In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il forte trequartista del Savoia, Federico Cerone.
L’esperto Calciatore capitolino, numero dieci dei Bianchi ed autore di ben undici reti e otto assist in ventisei presenze ufficiali stagionali, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Federico, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente sta avvenendo nel mondo?
È un momento storico molto delicato per tutti quanti. Fortunatamente sono riuscito a rientrare presso la mia residenza romana, dove trascorro le giornate in compagnia di mia moglie e delle due nostre bambine. Questa situazione si protrae ormai dal 7 Marzo e non si esce da casa se non per fare la spesa o per recarsi in Farmacia. È ancora abbastanza difficile rendersi conto della gravità di ciò che stia avvenendo nel mondo intero e riflettevo proprio sul fatto che le nuove generazioni leggeranno di questo evento sui libri di storia. È un momento drammatico che dobbiamo affrontare con responsabilità, sperando che termini quanto prima.
Sembra oramai assodato che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che non sussistano minimamente le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare che si possa concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 Giugno o magari, in maniera illogica, in estate inoltrata?
Credo di poter dire che questa Stagione sia volta definitivamente al termine. In cuor mio spero ancora che si possa fare di tutto per ritornare all’attività agonistica, ma è una speranza legata, non tanto alla ripresa della Stagione in se’ e per se’, quanto alla consapevolezza delle difficoltà a cui molti tesserati andranno incontro in caso di stop definitivo. Uno scenario che porterebbe a non avere più garantito quello stipendio che consente alla maggior parte di noi di vivere e mantenere una famiglia. Anche per questo in tanti sarebbero disposti a giocare persino in piena estate, proprio per salvaguardare le nostre famiglie, anteponendo questo aspetto alle ambizioni stagionali e alle dinamiche strettamente legate al campo di gioco. Semmai si riprendesse a giocare a fine Maggio, a Giugno inoltrato, o magari anche oltre, scendendo in campo ogni tre giorni, la Stagione si potrebbe anche portare a termine, ma questo solo e soltanto se sussistessero le condizioni igienico-sanitarie necessarie, che ci consentano di dare il massimo in assoluta tranquillità. È chiaro che se ci fosse anche solo il minimo rischio di contagio, il Campionato non potrebbe mai ripartire.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale legata al presente e al futuro proprio e delle rispettive famiglie. Cosa senti di dire a questo proposito? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Assolutamente Sì. La paura purtroppo è tanta, perché più del 90% dei Calciatori di Serie D fa questo di mestiere e non può godere di nessuna garanzia e tutela. Non esiste la cassa integrazione, non ci sono fondi a cui attingere per il mantenimento delle rispettive famiglie e, come ho detto prima, la speranza di riuscire a riprendere l’attività agonistica è principalmente legata a questo aspetto. Portare a termine la Stagione sul campo, ci darebbe la possibilità di guadagnare qualche stipendio in più da destinare proprio al mantenimento della propria famiglia.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. I Calciatori dilettanti nel loro complesso, intesi come una vera e propria categoria sociale, si sentono sempre più soli, maltrattati e non tutelati. Questo è il pensiero della quasi totalità dei tuoi colleghi. La pensi anche tu in questa maniera? Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
Questo è un problema che i Calciatori dilettanti si portano dietro da un’eternità. Non c’è la minima tutela, nonostante si svolga un’attività professionistica a tutti gli effetti. I ritmi, gli orari, gli allenamenti, le trasferte, i ritiri e molto altro, ci accomunano ai Professionisti e io ne so qualcosa avendo militato tra i Pro per molti anni. Gli atleti tesserati per Club dilettanti sono totalmente maltrattati, dal punto di vista legislativo e non solo. Certamente la nostra categoria risentirà tantissimo della crisi economica che sarà determinata da questo dramma sanitario e, come noi Calciatori, anche le Società sentiranno il peso della crisi. In ogni caso, le criticità a cui andranno incontro le realtà calcistiche minori, passeranno in secondo piano rispetto alla crisi che riguarderà l’intera nazione. L’economia nazionale è totalmente ferma, sono bloccate gran parte delle aziende, l’attività produttiva rischia il collasso e sarà inevitabile che gli imprenditori abituati ad investire nel Calcio smettano di farlo, costringendo tante realtà a ridimensionarsi o, peggio ancora, a sparire. In questo momento si può solo sperare che si trovi l’antidoto per questo virus e che si possa tornare presto alla normalità, proprio come sta accadendo in Cina. Anche se tra la Cina e l’Europa c’è una differenza culturale abissale e stare al passo con loro non è semplice. Abbiamo dimostrato arretratezza e superficialità soprattutto all’inizio dell’epidemia, quando il nostro Governo non ha ritenuto opportuno chiudere tutto per tempo. Se si fosse proceduto in questi termini, forse avremmo avuto molti meno contagi e decessi nel nostro Paese.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa un mese e mezzo siano tutti completamente fermi. Qual’è il tuo pensiero a tal proposito?
Parliamo sicuramente di una Stagione anomala. Proprio per le ragioni che ho spiegato prima, la speranza resta quella di riuscire a completare il Campionato sul campo anche giocando in piena estate. Non credo sia mai successo di stare totalmente fermi per mesi per poi riprendere l’attività agonistica in tempi inconsueti e in condizioni psico-fisiche compromesse. Però, se la salute di noi Calciatori e di tutti gli addetti ai lavori non fosse a rischio, mi auguro di tornare a giocare e chiudere regolarmente la Stagione nella sua totalità.
