Il presidente della Torres Salvatore Sechi è tornato a parlare dell’ipotesi di ripescaggio e delle possibilità che può garantire il “Vanni Sanna” nonostante abbia delle problematiche da risolvere. Ecco le sue parole a radio super sound riprese dai colleghi di centrotrentuno.com:
“Speriamo di raggiungere l’Olbia anche se a tavolino, sarebbe un’altra tappa importante per la rinascita della Torres: chiaramente dobbiamo vedere quali saranno le riforme e i parametri per il ripescaggio eventuale. Le infrastrutture nel futuro ci porteranno delle indicazioni e a delle linee guida che dovremo mantenere: da qui l’importanza delle strutture e garantire il rispetto delle distanze sociali. Per il calcio di base è importante il pubblico, è importante rivalutare gli aspetti del campanile: non possiamo permetterci di farci seguire con le TV e dobbiamo cercare di attivarci per squadra e il pubblico, in modo da riportare interesse. Nei Dilettanti ho visto che c’è la tendenza di rispettare le abitudini più che le regole, speriamo che il ridisegno del calcio di base ci porti a rispettare tutte le regole. Le vicende che hanno caratterizzato la Torres hanno la base un po’ di ignoranza dell’interpretazione delle regole, bisogna capire in che categoria stiamo giocando, se siamo dilettanti o professionisti. Gli investimenti nel calcio non devono essere limitati all’ingaggio del giocatore, soprattutto nel calcio di base dobbiamo adeguare le strutture; inutile pensare a una squadra fortissima e poi ritrovarci con delle squadre con infrastrutture ridicole, speriamo che il calcio del futuro possa cambiare da questo punto di vista. Il Vanni Sanna? Rimangono intatti i problemi che ho messo in evidenza, un manto erboso ormai arrivato alla fine su cui sono stati fatti degli interventi ridicoli: la struttura è fatiscente, ma ha un piccolo vantaggio essendo uno stadio olimpico, ed è quello di far rispettare le distanze per riportare il pubblico allo stadi. Mi stupisco che società e presidenti stiano mettendo in evidenza classifiche e risultati senza considerare il virus: dobbiamo pensare che il pubblico dovrà ritornare a far parte dello spettacolo sportivo, da qui quindi l’esigenza di considerare le strutture. Sarebbe inutile ripescare delle squadre con stadi piccoli con tribune non separate o con strutture provvisorie”.