Che sia stato tra i protagonisti più in vista dell’ultima annata lo dicono i numeri. 20 presenze in campionato, 10 gol messi a segno e ben 9 assist serviti ai compagni: la doppia cifra raggiunta per il secondo anno consecutivo ne certifica il decollo in fase realizzativa e se il campionato non fosse stato interrotto c’è da credere che avrebbe battuto eccome il suo record personale. Gianmarco Gabbianelli, nonostante qualche acciacco che l’ha frenato nel corso della stagione, è stato una delle prime firme della stagione straordinaria del Campodarsego:
“Sappiamo tutti che l’inizio è stato un po’ travagliato, sono arrivato qui grazie al direttore e grazie ad altri ragazzi che avevo già conosciuto in carriera. L’ambientamento per me è stato abbastanza semplice, e poi l’annata da lì in poi è quasi andata via da sola: le difficoltà iniziali non sono state un problema, la squadra è venuta fuori e abbiamo dimostrato di essere i più forti. Non so se avremmo vinto anche sul campo, ma eravamo a +5 e con una partita da recuperare sulla seconda, quindi avevamo un bel vantaggio e credo che dobbiamo comunque festeggiare questa vittoria storica”.
Si aspettava simili ambizioni? “Non me l’aspettavo, ma il presidente è una persona che esige molto. Questo club negli ultimi anni ha vinto una Coppa Italia, ha vinto per due anni i playoff, è sempre arrivato in alto: era chiaro che avremmo puntato al vertice”.
Cosa ha fatto svoltare la squadra? “Abbiamo vinto quasi tutti gli scontri diretti quest’anno, e questo ci ha dato una grande consapevolezza. Eravamo una buona squadra, lo sapevamo sin dall’inizio, ma forse di essere così forti non ce l’aspettavamo nemmeno noi. L’innesto di Pasquato, poi, ci ha dato una grossa mano e ala lunga siamo venuti fuori. Non se l’aspettava nessuno, c’erano sicuramente squadre che volevano vincere e che per questo avevano speso molto più di noi, però il campo ha dato il suo verdetto”.
Meglio non partire da favoriti? “Sapevamo che avremmo dovuto cercare di costruire qualcosa di importante. Di vincere non ce l’ha chiesto nessuno, ma dentro ognuno di noi tutti sapevamo che avremmo dovuto lottare per il vertice. Alla fine abbiamo dimostrato alla lunga di meritarcelo”.
Cosa conserva di questa annata? “Il momento decisivo credo sia stata la sconfitta di Chioggia: da quel ko è partita la nostra corsa, abbiamo incontrato squadre forti e da lì abbiamo capito che potevamo farcela. Per me, singolarmente, sono ugualmente contento: nonostante l’infortunio ho segnato 10 gol e direi che è una buona media. Avrei voluto arrivare a 15, e non ce l’ho fatta per cause di forza maggiore, ma va bene così anche se speravo di arrivarci”.
La sua partita del cuore? “Contro l’Adriese, sicuramente. Oltre a me c’erano alcun ragazzi che cercavano una piccola rivincita: ho segnato, abbiamo vinto, e per me è stato molto bello”.