Strano il destino delle squadre che al momento della sospensione del torneo di serie D si trovavano in testa alla classifica: per loro si attende la decisione del consiglio federale, che avverrà con ogni probabilità la prossima settimana per ratificare la promozione nei professionisti. Per la Pro Sesto potrebbe arrivare il ritorno in serie C a dieci anni dall’ultima comparsa. Di questo e della situazione inerente il calcio ai tempi del coronavirus ne ha parlato il socio e dirigente del club brianzolo Carmine Castella ai microfoni dei colleghi di Tuttoc.com
In attesa del verdetto- “Penso che sia una promozione dovuta, durante l’anno siamo quasi sempre stati primi in classifica, certo non è un dato che dovrebbe darci il diritto alla C, perché penso anche che si dovrebbero terminare i campionati, ma non ci sono le condizioni. Se cristallizzano le classifiche, siamo primi a 4 punti dalla seconda. Quale sarà la decisione, noi ci allineeremo. Di sicuro ogni decisione provocherà contenti e scontenti. Per ora noi dovremmo essere quelli contenti”.
Dialogo fra le leghe ed eventuale blocco ripescaggi- “E’ un altro punto dolente: ci sono squadre come Prato e Foggia a un punto dalla capolista, ma con uno scontro diretto ancora da giocare. E’ difficile dire chi sia la prima in classifica in queste condizioni: il Prato è stato primo fino alla penultima partita giocata prima dello stop, il Foggia se avesse la possibilità di incontrare il Bitonto magari potrebbe mettere tutti a tacere con una vittoria. Non ci sono distanze tali da dire che la classifica è scontata. Noi, invece, abbiamo giocato lo scontro diretto col Legnano proprio prima dello stop e lo abbiamo vinto: siamo a 4 punti e con entrambi gli scontri diretti a favore. Noi siamo primi e abbiamo battuto il Legnano due volte. Ci sono gironi dove gli scontri diretti sono ancora da giocare e potrebbero favorire le seconde. Ma torniamo sempre al discorso iniziale: ci saranno contenti e scontenti“.
Ipotesi riforma- ““Penso che non ci siano le condizioni in questo momento. Secondo me ogni categoria deve rimanere tale. Queste cose devono essere pianificate col tempo. Siamo a metà maggio e e tra 15 giorni si svincolano i giocatori, le squadre entro la prima settimana di luglio devono già perfezionare la loro iscrizione al prossimo campionato. Io sono un dirigente di Serie D da più di dieci anni e so che qui non c’è possibilità di applicazione dei protocolli sanitari. Se a settembre ci dovessero essere ancora vincoli sui protocolli, forse è persino meglio che la D riparta ad ottobre. Già le società fanno fatica, ora hanno bisogno di agevolazioni. Anche la Lega Pro vive difficoltà economiche, ma in C è probabilmente più semplice ripartire a settembre. Tornando alle riforme, per me oggi non c’è il tempo per metterle in atto. Poi bisogna anche pensare ad evitare ricorsi e tribunali: se si pensa a riforme che escludono delle squadre che ritengono di avere diritti, si finisce l’estate in tribunale. Io sono uno pro riforme, ma le squadre devono essere avvisate per tempo: se investi per un certo obiettivo e poi non ti viene riconosciuto, è logico che lotti per ottenerlo. Già c’è l’emergenza sanitaria, non puoi penalizzare le società oltremodo. Io ho sempre accettato le conclusioni date delle regole, ma in questo momento non siamo pronti”.