triste. Forse non ce ne rendiamo conto appieno, ma è come essere in guerra. In questa fase, è necessario fare di tutto per ridurre i danni, già grandissimi, causati dalla pandemia. Attraverso un comportamento responsabile, cerchiamo di aiutare i medici, gli infermieri e tutte quelle persone che vivono e lavorano in funzione nostra e per la salvaguardia della salute di ognuno di noi. Grazie a Dio, io e i miei cari stiamo bene. Personalmente, sto trascorrendo questo periodo a casa, con la mia ragazza, cercando di affrontare tutto con la dovuta tranquillità. Sappiamo come sia necessario attenersi alle regole che ci sono state impartite dal Governo e anch’io sto facendo questo. E’ fondamentale non commettere delle leggerezze, senza rischiare nulla. La vita e la salute devono essere al primo posto e, in questa fase di profonda incertezza, è doveroso restare a casa per il proprio bene e per quello dell’intera comunità. Cerchiamo di essere sempre positivi e ottimisti, nella speranza che chi di dovere ci aiuti e ci tuteli nella maniera più opportuna.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale, dovuta dalla totale mancanza di tutele e garanzie contrattuali. Qual’è il tuo pensiero a riguardo? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Questa è una problematica che affligge da molto tempo la categoria. Ci sono situazioni drammatiche, con società ferme addirittura ad ottobre o novembre scorso con il pagamento degli stipendi, società che non si sarebbero neppure dovute iscrivere al campionato. Chi agisce in questi termini non ha rispetto di ragazzi e uomini con famiglie a carico, che oggi non sanno come fare per arrivare a fine mese. Diversi Club avevano maturato una situazione debitoria importante già prima che scoppiasse le pandemia e adesso stanno approfittando di questa sosta forzata per non pagare più, né il pregresso, né quanto dovuto dal momento dello stop in avanti. Tutto questo non è giusto, ed è arrivato il momento di svoltare per quanto riguarda le tutele dei tesserati. Noi ci alleniamo praticamente tutti i giorni, facendo in tutto e per tutto la vita dei Professionisti, eppure, non ci viene garantito alcunché. Non so quale soluzione possa adottare la Lega, ma di certo non si può andare avanti così. Bisogna ripensare del tutto i nostri contratti, oppure si dovrà istituire un fondo apposito, da cui attingere in caso di mancata retribuzione. Potrei produrre mille ipotesi, ma non sono io a dover suggerire nulla. Dico solo che qualcosa va fatta e anche in fretta. Pensiamo che oggi, la maggior parte dei calciatori e degli allenatori che spingono per una ripresa, lo fanno proprio per la necessità di recuperare qualche stipendio in più. Una necessità che, tra l’altro, non è certo che coincida con un’effettiva retribuzione, proprio perché l’incertezza regna sovrana. Se non altro però, tornando a giocare, c’è qualche possibilità in più di prendere qualche soldo, e questo pensiero fa sperare in una ripresa del campionato, nonostante i mille rischi e la consapevolezza che non ci siano più le condizioni sanitarie, logistiche, tecniche ed atletiche per una ripartenza. Io mi ritengo fortunato, perché gioco per una società in regola con gli stipendi e che non ci ha mai fatto mancare nulla, ma so benissimo che ci siano tanti amici e colleghi che non sanno come andare avanti. In questo senso, auspico che si cominci a fare piazza pulita delle società inadempienti, quelle che oggi si mettono in gioco pur sapendo di non avere le possibilità per affrontare una stagione intera. Quelle stesse, che non hanno nessun timore, perché consapevoli che le sanzioni a cui potrebbero andare incontro, sarebbero tutto sommato lievi e poco penalizzanti. E’ chiaro che, questa situazione, sia destinata ad aggravarsi ulteriormente con la crisi generale che si sta delineando all’orizzonte. Ora più che mai, è necessario un intervento concreto da parte della LND, che vada a tutelare calciatori, tecnici e tesserati vari, sanzionando pesantemente quelle società che non avevano i requisiti per fare Calcio, già prima che si conoscesse l’esistenza di questo virus.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
E’ un rischio altissimo, quello di veder scomparire presto numerose società. Infatti, desta molta più preoccupazione il destino della prossima stagione, piuttosto che quello dell’annata in corso. Ci si chiede sin da ora quante società riusciranno a superare la crisi o quanti imprenditori e aziende saranno in grado di continuare ad investire nel Calcio. E soprattutto, bisogna chiedersi quanti Club saranno messi in condizione di affrontare il futuro. Se non saranno pensate ed attuate delle corpose agevolazioni, per noi calciatori sarà tutto ancor più difficile. A rimetterci, come sempre, siamo noi come categoria, assieme a quelle poche società virtuose come il Porto Sant’Elpidio. Credo sia arrivato il momento di svoltare e progredire tutti insieme. Diamoci una mano, veniamoci incontro, Lega, società, calciatori e addetti ai lavori. Immaginare un intervento diretto del Governo, in questo momento, è inverosimile. Ci sono problemi troppo più grandi e gravi da affrontare e non credo che ci possa essere una manovra speciale destinata esclusivamente al Calcio dilettantistico. Il Governo potrà aiutarci sensibilmente, dando una mano alle imprese, alle aziende e agli imprenditori italiani: una circostanza necessaria, utile a far ripartire l’economia del Paese e, di riflesso, a garantire un futuro al nostro movimento.
