La Sambenedettese è in Serie C e la piazza rossoblù è tornata nel calcio che conta. Un campionato dominato che ha avuto tanti protagonisti dal Presidente Massi all’allenatore Palladini ma è con il direttore sportivo Stefano De Angelis che abbiamo voluto capire cosa c’è stato di magico in questa importante stagione.
San Benedetto del Tronto, piazza calda, caldissima e storica del calcio italiano. Ritrova Serie C dopo tanti tra fallimenti, ricostruzioni, e retrocessioni. Questa stagione insieme al Presidente Massi ha costruito una squadra che, sostanzialmente, ha ammazzato il campionato. Come l’avete vissuta? Vi aspettavate una così netta affermazione?
Beh, l’anno scorso siamo partiti e ci siamo trovati ad agosto a cambiare il nome da San Benedetto calcio a Sambenedettese dunque già così la pressione ambientale è iniziata ad aumentare. Questo ci ha portato ad avere delle responsabilità. Con questo nome devi vincere pertanto se lo scorso anno siamo ripartiti velocemente dopo il fallimento, quest’anno non potevamo sbagliare. A dire il vero già lo scorso anno c’erano dei buoni presupposti poi un po’ per demerito nostro, un po’ la pressione della piazza, un po’ per l’inesperienza generale non siamo riusciti. Quest’anno con l’esperienza maturata abbiamo migliorato qualcosina. Qui non puoi parlare di playoff, qua devi vincere subito. Quindi l’obiettivo era chiaro fin dal principio. Abbiamo avuto comunque delle difficoltà iniziali perché avevamo cambiato quasi tutta la squadra ma sapevamo del valore dei ragazzi e dello staff ma vincendo alla quarta giornata la gara contro l’Aquila abbiamo cominciato ad acquisire certezze. A novembre-dicembre abbiamo fatto 10 vittorie di fila e questo ci ha fatto capire che il destino era nelle nostre mani.
Per quanto riguarda questo ricorso del Teramo cosa ci dice? C’è stato questo errore arbitrale?
Guarda la cosa brutta di questa vicenda è che qualcosa poteva essere successo ed avere quel dubbio percepito ma non evidente che nessuno si era accorto ci ha fatto vivere pessime sensazioni. Mancavano 7 secondi a fine della partita ed in tutta onestà nessuno ci aveva fatto caso all’errore. Poi ognuno ritiene opportuno fare quello che vuole dunque quando è arrivato il ricorso siamo stati lunedì a parlare tutto il giorno per capire cosa fosse successo. Pensa che i giornali già scrivevano anticipando il fatto che si dovesse rigiocare la partita. Nella fattispecie non è che c’è un episodio che poteva falsare qualcosa parliamo di un’ammonizione a pochi secondi dalla fine e nel parapiglia di quegli istanti non si capiva nulla. Appellarsi a queste cose mi è sembrato inopportuno.
Direttore c’è questa curiosità che riguarda mister Palladini: quando è stato sulla panchina della Samb a più riprese ha sempre vinto. Altrove no. L’alchimia che si è creata tra San Benedetto del Tronto e l’allenatore può essere riproposta anche in Serie C?
Palladini è una persona che ha vinto quattro campionati in panchina più uno da giocatore alla Samb e ti dico che è tanta roba, vuol dire che hai qualcosa dentro che trasmetti e sai gestire anche in momenti particolari. Tutto in una piazza come San Benedetto perché, credimi, giocare a San Benedetto non è facile. Qui bisogna avere le spalle larghe. Ottavio è benvoluto da tutti perché è un ottimo allenatore ed è un uomo nel vero senso della parola. Ha il rispetto di tutti: della città, degli avversari, dai compagni a tutti noi. In Serie C? Certamente sì anche perché non abbiamo mai parlato di altre situazioni. Le sensazioni per proseguire sono positive. Dopo Pasqua ci metteremo seduti e ne parleremo anche perché se uno crede nel progetto futuro non ci sono problemi.
Stesso discorso si potrà fare anche con Eusepi?
