Salernitano doc di nascita, per mestiere respinge le avance avversarie essendo uno degli interpreti migliori nel suo ruolo. E no, non vola tra i pali. Iniziò la sua avventura tra gli allora “semi-professionisti” indossando la casacca della Carrarese per due anni (07/08 e 08/09) dettando legge in C2. Rimanendo sempre nella medesima categoria si trasferì a Melfi ed infine a Pagani, dove collezionò meno apparizioni di quante ne avrebbe volute ottenere ma trionfò nei playoff permettendo ai campani di salire in C1. Assistette, nel 2012, all’ascesa del Cosenza dopo il tracollo e allo stesso tempo fu uno dei baluardi intoccabili di quella squadra che fece faville in quel campionato vincendo i playoff, durante il quale rimase folgorato dalla viscerale passione dei tifosi rossoblù. Dai monti innevati della Sila alla brezza marina di Brindisi. Risultato? Alt, di lì non si passa. Poi Potenza (2014/2015), Cavese (2015/2016) e la stagione in Lega Pro la Vibonese, terminata con l’amara retrocessione tramite i playout. “Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano” canta Venditti: i Leoni di Potenza non lo obliarono e lui non dimenticò l’ambiente genuino che aveva lasciato tre anni prima culminati con il salto di categoria tramite playoff. E il centrale nella stagione 2017/2018 ricambiò la fiducia riposta con la seconda promozione, questa volta dominando il girone H: stellare. Gela la sua meta dopo il Potenza bis. Forse la parentesi più malinconica della sua carriera, perché la squadra fallì: “anche dagli avvenimenti negativi cerco di trarre quanti più aspetti positivi.” Attualmente centrale difensivo dell’Acireale, Pietro Sicignano si racconta ai nostri microfoni.
All’andata il 3-0 sul campo venne ribaltato dalla discussa decisione del giudice sportivo che assegnò d’ufficio la vittoria a tavolino in favore dell’ACR Messina. In questo caso nessuno potrà negarvi la gioia di aver battuto i cugini di Messina.
“Tralasciando l’andata ci tenevamo a fare bene perché questo è un derby. Abbiamo regalato una vittoria importante ai nostri tifosi che ci sostengono sempre. Questo trionfo è servito per dimostrare che sul campo ci facciamo valere; nonostante l’ACR Messina sia stata costruita ad inizio stagione per lottare nelle zone alte della classifica siamo stati perfetti domenica.”
A livello individuale è soddisfatto della prima parte di stagione?
“Si sono molto soddisfatto. Contro il Palermo ho avuto un infortunio ma ciò non mi ha fermato perché anche con qualche acciacco sono sceso sul terreno di gioco contro Giugliano e Savoia. Attualmente sono nel pieno delle mie forze e pronto per dare il massimo apporto anche nella seconda parte di stagione. Su diciannove gare diciassette volte sono partito da titolare. Questo fa capire che il mister ripone molta fiducia in me.”
I playoff distano due punti, credete ancora in questo obiettivo?
“Noi siamo partiti con l’intenzione di fare meglio della passata stagione. Strada facendo però alcune vicissitudini extra campo ci hanno levato dei punti e quindi siamo indietreggiati di posizioni in classifica. D’ora in poi il nostro obiettivo sarà quello di fare bene domenica dopo domenica. Sapendo che ce la possiamo giocare contro tutti se siamo compatti.”
Nel prossimo turno verrà a farvi visita il Castrovillari che ha ottenuto all’ultimo respiro un punto col Savoia interrompendo la striscia di 4 k.o. di fila. Cosa temete di più dei rossoneri?
“Conosco bene il loro mister e alcuni calciatori, quindi so come giocano. All’andata abbiamo vinto di misura su un campo dove è difficile fare punti. Il Castrovillari è una squadra ben organizzata, che corre tanto e sfrutta molto il pressing alto. Non verranno per giocarsela a viso aperto ma neanche difendendosi per tutti i novanta minuti: sfrutteranno molto la tattica. Sarà un match impegnativo.”
Ha subito sulla sua pelle la fase calante del Gela terminata con il tracollo della società. Aveva avuto qualche presagio?
“Sinceramente no. Perché questo pensiero non mi è mai passato per la mente al di la dei vari problemi societari. E’ stato uno shock perché conoscevo i proprietari, all’apparenza sembravano tenerci alla squadra della città. Tutt’ora non mi capacito di come abbiano lasciato andare verso il fallimento una società così importante. Mi è dispiaciuto molto perché, oltre ai tifosi, hanno messo in difficoltà tante famiglie.” – Per lei è stata un’esperienza ugualmente positiva? “Si, fino a febbraio. Perché s’era partiti con l’obiettivo di fare bene. Una squadra costruita in maniera adeguata che è stata costretta a giocare lontano dal proprio stadio e nonostante questo ha fatto un buon campionato. Comunque, anche dagli avvenimenti negativi cerco di trarre quanti più aspetti positivi.”
Allo stesso tempo è stato uno dei protagonisti in campo dell’ascesa del Cosenza nel 2012 dalla serie D. Che ricordi ha?
“Stupendi! Perché Cosenza è una città e una piazza importante dove giocare a pallone ti fa sentire un atleta di altra categoria. Avevamo una squadra fortissima per la D che giocava per vincere tutte le partite: fu un campionato favoloso.” – Il pubblico che rapporto aveva con voi? “Era sempre presente sia allo stadio che agli allenamenti. Non ci ha fatto mai mancare il loro apporto. Cosenza è una città che vive di calcio e dovunque ti giri trovi qualcuno che dibatte di pallone.”
In quel di Potenza la potrebbero definire il “mago delle promozioni”: una vincendo i playoff (stagione 2014/2015) l’altra dominando il campionato (stagione 2017/2018).
“Due parole: tutto straordinario! Ci andò tutto per il verso giusto nella caso della seconda promozione in Lega Pro. Avevamo una squadra, una società e una piazza che non meritavano la Serie D, ma palcoscenici migliori. Annata conclusa con la vittoria del girone H, il più tosto d’Italia. Mentre la prima promozione avvenne tramite playoff, stagione da togliere il fiato.”
Che differenza c’è tra la C2 che ha disputato con le maglie di Paganese, Melfi e Carrarese e la recente Lega Pro affrontata con la Vibonese nel 2016?
“La Lega Pro di questi ultimi tempi è più complicata. L’esempio lampante è il girone C: giocare contro qualunque squadra non è mai facile. Nonostante con la Vibonese retrocedemmo tramite playout, ogni partita era una battaglia che durava novanta minuti. Secondo me la differenza riguarda la condizione fisica: sono tutti atleticamente efficienti e preparati per disputare un campionato lungo come questo della terza serie.”
Chi arriverà primo al termine della corsa tra Palermo e Savoia?
“Dico Palermo. Ha dimostrato di avere una squadra e una struttura societaria importante. Deve capire però che gioca in Serie D, deve immedesimarsi totalmente in questa realtà come fanno anche le altre formazioni, cosa che fece ottimamente il Bari lo scorso anno. Non bastano solo i nomi in questa categoria o il blasone. – Quindi la mentalità differenzia il Bari dal Palermo? “Esatto. Il Bari ha adottato fin da subito la mentalità giusta per questo campionato. Il Palermo ancora fatica ad abituarsi a giocare in trasferta. In casa, invece, se lasci spazio agli avversari di certo non tirano il freno a mano ma cercano di metterti in difficoltà: proprio come abbiamo fatto noi.”