In cuor mio, spero che tra le varie Leghe ci si sostenga a vicenda. Probabilmente, basterebbe che la Serie A desse una mano, un contributo, un sostegno economico destinato alle categorie inferiori, per poter risolvere gran parte delle problematiche già esistenti. E’ giusto che il sistema-Calcio aiuti se stesso, con le Leghe impegnate a lavorare per il bene dei rispettivi Club e tesserati. Penso che già in questo modo, riusciremmo a risolvere tante situazioni critiche, senza che si vada incontro a scenari ancor più drammatici di quelli che si possono ipotizzare in questo momento.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare di concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 giugno o magari anche in estate inoltrata?
Io sono assolutamente convinto che non ci siano più le condizioni per una ripresa. Il nostro, è uno Sport di contatto continuo, già nello spogliatoio è impossibile evitare contatti, figuriamoci in campo. Tra l’altro, ciò che mi porta a ritenere impensabile una ripartenza, è il fatto che in C, in D, e nelle categorie inferiori, sia impossibile che le società riescano ad attenersi scrupolosamente agli opportuni protocolli sanitari. Quanti dei 166 Club di Serie D potranno permettersi tamponi, controlli, precauzioni, sanificazioni e quant’altro? Forse una decina: e tutti gli altri? Senza contare che il rischio di contagio, durante una gara sul terreno di gioco, sarebbe sempre e comunque altissimo. E’ davvero impensabile completare il campionato e mi meraviglia che ci sia qualcuno che ancora lo crede possibile. Pensiamo piuttosto a risollevare le sorti dell’Italia e poi, solo dopo, a tempo debito, penseremo al Calcio. Ripartire a breve-medio termine, costituirebbe un rischio troppo grande, che non varrebbe la pena prendere e di cui, nessuno, credo voglia assumersi la responsabilità. Anch’io ho una voglia matta di ritornare a giocare. Non vedo l’ora di tornare ad indossare gli scarpini, di lottare sul campo, magari incrementando il mio bottino di gol. Ma cerco di essere realista e responsabile, rendendomi conto che ciò non sia possibile. Sono contrario anche ad una ripresa in piena estate. Non ci sarebbe alcun problema a giocare a certe temperature, ma pensare di finire sul campo questa stagione a Luglio, o ad Agosto, significherebbe condizionare pesantemente anche la prossima annata. In quel caso, quando inizierebbe il precampionato? E il mercato? Ci sarebbero delle conseguenze gravissime anche nella prossima stagione, e questo, è ciò che si dovrà evitare più di tutto.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa due mesi siano tutti completamente fermi. Quali sono le tue considerazioni a tal proposito?
