In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il Bomber del Sondrio, Alessandro De Respinis.
Il 26enne attaccante scuola Milan, attualmente al terzo posto nella classifica marcatori del Girone B di Quarta Serie, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Alessandro, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Stiamo vivendo tutti un momento molto particolare, in cui, il Calcio, passa necessariamente in secondo piano rispetto a questa epidemia. Mi rattrista tanto, il pensiero delle migliaia di vite umane che pagano ogni giorno con la propria vita. Fortunatamente, qui da noi, si è capito quasi subito che si trattasse di una situazione molto complicata. Forse si poteva agire leggermente prima, ma nel complesso penso siano state adottate le misure giuste. Io sto trascorrendo la quarantena con la mia famiglia, cercando di ottimizzare il tempo a disposizione. Mi alleno al mattino facendo della corsa, mentre alla sera, svolgo più che altro esercizi incentrati sulla forza atletica. Faccio questo tipo di lavoro fisico quasi tutti i giorni, seguendo un determinato programma e adattandomi agli spazi di cui dispongo. Per il resto, faccio anche video con gli amici e guardo serie TV, aspettando che si torni finalmente alla normalità. Non possiamo far altro che attendere con fiducia che ci venga indicata la strada giusta da seguire. Questo distacco brutale e forzato dal Calcio, rappresenta per me un’agonia ancor più grande, visto che sono fermo già da un mese prima che si fermasse il Campionato e ho una voglia matta di tornare alla solita quotidianità, e soprattutto, di ritornare a giocare a Calcio.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare che si possa concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 Giugno o magari anche in estate inoltrata?
Penso che se il 4 Maggio, gran parte delle attività produttive e lavorative in Italia dovessero riprendere regolarmente, anche per noi Calciatori si potrebbe parlare di ripresa degli allenamenti. In tal caso, il problema più grande sarebbe senz’altro costituito dalle precauzioni di carattere sanitario che dovrebbero adottare tutte le Società e che la maggior parte delle compagini di Serie D non si potrebbe permettere a livello economico. Questo credo sia in assoluto l’ostacolo più grande verso una possibile ripartenza. Diverso sarebbe nelle Categorie superiori, dove magari ci sarà modo di attuare ogni opportuno protocollo sanitario, ma in D la vedo molto difficile. In ogni caso, la speranza di tutti noi Calciatori, è quella di ritornare in campo al più presto, per completare il percorso iniziato la scorsa estate. Credo che nessuno di noi avrebbe problemi a giocare in piena estate. La prossima, tra l’altro, sarà decisamente anomala e parlare di vacanze sarà paradossale, oltre che inutile. Perciò, l’idea di finire la Stagione anche oltre il 30 Giugno, troverebbe l’appoggio di tutti. Si tratta poi del nostro lavoro e, pur di divertirci e guadagnarci da vivere giocando, saremmo tutti disposti a riprendere in qualunque periodo dell’anno, non appena ci fossero le opportune condizioni sanitarie.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale legata al presente e al futuro proprio e delle rispettive famiglie. Cosa senti di dire a questo proposito? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
È una preoccupazione legittima, che trova riscontro in determinate situazioni drammatiche, soprattutto al Centro-Sud. Ci sono ragazzi che non sanno davvero come arrivare alla fine del mese ed è una circostanza che deve finire in qualche modo. È arrivato il momento di garantire, a tutti gli atleti dilettanti, le giuste tutele e garanzie contrattuali, affinché non perdano tutto il corrispettivo pattuito inizialmente, nel momento in cui le Società di appartenenza smettessero di pagare gli stipendi, o incontrassero profonde difficoltà economiche. Si sta ipotizzando una D che diventi una Serie semi-professionistica, con le relative tutele del caso. Ho giocato cinque anni in Serie C e so bene cosa voglia dire essere pienamente tutelati in situazioni di estrema difficoltà. Non so se questa sia una soluzione percorribile, ma quel che è certo, è che sia necessaria una svolta drastica per la salvaguardia di questa Categoria e di tutti gli addetti ai lavori che vi ruotano attorno.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. I Calciatori dilettanti nel loro complesso, intesi come una vera e propria categoria sociale, si sentono sempre più soli, maltrattati e non tutelati. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
L’intervento della Lega è di fondamentale importanza. Questo è il momento più opportuno per svoltare in positivo, sotto tutti i punti di vista. Sul sostegno da parte del Governo ci andrei più cauto e ho i miei dubbi che, alla fine, riuscirà a venire incontro al nostro movimento. Probabilmente lo Stato avrà problemi più grandi da risolvere in questo momento, oppure ci sarà un ostacolo che impedisce un’immediata manovra a sostegno del nostro settore, non ho idea. Però, è senz’altro auspicabile che anche a quelle centinaia di migliaia di atleti dilettanti, venga lanciato un segnale concreto. Tutti i propositi e le soluzioni paventate negli ultimi tempi, sono rimaste ancora irrealizzate. Non si sono visti i 400 milioni di cui parla da tempo il Ministro dello Sport Spadafora e non si è visto nulla rispetto al contributo di 600,00 Euro a cui avremmo potuto accedere, avendone i requisiti per farlo. Bisogna anche vedere se il fondo d’emergenza