In caso di chiusura anticipata della corrente Stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. Quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Federico Cerone, cosa suggerisce di fare per chiudere la Stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Nel caso in cui si arrivasse ad una definitiva chiusura della Stagione, sento di sposare appieno il pensiero della nostra Società. Credo sia corretto arrivare ad una doppia promozione diretta, quindi con diciotto promozioni in Serie C, garantendo il salto di Categoria solo a quei Club che siano in regola con il pagamento di tutti gli stipendi e di ogni onere di genere finanziario. Con diciotto promozioni si potrebbe pensare ad una Lega Pro con quattro Gironi e sono convinto che le attuali prime due di ogni raggruppamento di Serie D possano ben figurare in Lega Pro già con gli organici di quest’anno. Palermo e Savoia, Bitonto e Foggia, ma anche formazioni come Mantova, Turris, Pro Sesto, Audace Cerignola, Campobasso, Matelica, Lucchese, Prato, Grosseto, credo farebbero un’ottima figura anche tra i Professionisti. E poi per gli investimenti fatti e il rendimento palesato nei rispettivi Gironi, credo sia giusto garantire loro la promozione a tavolino. Mentre, per quanto riguarda la zona retrocessione, sarei dell’idea di far retrocedere le attuali ultime due di ogni classifica, riducendo al minimo il numero degli scontenti.
Parlando un attimo del “tuo” Savoia: fino al momento dello stop al Campionato, che genere di Stagione è stata la vostra, secondo te? Volendo fare un bilancio rispetto al vostro percorso, considerando le ventisei Giornate regolarmente disputate, ti ritieni soddisfatto nel complesso? O ci sono dei rimorsi, dei rimpianti o delle considerazioni meno positive che vi accompagnano?
Penso che il Savoia, se non si fosse ritrovato in un Girone con dentro una piazza come quella di Palermo, avrebbe vinto il Campionato più o meno in questo periodo, con molte Giornate di anticipo. Ci siamo scontrati con una realtà appartenente ad una tra le città più popolose d’Italia, un contesto e una piazza che non hanno nulla a che vedere con queste Categorie. Va quindi dato ancor più merito a noi, per aver reso il Campionato così avvincente sino al momento dello stop. Nonostante si sia perso qualche punticino in un paio di partite nel Girone d’Andata e in un altro paio in quello di Ritorno. Ma in generale, penso si debba andar fieri del nostro percorso, perché è stato veramente importante, esaltante e di altissimo livello.
Lo stop al Campionato è giunto in prossimità dello scontro diretto interno contro il Palermo. In caso di vittoria e di riduzione a soli quattro punti del divario dalla formazione siciliana, tutto poteva ancora essere messo in discussione in chiave primo posto. Senza dimenticare che nel primo scontro diretto eravate già riusciti a fare bottino pieno. C’erano tutti i presupposti perché questa fosse una Stagione trionfale e adesso invece, il destino vostro e di tutte le altre Società, non è più nelle vostre mani ma in quelle degli Organi Federali. Pensando alla tua squadra, al di là di quanto stia accadendo oggi nel mondo, essendo tu uno dei leader di un gruppo dimostratosi sempre molto coeso ed affiatato, quali sono le tue sensazioni e i tuoi pensieri rispetto all’epilogo di una Stagione che non ha ancora espresso alcun verdetto? Ai tuoi compagni, ai tifosi e a tutto l’ambiente oplontino, c’è qualcosa che senti di dire in particolare?
È innegabile che ci sia grande dispiacere per non aver disputato lo scontro diretto con il Palermo. Sarebbe stata una gara che avrebbe inevitabilmente attirato le attenzioni di tutta Italia, di moltissimi addetti ai lavori, per non parlare dell’entusiasmo con cui l’avrebbero vissuta i nostri tifosi. Il “Giraud” sarebbe stato pieno in ogni ordine di posto e la nostra caldissima tifoseria ci avrebbe senz’altro spinto verso la vittoria. Immaginando di prendere tre punti in quella gara, sarebbe potuto ancora accadere di tutto in ottica primo posto. Ma adesso è inutile pensarci. Quello che di cui sono sicuro, è che il tifoso oplontino sia contento, soddisfatto e onorato che a rappresentare quella gloriosa maglia e la città di Torre Annunziata, sia stata questa squadra. Noi siamo un gruppo molto unito e coeso, siamo sempre andati avanti con determinazione e compattezza, anche nelle difficoltà. In ogni caso, non voglio ancora produrre un bilancio definitivo o lanciare dei messaggi in particolare. Questo perché io mi auguro davvero che si possa completare la Stagione sul campo e solo a quel punto potremo davvero tirare le somme. Mi rendo conto che in questo momento sia un azzardo pensare ad una rapida ripresa e sono anche consapevole che, una volta che si dovesse riprendere, si giocherebbe di sicuro a porte chiuse e con mille precauzioni in più rispetto al solito. Però non voglio smettere di credere che sia possibile tornare a giocare in tempi brevi. Sono sicuro che se così dovesse essere, tutti noi daremmo il massimo. Siamo una grandissima squadra e daremmo ancora parecchio filo da torcere al Palermo, così come abbiamo fatto fino al 1º Marzo scorso. Ci tengo a dire, in conclusione, che sono molto contento di ciò che siamo. Sono contento per la città di Torre Annunziata, per tutti i bambini, per i nostri tifosi, per la Società e per tutte le persone che ci seguono anche da lontano e possono andar fiere di questo Savoia. Questa penso sia la vittoria più grande che potessimo conseguire e con tutta la squadra cercheremo di far durare questo il più a lungo possibile.
Si ringraziano Federico Cerone e l’U.S. Savoia 1908, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.