Penso che si potrebbe parlare di “stagione falsata” se si riprendesse a giocare. Questo, sia per le ragioni di carattere sanitario a cui ho fatto riferimento prima, sia perché, dopo circa due mesi di stop, ricomincerebbe di fatto un altro campionato, con gare disputate a ritmi ben diversi rispetto a quelli di due mesi fa. Anche allenandosi per due o tre settimane prima di scendere in campo, si riprenderebbe con le gambe pesanti, oltre che con tanta preoccupazione e poca lucidità. Non avrebbe alcun senso e non potremmo neppure essere costretti a giocare otto o più partite nello spazio di 30-40 giorni, scendendo in campo ogni tre giorni: in questo caso sarebbe davvero falsato il finale. Ancor di più, pensando che si dovrebbe giocare senza pubblico, e realtà come Mantova, Palermo, Foggia, Campobasso, Lucchese e non solo, hanno sin qui costruito i propri successi contando sull’apporto di un pubblico numeroso e sul quale non potrebbero più fare affidamento. Sarebbe un danno incredibile dal punto di vista agonistico ed economico. Capisco perfettamente chi parla di “finale falsato” in caso di improvvida ripresa. Diverso sarebbe in caso di chiusura anticipata, perché si sono già completati 2/3 della stagione ed è quindi plausibile che si arrivi a dei verdetti conclusivi sulla base delle attuali classifiche. Nessuno potrebbe parlare di esito “falsato” in tal caso, specie perché c’è un motivo più che valido per chiudere qui la stagione. Dispiacerebbe molto per le squadre eventualmente penalizzate da una retrocessione d’ufficio o per le seconde che sono ad un punto dalla vetta, ma è inevitabile che a salire direttamente siano solo le capolista.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente Stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Francesco Maio, cosa suggerisce di fare per chiudere la Stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Francamente, non vorrei mai essere nei panni di chi dovrà decidere. In qualsiasi direzione si dovesse andare, è inevitabile che ci siano realtà scontente e fortemente penalizzate da una chiusura anticipata. L’obiettivo credo che debba essere quello di individuare la soluzione meno penalizzante. Bisogna in un certo senso “tutelare” le seconde, le terze, individuare le realtà che effettivamente abbiano i requisiti per affrontare al meglio la Serie C e trovare un’adeguata soluzione con la Lega Pro. In ogni caso, temo che verranno meno moltissime squadre, in C come in D, e sono certo che per quelle società che si vedessero penalizzate da un verdetto a tavolino, si aprirebbero le porte per un ripescaggio nella categoria superiore. Quindi, alla fine, il problema potrebbe essere meno grave di quanto possa sembrare. E’ giusto che società come Foggia, Savoia, Prato, Monterosi e anche altre di questo calibro, abbiano la possibilità di accedere ad un ripescaggio in C. Bisognerà dare a tutti un’opportunità importante, anche a quelle società attualmente collocate in zona retrocessione. E in più, eliminerei dalla scena quelle società che si siano dimostrate inadeguate e che non hanno pagato gran parte degli stipendi. Sicuramente, all’orizzonte, ci sono tante decisioni difficili da prendere per la Lega. Le soluzioni sono molteplici e la mia speranza resta quella che venga intrapresa la strada che faccia il minor numero di “scontenti” possibile, cercando di salvaguardare a tutti i costi la regolarità della prossima stagione.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua Stagione. La scorsa estate, il Porto Sant’Elpidio ti ha voluto fortemente e hai sposato questa causa con convinzione, siglando sin qui quindici centri, che ti fanno essere l’attuale capocannoniere del Girone F. Che tipo di annata è stata quest’ultima, a livello personale? Volendo produrre un bilancio rispetto alla Stagione ancora in corso, fino ovviamente al momento dello stop, come valuteresti il tuo rendimento complessivo?
Il Porto Sant’Elpidio mi cercava già da due anni. Hanno manifestato un interesse talmente forte nei miei confronti, tanto da non avere dubbi nel decidere di sposare il loro progetto. E’ stata determinante più di tutto la chiamata che ho ricevuto da Mister Mengo, che ha speso parole ed apprezzamenti nei miei confronti, che non dimenticherò mai. Mi sono ritrovato in una società serissima e in una piazza ideale per fare bene. Una piccola grande famiglia, in cui mi trovo benissimo. Dopo alcune delusioni maturate nei primi anni di carriera, avevo un po’ mollato mentalmente. Poi mi sono ripreso ed ero reduce da alcune stagioni importanti di Eccellenza, chiuse con 18 gol, poi 19, poi 21 l’anno scorso, e cosi mi è di nuovo tornata la voglia di misurarmi ad alto livello. Nel complesso, posso dire di aver vissuto una stagione molto bella e gratificante. Son voluto tornare in D proprio per dimostrare di poterci stare e credo di essere riuscito in questo intento. Ritrovarmi in testa alla classifica marcatori, insieme a giocatori del calibro di Pera e Leonetti, è per me motivo di grande soddisfazione. Ovviamente, si può sempre migliorare, ma tutto sommato sono soddisfatto del mio rendimento. Ci tengo però a dire che, se ho potuto rendere in un certo modo, è stato principalmente merito della squadra, dei miei compagni, che mi hanno messo nelle condizioni di far bene. L’ambiente biancazzurro, e una condizione di piena serenità mentale, hanno inciso tantissimo sulla mia stagione, anche se, a fare la differenza, è stato sicuramente il Mister. Con lui ho un rapporto splendido, mi ha sempre concesso fiducia incondizionata, mi ha dato innumerevoli consigli e motivato al massimo sin dal mio arrivo qui. Devo dire “Grazie” a lui in primis, se ho potuto concretizzare questo genere di annata. Sono cresciuto molto, sono maturato, diventando più consapevole dei miei mezzi, e poi, in un ambiente ideale, è stato semplice determinare questa grande stagione a livello personale.