A.I.C., di cui si sta parlando in questi giorni, sia qualcosa di reale e accessibile. Tutte possibilità importanti, che finora non hanno trovato alcun riscontro nella realtà. Spero ovviamente che sia solo una questione di tempo e che si riesca a venire incontro ad una Categoria, che non può più prescindere da determinate garanzie. È il momento giusto per attuare quelle riforme che cambino in meglio tutto il sistema. Penso che sia necessaria anche la riduzione del numero delle squadre in Serie D, ma anche in C. 166 formazioni in D e 60 in Lega Pro, sono davvero troppe e lo saranno ancor di più in futuro, immaginando le conseguenze economiche a cui anche i Club, e le rispettive Proprietà, andranno incontro. Un taglio del numero di compagini è indispensabile anche per innalzare drasticamente il livello. Bisognerà cambiare le regole che riguardano gli Under, e, insieme a questo, ripensare tante altre situazioni e dinamiche, a beneficio di un movimento giunto ormai ai minimi storici. Temo inoltre che diverse Società corrano il rischio di sparire definitivamente dalla scena, a causa delle difficoltà a cui andranno incontro alcuni Presidenti-imprenditori, che dovranno necessariamente ridurre i propri investimenti nel Calcio, dovendo prestare molta più attenzione alle rispettive aziende. Spero di non assistere a grossi stravolgimenti, ma è indubbio che lo scenario che si sta delineando all’orizzonte, è tutt’altro che positivo. Un’altra soluzione che bisognerà che la Lega adotti, è quella volta al controllo generale di tutte le Società affiliate alla LND, prima che la Stagione abbia inizio. Purtroppo non tutti i Presidenti, nei Dilettanti, sono seri e rispettosi come il nostro, che in questa fase così delicata sta cercando di arrivare ad un punto d’incontro con ogni tesserato, pur di rispettare sino in fondo tutti gli impegni presi in partenza. A Sondrio possiamo ritenerci fortunati, ma ci sono tantissimi Club che, al contrario, marciano su questa difficile situazione per non ottemperare ai propri impegni, portando avanti la cattiva gestione che li caratterizzava già da molto prima che venisse fuori il Coronavirus. Per la Lega, il problema legato alle Società che non abbiano i requisiti minimi per fare Calcio, dovrà essere una priorità nell’immediato futuro.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da ben più di un mese siano tutti completamente fermi. Il Sondrio è attualmente all’ottavo posto nella classifica del Girone B, a soli due punti dalla zona Play-Off. In considerazione della vostra posizione di classifica, che lascia ancora aperto qualunque tipo di scenario, e mancando sulla carta altre undici gare, quali aspettative avvolgono l’ambiente biancoazzurro in questo momento?
Non parlerei in alcun caso di Stagione “falsata”. Ripartendo regolarmente, nessuno di noi sarebbe condizionato in alcun modo, perché saremmo reduci dallo stesso periodo di inattività e, una ripresa del Campionato, presupporrebbe la sussistenza delle adeguate condizioni igienico-sanitarie. Attraverso le prestazioni sul campo, ogni squadra sarebbe autrice del proprio destino. Se invece fosse la Lega a delineare ogni scenario, sarebbe diverso e si correrebbe il rischio di vedere penalizzate troppe squadre ancora in lotta per obiettivi importantissimi. Anche per questo, speriamo tutti di completare la Stagione sul campo, per garantire regolarità assoluta fino in fondo. Con il Sondrio, abbiamo voglia solo di ripartire e, se lo si potrà fare, ripartiremo con grande determinazione, con in testa un obiettivo ben preciso.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente Stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Alessandro De Respinis, cosa suggerisce di fare per chiudere la Stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Questo sarebbe davvero un gran problema. È difficilissimo sbilanciarsi in tal senso. Prendiamo ad esempio la situazione del Girone A, dove Lucchese e Prato, così come Bitonto e Foggia nel Girone H, sono distanti solo un punto: come si può decretare la promozione dell’attuale prima, con un solo punto di distacco e tantissime gare ancora da disputare? Non credo che sia giusto determinare alcun verdetto a tavolino. Non è corretto nei confronti di quelle Società che hanno speso tanto e che magari, riprendendo, avrebbero tutte le possibilità per raggiungere i rispettivi obiettivi. Se fossi proprio costretto a dover prendere una decisione, per quanto non lo trovi affatto giusto, promuoverei le attuali prime nei nove Gironi, sperando che le seconde, oltremodo penalizzate da questo eventuale scenario, vengano agevolate nelle successive graduatorie di ripescaggio. In questo momento, comunque, non voglio pensare a nulla di diverso da una regolare ripresa del Campionato. In ogni caso, mi auguro che entro il 4 Maggio, si arrivi ad una decisione definitiva. È impossibile pensare di star fermi ancora oltre. Pian piano dovrà riaprire ogni settore a livello nazionale e anche il Calcio dovrà conoscere il proprio destino.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua Stagione. In due Stagioni a Sondrio, hai segnato ben 25 gol ufficiali, al netto delle undici partite che sarebbero ancora da disputare. Sono tredici in ventuno presenze quest’anno, nonostante un infortunio che ti ha tenuto fuori per circa un mese. Che tipo di annata è stata quest’ultima, a livello personale? Volendo produrre un bilancio rispetto alla Stagione ancora in corso, fino ovviamente al momento dello stop, come valuteresti il tuo rendimento complessivo?
