Una carriera vissuta da numero 1, a difendere i pali in ogni categoria, eccezion fatta della serie A, che resta un sogno non realizzato. I successi in serie C, la B con il Torino, l’esperienza a Pisa con Ventura. Di emozioni positive Davide Morello ne ha vissute parecchie. Da quando ha appeso i guantoni al chiodo si è dedicato anima e corpo all’avventura dirigenziale. Nessun limite, sognare non costa nulla. E quest’anno lo ha dimostrato con l’Fc Messina del presidente Arena. L’arrivo in piena estate, società subentrata a ridosso dell’inizio della stagione e considerata spacciata da tutti, vista il poco tempo a disposizione. E invece Morello, che della squadra giallorossa è il direttore sportivo, non solo si è rimboccato le maniche, ma ha accettato e vinto la sfida. Formazione allestita in fretta ma con criterio. Scelte mirate che hanno portato in dote giocatori del calibro di Carbonaro (11 gol, terzo nella classifica marcatori), Bevis, Brunetti, Coria, Dambros, Fissore, solo per citarne alcuni. Morale della favola: quarto posto prima della sospensione, ovvero playoff. Nessuno avrebbe scommesso un euro. L’operato di Morello evidenziato anche e soprattutto nei momenti difficili della stagione, in cui è stato fondamentale nella gestione di un gruppo che rischiava di perdersi, tra cambio in panchina e qualche risultato altalenante. Stagione che ha acceso i riflettori su Morello, corteggiato da diverse importanti società di serie C, pronte a consegnargli la gestione sportiva del club. Il dirigente che si ispira a Petrachi e Faggiano, due ds avuti da calciatore, per il modo di condurre le trattative ma soprattutto per la gestione della rosa. Le porte del professionismo sono pronte ad aprirsi e lui con le porte ha un certo feeling.