TERRACINA, RONCI NON BASTA: AL “COLAVOLPE” PASSA ANCHE IL REAL MONTEROTONDO
L’impegno non è mancato, ma al triplice fischio il risultato non lascia dubbi ad interpretazioni. Il Terracina perde anche con il Real Monterotondo (1-2), sprofondando all’ultimo posto in solitaria, a meno sei dalla terz’ultimo posto attualmente occupato dell’Ilva Maddalena.
Una sconfitta che sa quasi di resa, nonostante il ritorno di Palo e l’incitamento incessante della Curva Mare, unica nota positiva in una stagione da incubo, che rischia così di oscurare i festeggiamenti per il centenario che inizieranno sabato prossimo con la sfida tra la formazione “Hall of fame” del Terracina e la Nazionale attori cantanti.
Dopo un primo tempo tecnicamente imbarazzante, con le due squadre incapaci di creare situazioni di pericolo nelle aree di rigore opposte, la ripresa si apre con il gol di testa siglato da Menghi, lesto nell’inserirsi tra le maglie larghe della disattenta retroguardia biancoceleste.
La reazione locale, più di nervi che di raziocinio, si concretizza – dopo l’espulsione per somma di ammonizioni di Mazzon – con il pareggio siglato da Ronci, che si incunea in area e con il piattone sinistro supera l’estremo difensore ospite.
La gara sembra trascinarsi sul risultato di parità, ma proprio nel finale la difesa di Palo regala il pallone agli ospiti nei pressi della propria porta, Barba entra in area e viene steso da Altobelli: dal dischetto Fontana spiazza Uva e regala tre punti d’oro – dopo quasi due mesi – alla truppa di Stillo.
Nel finale i tigrotti ci provano gettando il cuore oltre l’ostacolo, creando una situazione intrigante con il solito Ronci, fermato però dall’uscita tempestiva e provvidenziale di Silvestrini.
Il Real Monterotondo esce con tre punti da Terracina e rialza la testa, agganciando al sest’ultimo posto della graduatoria un Anzio in caduta libera. La quinta sconfitta consecutiva, invece, suona come una sentenza sulla stagione terracinese, iniziata tra nubi societarie mai dissipate, scelte incomprensibili e cambi tecnici al limite del grottesco.
Cronaca di una disfatta annunciata.
Luciano Savarese