In un momento di crisi e difficoltà economiche per tanti club di terza e quarta serie la ristrutturazione del debito sta diventando sempre più un’ancora di salvezza per tanti club in difficoltà.
Ne abbiamo parlato con il dottor Vincenzo Sica dello studio Sica e Partners specializzato in materia societaria, tributaria, finanziaria, pianificazione societaria e fiscale internazionale che ha seguito in qualità di advisor il caso della Juve Stabia nel maggio 2022.
Dottor Sica ci può presentare in cosa consiste la ristrutturazione del debito?
“Buongiorno, si tratta di una forma molto usata negli ultimi anni dalle società di calcio per risolvere la crisi d’impresa in ambito fiscale. Il caso più in vista è sicuramente quello della Juve Stabia che abbiamo seguito nel 2022 e che ha permesso al club di appianare la debitoria fiscale e rilanciarsi arrivando fino all’attuale serie B. A seguito dei casi Juve Stabia e Sampdoria la Federazione ha imposto criteri più stringenti ma sono tante le società che si affidano a noi ancor oggi. Non ultimo non posso rivelarle il nome per patto di riservatezza ma con un importante club di serie C abbiamo pronta tutta la documentazione per ristrutturare il debito.
Quali sono i criteri per presentare la domanda?
“Beh ovviamente va valutato caso per caso previa uno studio di fattibilità. Naturalmente è necessario che all’interno della compagine societaria che c’è ne fa richiesta ci sia unità d’intenti perché abbiamo avuto il caso di un club abruzzese al cui interno c’erano soci contrari alla domanda che ne hanno ostacolato la riuscita della stessa.”
Noi ci stiamo concentrando in questo momento sul caso della Fidelis Andria, club di quarta serie in difficoltà economiche con una proprietà dimissionaria e una debitoria erariale che dovrebbe oscillare tra 1,5 e 2 milioni di euro. Per chi volesse avvicinarsi al club e che magari può aver timore della pesante debitoria questo strumento può risultare un’arma importante?
“Senz’altro come le dicevo la fattibilità c’è, bisognerebbe approfondire il caso per conoscere appieno la situazione ma in linea di massima se si dovesse presentare una compagine societaria intenzionata a presentare la domanda le possibilità ci sono.”
In chiusura parlavamo dei casi di società di Serie C escluse per inadempienze. E’ costume molto spesso in Italia quello di preferire ripartire da zero con una società pulita sacrificando categorie importanti piuttosto che accollarsi delle debitorie. Lei si sente di dire che ciò è sbagliato e salvaguardare patrimoni calcistici grazie a queste procedure è possibile?
“Sicuramente, le parlavo di casi in terza serie di club che non hanno voluto apportare la domanda e che alla fine sono arrivati al fallimento. Questa procedura di ristrutturazione permette di salvare categorie, blasone di società storiche e autentici patrimoni sportivi e culturali a livello locale. Senza considerare il fatto che in caso di fallimento vi è la regola delle due categorie.”
Marco Nicolamarino, tuttoseried.com