In momenti come questi non esistono parole. Potremmo provare a scrivere un libro oppure scegliere il silenzio. Quando un ragazzo se ne va via a soli 20 anni, tra l’altro ancora da compiere, il mondo si ferma. La realtà, cruda e bastarda, ci mette di fronte all’impotenza. Andrea stava vivendo gli anni più belli e spensierati della vita. Quelli in cui ti senti invincibile, quelli in cui non smetti di sognare e ti convinci che ogni cosa è possibile. Un ragazzo tutto cuore, grinta e classe, quella mostrata in campo e soprattutto nella vita. Merito di una famiglia che gli ha trasmesso i valori che servono per vivere da fuoriclasse. Merito anche di un settore giovanile come quello dell’Atalanta. Prima gli uomini dei calciatori. Ecco perché Andrea era amato da tutti. Uomo. Anche al cospetto dell’età. Amato da tutti. Dalla società, dal tecnico e dai compagni di squadra. Potremmo scrivere ancora, saremmo fuori luogo. Un ragazzo perbene, volato via troppo presto. Giovane che abbiamo apprezzato e stimato. Ora guarderà tutti dall’alto, in cabina di regia.
Ciao Andrea, non sarai dimenticato.