Umberto per noi è stato importante sia sul campo che fuori come carisma e come trascinatore. Lui è uno di quei quattro/cinque che hanno un contratto anche per la prossima stagione. Bisogna comunque capire la volontà tecnica e l’entusiasmo da parte sua di continuare. Ha manifestato più volte il desiderio di rimanere a San Benedetto essendo legato ai nostri colori.
Direttore invece Lei ha un contratto già firmato fino al 2027 quindi sicuramente resterà per allestire una formazione importante insieme al Presidente Massi…
Sicuramente sì. Tra noi c’è un grande rapporto. Ma quello che dico sempre io bisogna tutelare la società perché è una società giovane è due anni che è nata e si apprestata a giocare un campionato molto più difficile e molto più dispendioso rispetto alla Serie D. Bisogna fare le cose con chiarezza e pazienza sicuramente. Dovremo stabilirci in C senza avere presunzioni di sorta. San Benedetto si aspetta tanto basti pensare che in giorni lavorativi si riempie lo stadio con settemila persone. Incredibile. Bisogna, quindi, conoscere il campionato e adattarsi anche perché, dome dicevi tu, qui si sono succedute tante vicissitudini negative in passato. Perciò è inutile dirti che farò la squadra per vincere il campionato ma se dovesse girarci bene, perché no ambiremo alla promozione. Poi sicuramente a me piacciono i giovani anche se potresti dirmi che c’è Eusepi che giovane non è. C’è da capire come allestire la prossima rosa tenendo presente che non potremo spendere come, ad esempio, l’Avellino. Umiltà e zero presunzione.
In Serie C torneranno due derby sentiti come quelli di Ascoli, sperando che possa salvarsi, e Pescara. Tra le due squadre citate contro quale è più forte la rivalità?
Senz’altro Ascoli. Contro i bianconeri il derby manca da quarant’anni. La gente non chiedeva altro. Quarant’anni sono tanti e non vedono l’ora di confrontarsi contro loro in una bella giornata di sport. A me un po’ dispiace che l’Ascoli sia in quella posizione di classifica. Vedremo come andrà a finire.
Lei hai vinto anche a Campobasso quindi affidandosi a Lei il Presidente è andato a colpo sicuro. A quali giocatori è legato in particolar modo in queste due ultime tue esperienze?
Guarda io nono sono uno di quelli che si porta dietro quel gruppetto di giocatori che sai che ti possono dare qualcosa di importante in campo e fuori. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti. La soddisfazione più grande è, però, vedere alcuni vincere dopo Campobasso quando ci dicevano che alcuni non avevano mai fatto la C come Liguori ora a Padova, Pace andato a Brescia, Tenkorang andato al Lumezzane via Cremonese, Menna ad Ascoli e tanti altri tutti i giocatori ma anche Orsini, 2006, preso dal Tolentino. Io sono legato a tutti i giocatori che mi lasciano qualcosa come, ad esempio, Candellori che è da tanto nelle squadre dove sono io. Poi le scelte le fa l’allenatore. E’ normale che ci siano giocatori di cui mi fido e sono quelli che mi danno di più.
Un’ultima domanda: chi sente di dover ringraziare per questa stagione?
Devo ringraziare tutti i ragazzi che mi hanno permesso di vincere, il Mister, lo staff, perché poi sono loro che vanno in campo, i magazzinieri, tutti quello che girano intorno al club. La società tutta perché ci sono collaboratori che lavorano con noi tutto il giorno tutti i giorni come il team manager. Poi c’è il Presidente perché poi alla fine è colui che ti permette di fare tutto questo. E’ un primo tifoso della Samb, è un entusiasta del progetto Samb e ci ha dato grande fiducia. Nonostante le contestazioni dello scorso anno ed anche di questo quando la squadra non girava non ha mollata nonostante in queste piazze si tenga a lasciare per la troppa pressione dei tifosi che diventano enormi quando le difficoltà non riescono ad essere dissipate. Ringrazio, quindi, anche i tifosi coloro i quali nel bene e nel male ti lasciano qualcosa dentro ma ti danno anche grandi emozioni. Li trovi allo stadio in sei-settemila ogni domenica e sono spettacolari.
Giuseppe Barbato, tuttoseried.com