La mia, penso sia stata un’annata estremamente positiva, forse la migliore in carriera. Con i 13 gol segnati nel Girone d’Andata, ho superato il record di 12 in Stagione e penso di poter essere molto soddisfatto a livello personale. La cosa più importante è stata l’evoluzione fisica e mentale che ho raggiunto quest’anno, in un’età dove si matura appieno, sotto tutti i punti di vista. Ho affrontato con la giusta serenità i momenti più difficili, gestendo tante situazioni in maniera ottimale. Ho cercato di lavorare sempre tanto, provando a migliorarmi anno dopo anno. C’è chi matura subito, altri fanno più fatica, come è accaduto a me nei primi cinque anni vissuti ad un livello molto alto. Guardandomi indietro, so che non ero pronto del tutto, adesso invece sento di esserlo, e mi auguro di tornare in Serie C da protagonista. Le sensazioni che sto vivendo, dovute proprio a questo processo di maturazione, possono rivelarsi determinanti, una volta tornato a giocare in Categorie superiori.
Con le tue prestazioni sempre di alto livello e una media-gol da attaccante di primissimo piano, sei finito da tempo sul taccuino di diverse formazioni di Categoria superiore. Riguardo proprio i tuoi obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate al proseguo della tua carriera?
Mi auguro, innanzitutto, che il processo di miglioramento personale continui. Solo a fine carriera capirò dove sarò potuto arrivare. La priorità resta ritornare in Lega Pro, in situazioni diverse dal passato. Voglio essere protagonista tra i professionisti, per puntare a salire ancora di Categoria. So che il mio Procuratore, Angelo Rea, sia stato raggiunto da diverse richieste e sondaggi da parte di Club di Lega Pro. La cosa mi gratifica e voglio valutare, stagione per stagione, se ci sarà la possibilità di arrivare sempre più in alto.
La Stagione del Sondrio, sin qui, è stata di ottimo profilo. Allo splendido Campionato scorso chiuso al settimo posto, avete replicato ancor meglio quest’anno, concretizzando un rendimento importante che vi ha portato ad essere, come detto, a soli due punti dal quinto posto, con trentatré punti teoricamente ancora in palio. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, che Stagione è stata quella del Sondrio? E la possibilità che non possiate tornare in campo per centrare un piazzamento ancor più esaltante, quanto rammarico comporterebbe dentro di voi?
Siam partiti ad inizio anno per salvarci, con alle spalle una Società umile, organizzata, seria, che non fa mancare niente a nessuno di noi. Abbiamo un organico composto da giovani molto forti e da atleti di esperienza e qualità. Siamo partiti fortissimo, concretizzando risultati inaspettati. Siamo un grande gruppo e abbiamo disputato un eccellente Campionato, in un Girone con meno corazzate rispetto allo scorso anno, ma molto più livellato e con tutte squadre abbastanza competitive. Siamo sempre stati lì, a giocarcela con tutti e se non siamo ancora più su in classifica, è solo perchè abbiamo pagato una rosa leggermente corta dal punto di vista numerico. Trovarci oggi a soli due punti dalla zona Play-Off è motivo di grande orgoglio e, se dovessimo riprendere, lo faremmo con il chiaro obiettivo di centrare un piazzamento tra le prime cinque. Una mancata ripresa, provocherebbe in noi un immenso rammarico. Eravamo in tanti ad avere ancora molto da dare e dimostrare. Per quanto fatto dalla scorsa estate, meriteremmo ampiamente di stare tra le prime cinque. Ci spererei per me e per i miei compagni, che meritano tantissimo. Magari non ce la faremo a raggiungere i Play-Off, ma vorremmo comunque provarci, sapendo che undici Giornate siano ancora tante.
In conclusione, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, al Club, ai tifosi e all’intero ambiente biancoazzurro?
Voglio dire a tutti di stare tranquilli, in attesa di vedere come andrà a finire questa situazione, sperando che se ne esca nel migliore dei modi. Ai miei compagni più giovani, dico che hanno ancora una lunga carriera davanti e avranno tutto il tempo per dimostrare il proprio valore. Ai nostri tifosi toccherà aspettare l’anno prossimo, per tifare ancor più del solito per i colori biancoazzurri. Questo stop forzato costituisce una sofferenza per tutti, ma andiamo avanti con fiducia, sperando che ci siano presto le condizioni per una pronta ripresa.
Si ringraziano Alessandro De Respinis e il Sondrio Calcio, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.