Lettera a cuore aperto del Presidente Pier Luigi Betturri sulla questione Stadio con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook: “Il Trastevere calcio, ad oggi, nel proprio campionato, è primo in classifica e buona scaramanzia calcistica imporrebbe di non fare previsioni o programmi riguardanti una eventuale vittoria.
Questa regola andrebbe rigorosamente rispettata qualora la Società avesse la disponibilità di uno stadio idoneo per disputare un eventuale campionato tra i professionisti.
Va subito detto che il Trastevere in caso di promozione, il prossimo anno, in ogni caso sarà obbligato a giocare fuori del territorio comunale, perché Roma non possiede, a parte l’Olimpico, un altro impianto omologato per la disputa di partite di serie C.
Tutto ciò costituisce uno stupro sportivo nei confronti della società rionale ed uno schiaffo alla città della “Grande Bellezza”.
Va inoltre precisato che il nostro storico impianto, il Trastevere Stadium, benché bello, funzionale e perfino elegante, non possiede alcune caratteristiche per ospitare campionati professionistici, neanche in deroga.
Da anni mi sono trasformato in un errante pellegrino proteso ad elemosinare (anche a spese della Società) un funzionale impianto per le esigenze della squadra che rappresenta il Rione più bello del mondo.
Un sindaco di una importante città della nostra regione presso il quale, con il cappello in mano, ero andato a mendicare un agognato impianto, non voleva credere che nella Città Metropolitana di Roma non esistesse uno stadio adatto ad ospitare partite di serie C. “Ma forse esistono ma appartengono a privati – mi diceva il primo cittadino – “e non vogliono darveli…” La mia risposta: “non ci sono!”. “Forse alcune strutture il Comune di Roma le ha date in convenzione a terzi e non può concedervele” insisteva il mio interlocutore. La mia replica: “nulla di nulla!” Infine, incalzava il sindaco :”ma stadi di proprietà dell’Esercito, del CONI, della FIGC, di altri enti pubblici?” “Zero!”
La città di Londra possiede 20 stadi per il professionismo di cui ben 7 per la Premier League (la nostra serie A) e questo fa capire l’inadeguatezza della nostra città relativamente all’impiantistica sportiva. Dicevo del mio peregrinare per tutto il territorio comunale allo scopo di cercare la giusta soluzione.
Il Flaminio? Il Tre Fontane? Casal del Marmo? L’Aquacetosa? La Stella Polare? Trigoria? Il Francesca Gianni? Le aree di Fiumicino? Tor di Valle insieme alla Roma? Tutte situazioni strutturalmente non idonee.
Già dal 2018, decaduta la convenzione tra il Comune e l’Università RomaTre relativa allo Stadio Berra (ex degli Eucalipti), il Trastevere aveva chiesto insistentemente a Roma Capitale quell’impianto.
Tuttavia, la sindaca Raggi nello scorso settembre ha deciso di riassegnarlo all’Ateneo, benché quest’ultimo, nell’ultimo decennio, lo abbia largamente sottoutilizzato.
Successivamente, per merito dell’ex vice ministro, Anna Ascani e del rettore Luca Pietromarchi, persona colta ed intelligente, lo stadio è stato promesso, con accordo scritto, al Trastevere secondo i dettami della convenzione, una volta realizzati i lavori.
Lunedì 22 Marzo p.v. Roma Capitale ha convocato, grazie anche al consigliere Orlando Corsetti, una seduta della Commissione Sport per affrontare il tema finalizzato a rendere idoneo lo stadio Berra per i campionati di serie C.
Come già detto, è impensabile che il Trastevere quest’anno, se promosso, possa giocare allo stadio Berra; piuttosto, dovrà emigrare fuori del territorio comunale o addirittura fuori provincia. Tuttavia, se questa negativa circostanza fosse accompagnata da un impegno finalizzato alla sistemazione del Berra per la stagione 2022/23, al fine di renderlo disponibile alle società della Capitale uscite dal dilettantismo, lo smacco alla città sarebbe, forse, anche sopportabile.
Pertanto, da parte dell’Amministrazione comunale servirebbe una certa e dichiarata volontà di andare avanti con semplicità e chiarezza, lasciando da parte capziosità, fiscalità e bizantinismi burocratici; basterebbero infatti pochi mesi per realizzare quelle opere per trasformare questo impianto in un piccolo gioiello.
Stavolta, lo dico subito, non mi si chieda di fermare quella torma di cani che è prossima a ghermire la preda”.