Con le tue prestazioni sempre di alto livello e una media-gol da attaccante di primissimo piano, hai inevitabilmente attirato le attenzioni di diverse formazioni di Categoria superiore. Riguardo proprio ai tuoi obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate al proseguo della tua carriera?
In realtà, in ottica mercato, si è mosso qualcosa già nello scorso gennaio, ma non sarei mai andato via lasciando a metà un percorso affrontato con un Club che ha fatto di tutto per avermi. Mi sarebbe sembrato disonesto pensare di andar via nel pieno della stagione. Naturalmente, in futuro, spero di poter fare sempre meglio, con l’obiettivo di arrivare più su possibile. Mi piacerebbe molto salire di categoria, ma di certo non disdegnerei affrontare un campionato di Serie D a vincere. Sono molto ambizioso e spero di continuare a progredire, sia in termini di gol, sia riguardo alle prospettive di carriera.
Questa società ha ritrovato la D dopo circa trent’anni e, al momento, la classifica dice che sareste salvi, senza dover passare dai Play-Out. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, che Stagione è stata sin qui quella del Porto Sant’Elpidio? L’eventualità che non possiate più tornare in campo per cercare di centrare un piazzamento ancor più esaltante, quanto rammarico comporterebbe dentro di voi?
A inizio stagione, in molti ci davano per spacciati, senza alcuna possibilità di permanenza. Forse perché eravamo visti come la classica matricola, che aveva fatto pochi acquisti e confermato gran parte dell’organico dell’anno precedente. Poi però, abbiamo smentito tutti sul campo, concretizzando un campionato stupendo, condotti da un allenatore straordinario. In questo momento, non solo saremmo aritmeticamente salvi, ma, avendo un margine di quattordici punti sulla terzultima, non si disputerebbero neppure i Play-Out. Il bilancio è sicuramente più che positivo. Per altro, ci siamo ritrovati in un Girone in cui il livello si è notevolmente alzato rispetto agli ultimi anni, con squadre importanti, organici di tutto rispetto e piazze gloriose ed ambiziose come Campobasso, a mio avviso la compagine più forte del raggruppamento, con un pubblico di categoria decisamente superiore. Noi siamo partiti fortissimo, dopo le prime 7/8 gare eravamo a ridosso del terzo posto, poi abbiam pagato lo scotto della matricola, un po’ di inesperienza e abbiamo vissuto un netto calo fisiologico. Da inizio novembre a metà dicembre, abbiamo fatto fatica a trovare i risultati. Poi, a partire da gennaio, abbiamo trovato il nostro equilibrio e siamo sempre stati lontani dalla zona Play-Out. Tenuto conto di tutto, penso di poter dire che sia stato un ottimo campionato, pienamente in linea con gli obiettivi iniziali. Non saremmo rammaricati in caso di mancata ripresa. Certo, ci dispiacerebbe un po’, perché il campo manca tantissimo e sarebbe bello anche salvarci definitivamente completando del tutto la stagione. Io stesso vorrei incrementare il mio bottino di gol, però, in tutta onestà, chiudendo qui il campionato ed essendo in una posizione di classifica più che serena, ce ne faremmo tranquillamente una ragione. Per noi, l’obiettivo stagionale, è già raggiunto. Siamo una di quelle squadre che in questa situazione non risentirebbero affatto di una mancata ripartenza. In ogni caso, stiamo seguendo un programma atletico personalizzato. Siamo tutti seguiti da uno Staff molto qualificato, composto da 4/5 persone di cui due Prof, assieme ai quali riusciamo ad allenarci vedendoci tramite webcam. Un modo, questo, per sentirci più vicini e tenere alto il morale, mantenendoci in forma a prescindere da un’eventuale ripresa. Non posso non indirizzare un plauso alla società, che ha lavorato con equilibrio e competenza, non facendoci mancare mai niente. Con questo gruppo dirigente alle spalle, ci sono tutti i presupposti per far sì che questa realtà si consolidi in una categoria importante come la Serie D.
Francesco, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici e all’intero ambiente biancazzurro?
Auguro a tutti di tornare presto alla normalità, senza correre più alcun rischio per la propria salute. Voglio riservare un pensiero speciale ed un abbraccio sincero ai miei compagni, alla società e alla gente di Porto Sant’Elpidio, che mi hanno trattato e continuano a trattarmi nella maniera migliore possibile. Speriamo di tornare quanto prima ad abbracciarci e a gioire allo Stadio tutt’insieme, divertendoci liberamente, in campo e fuori.
Si ringraziano Francesco Maio e l’A.S.D. Atletico Calcio Porto Sant’Elpidio, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.