In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il tecnico del Calcio Foggia 1920, Ninni Corda.
L’Allenatore sardo, che nel corso dei mesi trascorsi in terra dauna ha instaurato un rapporto quasi viscerale con il Foggia ed i foggiani, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Mister, innanzitutto le chiedo come stia vivendo questo momento così drammatico e particolare che sta attraversando tutto il Paese. Ognuno di noi ha stravolto la propria quotidianità, le proprie abitudini, in una nazione messa letteralmente in ginocchio da un virus che ha già mietuto oltre 17mila vittime lungo lo stivale e altre decine di migliaia nel mondo. Quali pensieri l’accompagnano in un momento storico così particolare e triste per l’Italia intera?
Stiamo indubbiamente attraversando tutti un momento molto delicato. Nonostante questo, chi come me stia trascorrendo le proprie giornate in casa, è da considerarsi un privilegiato. Rimanere tra le mura domestiche, per quanto sia limitante sotto tutti i punti di vista, non va considerato come un sacrificio. Bisogna pensare a chi realmente stia soffrendo, a chi abbia perso i propri cari a causa di questo virus e a chi lavori negli Ospedali d’Italia, prestando la propria opera a beneficio di tanti pazienti che stanno lottando tra la vita e la morte. Personalmente vivo le giornate con grande serenità, facendo in modo che siano piene a prescindere da tutto. Il Calcio mi manca tantissimo, mi manca l’odore dell’erba, l’aria che si respira nello spogliatoio, ma vado avanti con la lucidità e la determinazione di sempre, continuando a studiare e aspettando tempi migliori. Ho scelto di rimanere a Foggia con mia figlia, anche perché il Presidente Felleca vive a Cagliari, l’A.D. Pelusi è a Milano, ed era giusto che un uomo rappresentativo della Società rimanesse sul posto. Questa città vive letteralmente di Calcio e restare qui è stato anche un modo per dimostrare la mia vicinanza alla gente di Foggia, con cui si è instaurato un rapporto davvero straordinario.
Riguardo alla Stagione calcistica, continuano a susseguirsi pareri molto discordanti tra loro. Alcuni addetti ai lavori sono fermamente convinti che quest’annata sia definitivamente conclusa, altri sperano si possa in qualche modo portare a termine ed altri ancora, pensano che completarla regolarmente sul campo sia l’unica strada percorribile. Qual’è il suo pensiero a riguardo? Lei crede che sia ancora plausibile attendere di ritornare campo o pensa anche lei che non ci siano più i presupposti anche tecnici, fisici ed atletici per una ripresa?
Io vivo di speranza, ma, come dico sempre, sono più realista del Re. È chiaro che noi ci auguriamo di tornare presto o tardi in campo, ma la realtà delle cose evidenzia come la salute di ognuno sia prioritaria rispetto a qualunque altro tipo di discorso. Sicuramente il Governo ci impedirà di riprendere ogni attività fino almeno al 4 Maggio e penso che la Serie A abbia molte più possibilità di ripartire rispetto a tutte le altre categorie. Questo, soprattutto perché le varie società della massima Serie abbiano tutte le possibilità per portare la squadra quarantacinque giorni in ritiro, lontano dalle famiglie, facendo tamponi e appositi controlli ogni tre giorni. Situazioni e precauzioni che obiettivamente in C e in D non ci si può permettere. Anche per questo comprenderei un’eventuale non ripresa del nostro campionato. Se alla fine dovessero sussistere le condizioni sanitarie per poter completare regolarmente la Stagione, ben venga. Il fatto di essere stati fermi a lungo non ci condizionerebbe, perché noi siamo carichi fisicamente e soprattutto mentalmente, pronti a dare più del 100% se dovessimo riprendere a giocare. Comunque sia, ci rimetteremo a qualunque decisione dovessero prendere il Presidente Sibilia e il coordinatore della LND Barbiero, che sono due persone di una serietà enorme, sulle quali si possa fare indubbiamente affidamento.
Qual’è il suo pensiero rispetto alle posizioni recentemente assunte dalla F.I.G.C. e dalle varie Leghe professionistiche, riguardo proprio alle possibilità di ripresa o di chiusura della Stagione in corso?
Devo dire che comprendo le posizioni di tutti i massimi dirigenti del Calcio italiano e credo si stiano comportando nella maniera più giusta. Il Presidente Gravina si trova in una posizione più scomoda rispetto ad altri, proprio perché deve cercare di gestire con il massimo equilibrio tutte le Leghe. Non è per nulla semplice, ma lui credo stia affrontando ogni tema e problematica con grande intelligenza. La priorità è naturale che venga data alla Serie A. Ci sono in gioco interessi economici giganteschi e si ha anche la possibilità di gestire nella maniera più adeguata quello che sarà il post-pandemia, soprattutto dal punto di vista della prevenzione e del controllo costante a livello sanitario. Ci sarà la possibilità di usufruire di tamponi, di medici qualificati e di assistenza sanitaria 24 ore su 24. Si potranno portare le squadre in ritiro in qualsiasi parte del mondo e con tutti questi presupposti è giusto che Gravina spinga per riprendere non appena possibile. Fa bene anche il numero uno della Lega Pro Francesco Ghirelli, a venire incontro alle volontà dei Presidenti delle squadre di Serie C, specie quelli che rappresentino club collocati in zone del centro-nord flagellate dalla pandemia, ai quali non si può di certo chiedere di riprendere a breve, facendo finta che non sia accaduto nulla. In generale però, credo davvero che da Gravina a Sibilia, stiano tutti gestendo molto bene questo momento così delicato e prenderanno senz’altro le decisioni più corrette ed equilibrate possibile.
Appare purtroppo scontato che, a seguito della pandemia in atto che ha messo in ginocchio il Paese e l’intera economia nazionale, anche il Calcio, specie quello dilettantistico, andrà incontro ad una grave crisi economica. Nelle ultime settimane si è riscontrato una paura diffusa nel 90% degli atleti dilettanti, la paura di non percepire lo stipendio chissà fino a quando e l’ulteriore timore che molte Società scompaiano del tutto a causa dell’abbandono di molti Presidenti, che dovranno salvaguardare prima di tutto i propri interessi lavorativi e le rispettive aziende. È una preoccupazione legittima a suo avviso? Esiste questo rischio concreto, oppure No?
Questo è un rischio drammaticamente concreto. Va da se’ che molti presidenti di Serie D saranno costretti a salvaguardare le rispettive aziende e dovranno per forza ridurre, se non interrompere del tutto, gli investimenti compiuti nel Calcio. La preoccupazione palesata dai calciatori dilettanti è più che legittima. Non può non accadere che tutte le società retribuiscano i rispettivi tesserati almeno sino a Febbraio. Ci sono anche club di Serie A che devono ancora erogare le spettanze relative a quel mese, ma mettersi in regola almeno fino al momento dello stop, credo sia il minimo che ogni società debba fare ed è una priorità assoluta che deve in un modo o nell’altro concretizzarsi. Poi, sono d’accordo sul fatto che se ci si fermi a causa di una calamità naturale o di un evento drammatico a livello mondiale come in questo caso, sia giusto che non venga retribuita una prestazione che non ci possa essere. Al tempo stesso, non si può parlare di taglio degli stipendi o di sacrifici improponibili, che in questa categoria nessuno si potrebbe permettere. Anche la proposta di destinare 600 Euro a chi tra i dilettanti abbia reddito inferiore a diecimila Euro, è una sorta di presa in giro. Si andrebbe incontro alle esigenze solo di un 20% di chi milita in Serie D. Il restante 80% cosa dovrebbe fare a quel punto? Soluzioni del genere non sono assolutamente percorribili. Sappiamo bene di quante situazioni economiche insostenibili ci fossero in Serie D già prima che venisse fuori il virus e non immagino cosa potrebbe accadere in futuro senza un aiuto concreto e repentino da parte del Governo e della stessa Serie A.
Nello specifico, quali pensa possano essere le soluzioni più adeguate per salvaguardare l’intero movimento? Crede che un sostegno concreto e cospicuo da parte del Governo possa bastare per ridurre gli effetti futuri che si immaginano devastanti di questa pandemia?
La soluzione più efficace ed immediata da adottare ce l’ho ben chiara in testa, l’ho anche evidenziata pubblicamente di recente e non a caso ho appena fatto riferimento alla Serie A. Se da parte delle società della massima Serie, venisse confermato il mancato pagamento delle quattro mensilità successive al momento dello stop, sarebbe auspicabile che venisse destinato alla Serie D l’equivalente del 3% di quegli 800 milioni di Euro che andrebbero in quel caso a risparmiare i club di A. Parliamo di una cifra pari a 24 milioni, che potrebbero essere dirottati a beneficio di un movimento che ha un bisogno estremo di sostegno e di un gesto di notevole solidarietà da parte di un Calcio che può godere di ben altri introiti. Questa sarebbe a mio avviso la soluzione più immediata e dignitosa per salvare la Serie D.
Qualcuno ha detto che la Stagione potrebbe risultare “falsata”, sia in caso di chiusura anticipata andando incontro a dei verdetti a tavolino che inevitabilmente non accontentino tutti, sia in caso di ritorno in campo dopo un’inattività così lunga, con il rischio di vedere affrontarsi Calciatori senza il giusto spirito, senza la dovuta serenità mentale e con una freschezza atletica non adeguata per competere a certi livelli. Lei con il suo Foggia è particolarmente interessato da questo tipo di discorso. Siete al secondo posto in classifica, a un punto dalla vetta, con lo scontro diretto con il Bitonto ancora da giocare. Credete o sperate di poter tornare in ogni caso in campo, per provare a lottare sino in fondo per il primato? Oppure avete in testa un altro tipo di scenario conclusivo che auspicate venga concretizzato dalla Lega?
Il rischio che qualcuno parli di Stagione “falsata” c’è in ogni caso. Potremmo per assurdo dirlo noi vedendoci privati della possibilità di lottare per un primato che dista solo un punto, con lo scontro diretto interno contro la capolista ancora da giocare. Potrebbe dirlo il Bitonto, trovandosi eventualmente ad affrontare otto gare nello spazio di 30-40 giorni con un organico numericamente meno ampio rispetto al nostro. Sono ipotesi plausibili e sono tutte potenziali lamentele che potrebbe produrre anche chi oggi si trovi in bilico tra la salvezza e la retrocessione diretta. Siamo quindi in una situazione paradossale in cui, qualsiasi direzione si dovesse prendere, ci sarebbero comunque squadre penalizzate e scontente, altre meno. È chiaro che la nostra speranza sia quella di tornare in campo e completare la Stagione in maniera assolutamente regolare. D’altronde non potrebbe essere altrimenti, trovandoci come detto ad un punto dal Bitonto capolista e con ancora lo scontro diretto da giocare allo “Zaccheria”. Noi auspichiamo solo di riprendere l’attività agonistica, per poterci giocare sino in fondo e sul campo le nostre chances di vittoria del campionato. Non ci sentiamo minimamente inferiori al Bitonto e l’idea di affrontarli nel nostro Stadio ci esalta e ci responsabilizza al tempo stesso. Sono convinto che il fatto di aver impiegato moltissimi giocatori in più rispetto alle altre prime della classe, giocherebbe tanto a nostro favore. Penso che potremmo contare su un gruppo di atleti motivati e atleticamente pronti tutti allo stesso modo. A volte sono stato criticato perché ho schierato molte formazioni diverse e ho impiegato un numero di calciatori piuttosto importante, ma col senno di poi credo sia stata una politica assolutamente produttiva, perché rientrando troverei un’intera rosa sul pezzo e anche questo sarebbe un punto a nostro favore durante un ipotetico rush finale. I miei ragazzi sono dei professionisti esemplari, continuano ad allenarsi duramente nelle rispettive abitazioni e sono carichi a mille, nonostante l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Qualcuno potrà preoccuparsi in virtù della totale assenza di garanzie che c’è in Serie D, ma i nostri tesserati sanno di poter stare sereni, perché il Foggia terrà fede sino in fondo a tutti gli impegni presi. Detto ciò, ci tengo a sottolineare una cosa: la nostra società accetterà qualunque decisione verrà intrapresa dalla Lega in relazione alla ripartenza o meno del campionato. Ma in caso di non ripresa dell’attività agonistica, noi sentiamo di meritare comunque la Serie C. Attualmente siamo in assoluto la miglior seconda dell’intera categoria e ci aspettiamo di andare incontro ad una promozione diretta qualora non si potesse completare regolarmente la Stagione. Essere secondi a un punto dalla capolista significa essere più o meno sullo stesso piano, ecco perché il Foggia, se si andasse incontro ad una chiusura definitiva del campionato, si aspetta di essere promosso direttamente in Serie C. Attenzione, non parliamo di ripescaggio, ma di legittima e meritata promozione diretta in C. Se dalla Serie A in giù, si decidesse di non far retrocedere nessuno, convalidando solo le varie promozioni, è chiaro che ci ritroveremmo con campionati e Gironi allargati a più squadre. La Serie A potrebbe passare a 22, la B a 25, la C a 72 formazioni, promuovendo dalla D le prime nove classificate e almeno tre fra le migliori seconde. Questo penso sia uno scenario ipotizzabile, al netto di quelle società che non riusciranno ad iscriversi nella prossima Stagione a causa della crisi economica. Come detto, qualunque decisione è destinata a scatenare polemiche e recriminazioni varie, ma penso che in Italia sia anche tempo di assumersi determinate responsabilità, al di là delle conseguenze. Auspico quindi una presa di posizione netta da parte di Cosimo Sibilia e Luigi Barbiero verso i quali, ripeto, nutro profonda stima e fiducia.
Non posso chiudere senza prima chiederle un giudizio sulla Stagione del suo Foggia. In un Girone da molti definito in partenza una vera e propria “C2”, avete condotto un Campionato importante, all’altezza del blasone e delle ambizioni della piazza. Un percorso purtroppo funestato dalla prematura scomparsa di Antonio Cianci, ma che potrebbe ancora chiudersi nella maniera migliore. Anche se, l’inatteso stop a cui è andata incontro la Stagione, rischia di vedere vanificati gli sforzi di una Società e di una squadra che meriterebbero di chiudere il Campionato sul campo e non in questo modo. Ecco, il pensiero di non poter più scendere in campo per cercare di raggiungere la promozione diretta, quanta preoccupazione comporta nell’ambiente rossonero?
Questo tipo di preoccupazione c’è, non lo posso nascondere. Sarebbe un peccato non riuscire a completare regolarmente e appieno, un percorso iniziato il 10 Agosto scorso. In ogni caso, il bilancio della nostra Stagione è molto positivo. Siamo partiti comprensibilmente in ritardo per le ragioni che tutti sanno, con un organico da completare in tempi ristrettissimi. Abbiamo affrontato un campionato pieno di insidie, nel Girone più complicato d’Italia. Non abbiamo rimpianti, siamo imbattuti contro il Bitonto, abbiamo fatto sei punti con Audace Cerignola e Taranto, rendendoci protagonisti di un rendimento straordinario. Ancor di più in considerazione delle pressioni proprie di una piazza e di una città fantastiche, che vivono per il Foggia. Neppure in Serie B esistono piazze come questa, dove si respira Calcio H24. Posso dire ad alta voce di essere fiero ed orgoglioso di allenare una squadra del genere, con un blasone e una storia con pochi eguali in Italia ed una tifoseria impareggiabile.
Mister, c’è qualcosa che sente di dire ai suoi ragazzi, ai tifosi e a tutto l’ambiente rossonero? Un messaggio, un auspicio o un augurio che intende indirizzare loro?
Quello che sento di dire è che tutto ritornerà molto presto alla normalità, a livello sociale e calcistico. Se non sarà in questa Stagione, sarà nella prossima. Noi abbiamo un progetto ben delineato in mente e vogliamo proseguire il percorso iniziato la scorsa estate. Se l’anno prossimo, come ci auguriamo tutti, il Foggia dovesse fare la Serie C, gran parte dell’organico di quest’anno verrebbe riconfermata, come sarebbe giusto che fosse. I ragazzi se lo meriterebbero, hanno lavorato bene e non potremmo non tener conto di ciò. Torneremo a colorare lo “Zaccheria” di rossonero, riempiendolo ancor più del solito. Ogni giorno ricevo messaggi audio e video da parte dei nostri tifosi, che ci incoraggiano in maniera incredibile e non vedono l’ora di tornare allo Stadio, più forti ed uniti di prima. Sono rimasto molto contento nel vedere che la gente di Foggia abbia apprezzato tanto la mia scelta di trascorrere la quarantena in città. Il rapporto che si è instaurato tra noi è splendido e a loro vanno i miei migliori auguri per questo periodo difficile, che sono certo passerà presto.
Si ringraziano Mister Ninni Corda e il Calcio Foggia 1920, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.