La Paganese non sa più vincere? E’ un leit motiv che si chiedono in tanti soprattutto alla luce degli ultimi risultati non proprio brillanti della squadra che nelle ultime tre partite ha racimolato solo due punti, frutto di due pareggi rocamboleschi dove, il migliore in campo, è risultato essere l’estremo difensore azzurrostellato Spurio. Trovare colpe e colpevoli non è bello e non è nemmeno giusto ma cercare di dare una sterzata all’auto che da segnali di sbandamento, può aiutare a non finire fuoristrada. Domenica scorsa, lasciando il Marcello Torre, ho ascoltato le lamentele giuste o sbagliate che siano, secondo i punti di vista, dei tifosi azzurrostellati che si lamentavano del non gioco della squadra e soprattutto dell’intestardirsi a giocare la palla dalle retrovie.
Partiamo dal dire che per fare un certo tipo di gioco devi avere dei giocatori che sappiamo palleggiare nello stretto e soprattutto se attaccati, fare sfoggio delle capacità tecniche e tattiche di lanciare il pallone in avanti. La Paganese non lo fa. Costruzione dal basso e attendiamo con il nostro ultimo uomo che gli attaccanti avversari vanno a pressare il nostro ultimo uomo per far ripartire l’azione. Per carità, non faccio l’allenatore ma non credo che questa tattica sino ad ora abbia dato i frutti sperati da Esposito. Altra nota dolente, il fatto di non calciare in porta. Tra Sassari, Guidonia e Anzio se la squadra ha fatto cinque tiri verso la porta avversaria sono pure troppi, considerando i gol di Faella in Sardegna e D’Angelo a Guidonia. Rammento a qualcuno che leggendo si rizelerà che, lo scorso anno, con Agovino in panchina, nonostante la squadra giocasse bene ed a memoria, spesso e volentieri, ci siamo lamentati con l’allenatore che la squadra non calciava mai in porta ma voleva arrivare oltre la linea bianca direttamente con il pallone. Questo, per dire che, le critiche, quando sono costruttive si fanno anche quando le cose vanno bene e non solo quando si palesano delle difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti.
CAPITOLO MERCATO – Patron Cardillo non più tardi del dopo gara con la Sarnese, in sala stampa, annunciò di aver dato mandato ad Accardi di puntellare la squadra nei ruoli in cui l’organico era più abbisognevole. E’ arrivato Ricci, è arrivato D’Angelo ma un altro difensore per completare un reparto già forte, no!! Succede che s’infortuna Di Corato, lo stesso dicasi per Francesco De Feo mentre De Angelis e Esposito non sono al meglio della condizione e come finisce? 4 a 1 per il Latte Dolce con gol dell’ex Sorgente, cacciato da Pagani. Dopo le feste, si va a Guidonia. