In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’Amministratore Delegato dell’ACR Messina, Paolo Sciotto.
Il massimo dirigente del Club biancoscudato, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Intanto, le chiedo il suo personale pensiero rispetto a quanto stia accadendo in questo momento nel mondo intero e in particolare in Italia. Come è cambiata la sua quotidianità, anche a livello lavorativo e cosa pensa bisognerebbe fare per cercare di voltare pagina al più presto?
Vivo questo momento così delicato e particolare con grande responsabilità. Le giornate si trascorrono in famiglia, tutti assieme, attenendosi scrupolosamente alle disposizioni che il Governo ha impartito ad ognuno di noi, proprio per ridurre al minimo ogni rischio per noi stessi e per gli altri.
Appare oramai evidente come la Stagione calcistica sia definitivamente volta al termine. È vero che ultimamente si stia ipotizzando una ripresa in prossimità dell’estate, ma attualmente non sembrano esserci le condizioni igienico-sanitarie adeguate perché ciò avvenga in tempi brevi. Di recente lei ha dichiarato che tornare in campo dopo un periodo così lungo di inattività significherebbe falsare il resto della Stagione, aggiungendo che, a suo avviso, molte squadre potrebbero rifiutarsi di scendere in campo qualora gli venisse data questa indicazione. Qual’è esattamente il suo punto di vista a riguardo?
Innanzitutto credo che chi oggi azzardi ipotesi, o faccia già programmi a lungo termine, parlando di un futuro roseo e di programmi calcistici ambiziosi, credo che sia totalmente fuori dalla realtà. Chiunque oggi, in un momento storico così drammatico, si consenta il lusso di fare voli pindarici basati sul nulla, penso sia un individuo irresponsabile e non consapevole di ciò che stiamo vivendo e soprattutto di ciò che ci aspetta in futuro. Ogni giorno contiamo centinaia di vittime innocenti, milioni di italiani sono chiusi in casa da settimane e nel momento in cui il Governo stabilirà l’inizio di nuove fasi di vita quotidiana, sarà necessario cambiare ulteriormente le nostre esistenze e anche l’approccio con le nostre aziende, che dovrà essere molto più scrupoloso e certosino. Riguardo alle continue ipotesi che paventino una prossima ripresa dell’attività agonistica, ho un pensiero ben preciso. Sono convinto che giochino un ruolo determinante le pressioni che stanno arrivando da parte di molti Club professionistici, spinti da interessi economici di grande portata e calpestando ogni forma di senso civico e morale. È chiaro che ipotizzare una ripartenza in Serie A e B, coinvolga in questo tipo di discorso anche tutte le altre Categorie. Nelle Serie minori però, dove non ci sono controlli a livello sanitario e dove ogni attività si regga sulle finanze personali dei vari Presidenti e su sponsorizzazioni che ora non esistono, non si può a mio avviso pensare di concludere un Campionato per la cui ripresa non ci siano affatto i presupposti. In questo senso, ho detto e ribadisco, che ci sarebbe il rischio di falsare il finale di Stagione, fermo restando che in quel caso ci sarebbero molte Società in tutta Italia che si opporrebbero con fermezza al ritorno in campo, pronte anche ad andare contro una decisione specifica da parte della Lega. E poi ho un altro pensiero, rispetto ad un’ipotetica ripresa del Campionato. Sono convinto che ripartire ora significherebbe supportare lo sciacallaggio legato alle scommesse sportive e questo con riferimento a tutte le Categorie, non solo alla D. Qualcuno potrebbe affrontare le ultime gare con stimoli importanti, altri potrebbero farlo privi di qualunque mordente, altri ancora per specularci su. Vietare la ripresa è una cosa necessaria anche per salvaguardare la pulizia e la legalità nel nostro Calcio.
La grave crisi economica a cui molto probabilmente andrà incontro tutto il sistema Calcio italiano, rischia di portare alla sparizione di molte Società che vedranno venire meno quelle vitali sponsorizzazioni che consentivano alle stesse di gestire almeno le spese più cospicue. E al tempo stesso, è abbastanza diffusa la paura tra i Calciatori dilettanti di non percepire lo stipendio chissà fino a quando, con tutto quello che ciò comporterebbe. Secondo lei, è davvero così concreto il rischio di vedere scomparire molte Società dilettantistiche? E quanto può rivelarsi determinante l’intervento drastico e concreto del Governo a sostegno dell’intero movimento?
La maggior parte delle Società, specie in Serie D, sono gestite da imprenditori che dovranno pensare prima di tutto a salvaguardare le rispettive aziende e le attività produttive che sono sotto la propria responsabilità. Una volta ripresa l’attività agonistica, sono convinto che andremo incontro tutti a 10-12 mesi molto particolari e critici, sotto tanti aspetti. Già oggi stiamo subendo gli effetti di una crisi devastante, ma alla ripresa si dovranno fare i conti con stravolgimenti drastici che adesso è difficile quantificare. Siamo destinati ad entrare in una fase economica delicatissima per l’intero Paese. Per tutti noi che siamo soliti investire nel Calcio, inizierà un periodo in cui si rivelerà indispensabile riversare ogni energia nelle rispettive aziende, cercando di reggere l’impatto con la recessione che probabilmente ci aspetta. Per quanto riguarda le difficoltà economiche evidenziate da molti Calciatori dilettanti, penso che sia necessario rivalutare del tutto il sistema legato ai contratti degli atleti stessi. E poi ritengo giusto che tutti loro possano accedere ad un fondo da istituire e concepire pensando proprio a situazioni imprevedibili e di difficoltà estrema come questa. I Calciatori di Serie D meritano la stessa tutela contrattuale di cui godono gli atleti professionisti e devono potersi aggrappare a qualcosa di concreto nel caso in cui le Società di appartenenza non siano in grado, per un motivo o per un altro, di garantire loro lo stipendio. L’intervento del Governo in una situazione così drammatica e senza precedenti, credo sia fondamentale. Ma lo è altrettanto l’istituzione di una cassa integrazione in deroga, per dare dignità e sostegno immediato a quei ragazzi che oggi si ritrovano nei guai, senza sapere come fare per mantenere le rispettive famiglie.
Lei ha ribadito più volte come a suo avviso la Stagione potrebbe risultare “falsata” in caso di ripresa dell’attività agonistica. Qualcuno ha parlato di annata altrettanto “falsata” in caso di chiusura anticipata, andando incontro a dei verdetti a tavolino che inevitabilmente non accontentino tutti. Lei, l’ACR Messina, la Società che rappresenta, come la pensate a questo proposito? Quale pensa sia lo scenario conclusivo più ipotizzabile in questo momento?
Penso innanzitutto che sia da irresponsabili pensare di farci tornare in campo, anche nei prossimi mesi. Ancor più, immaginando di tornare a farlo a porte chiuse, determinando di fatto il collasso anche di quelle Società che a stento potrebbero uscire più o meno indenni da questa fase critica. Non sappiamo ancora quanto durerà il periodo di quarantena, non si può sapere quando torneremo a riappropriarci della nostra quotidianità. Come facciamo a parlare di ripresa dell’attività agonistica in tempi brevi? In una Categoria dove non ci sono controlli, dove non ci sono le possibilità di verificare l’eventuale positività al virus di migliaia di Calciatori, basterebbe far scendere involontariamente in campo un solo atleta asintomatico per scatenare un autentico disastro e tornare punto e a capo. Ancor di più in uno Sport di contatto continuo com’è il Calcio, ci si dovrebbe assumere una responsabilità troppo grande e fuori luogo. Senza contare che tutti i Calciatori abbiano perso totalmente il ritmo gara, la freschezza atletica e anche a livello mentale siano tutti comprensibilmente a terra. L’allenamento tra le mura domestiche non è di certo esaustivo e anche l’ipotesi di una mini-preparazione prima di riprendere, la vedo francamente una strada non percorribile e soprattutto improduttiva. Mi sembra chiaro che, al di là delle chiacchiere che si stiano facendo in questi giorni, torneremo a parlare di Calcio giocato solo con l’avvento della nuova Stagione. Penso che la cosa più responsabile e corretta da fare, sia assegnare la promozione a tavolino ad ogni formazione attualmente in testa nel proprio Girone. Per quanto riguarda la zona retrocessione, sarei un attimino più cauto. Anche se, pensando alle tante Società che certamente non riusciranno ad iscriversi l’anno prossimo, penso che anche se si dovesse decidere di far retrocedere a tavolino determinate squadre, quelle stesse potranno salvare la Categoria inoltrando domanda di ripescaggio in D, sempre che ne abbiano i requisiti necessari. E sono convinto che di ripescaggi ce ne saranno diversi, perchè molte squadre che oggi sono a centro classifica o comunque fuori dal discorso retrocessione, rientreranno in gioco per la D proprio per le tante defezioni che ci saranno a seguito della drammatica crisi economica che travolgerà tutto il sistema.
Parliamo per un attimo delle dinamiche legate al campo e alla vostra squadra. Al momento dello stop eravate ottavi in classifica a dieci punti di distanza dalla zona Play-Off. La vostra è stata una Stagione in parte sfortunata, per certi versi travagliata, con diversi cambi di guida tecnica e con il malcontento di una parte della tifoseria da registrare. Al di là di ciò che stia accadendo nel mondo, al netto delle otto gare che sarebbero ancora da disputare, che Stagione è stata la vostra? Se la sente di fare un bilancio a livello tecnico dell’ultima annata?
No, francamente preferisco non vorrei fare alcun bilancio. Sicuramente ci aspettavamo tutti qualcosa di diverso. Quando si valuta un’annata sportiva, bisogna andare a ritroso e iniziare ad analizzare l’operato di tutti, a cominciare dal mese di Luglio. Bisogna vedere in che modo sia stata costruita la squadra, capendo se siano state scelte le persone giuste per ricoprire gli incarichi di maggiore responsabilità. Ogni Società si affida a delle figure professionali che dovrebbero svolgere il proprio lavoro in un modo e invece poi ci si rende conto che probabilmente non erano le persone adatte, o comunque soggetti che non sono stati in grado di operare secondo le direttive e in relazione alle ambizioni e alle aspettative del Club. Il campo è giudice insindacabile e nel nostro caso ha parlato in maniera inequivocabile. Delle responsabilità anche da parte della Proprietà ci sono e sono certamente riscontrabili nelle scelte errate compiute proprio nell’individuare determinate figure professionali che si immaginava facessero un lavoro differente sin da Luglio. Aggiustare le cose, colmare certe lacune in corso d’opera o nel mercato di riparazione, è molto difficile. I Calciatori di maggiore spicco ed affidabilità, soprattutto Under, è assai improbabile che vengano lasciati partire dalle rispettive Società. Ecco perché è fondamentale fare le scelte giuste in partenza, in base agli obiettivi di ogni Club. Se si sbaglia in estate, è difficile rimediare in corsa. È molto più probabile che si vada incontro ad un Campionato ben al di sotto delle ambizioni, proprio com’è accaduto a noi quest’anno. Detto questo, sinceramente faccio fatica a parlare di Calcio in questo momento. Non solo per la situazione che stiamo vivendo e che fa giustamente passare tutto in secondo piano rispetto alla salute. Faccio fatica soprattutto perché, oggi come oggi, non ho l’entusiasmo che potevo avere la scorsa estate, ad esempio. E questo è dettato molto dai risultati concretizzati della nostra squadra in Campionato. Chi pensa che la nostra famiglia non ci tenga abbastanza all’ACR Messina, si sbaglia di grosso. Noi speravamo in un Torneo ben diverso ed è naturale che in questo momento ci sia una certa amarezza. Ecco perché preferirei per un po’ non parlare affatto di Calcio e concentrarmi su cose ancor più serie e delicate in questo momento storico così critico.
Non le chiederò nulla rispetto al dualismo calcistico cittadino, ne’ tantomeno su quanto possa essere accaduto durante l’anno fuori dal terreno di gioco. Quello che le chiedo invece, è cosa si aspetta dal futuro per l’ACR Messina e per il Calcio messinese in generale. Se pensa ad un futuro rispetto alla vostra Società, quali sono le aspettative e le reali ambizioni della famiglia Sciotto per la formazione biancoscudata?
Guardi, le assicuro che l’unico pensiero che possa fare in questo momento rispetto al futuro, riguarda il piano da attuare per proteggere la mia azienda. Per pensare al Calcio c’è tempo. La priorità assoluta per il sottoscritto sarà l’azienda e il modo in cui salvaguardarla nei prossimi dieci mesi, che saranno drasticamente segnati dalla crisi a cui tutti andremo indistintamente incontro.
Per chiudere, c’è qualcosa che sente di dire ai suoi ragazzi e a tutto l’ambiente biancoscudato? Un messaggio, un auspicio o un augurio che intende indirizzare in questo momento così delicato per tutti?
Voglio solo invitare tutti ad essere responsabili ed uniti contro questo terribile virus, difendendo i nostri cari da noi stessi. Cerchiamo di affrontare questo momento con la testa sulle spalle e con la dovuta maturità, augurandoci che passi presto e con conseguenze meno drammatiche possibile.
Si ringrazia Paolo Sciotto, Amministratore Delegato dell’ACR Messina, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.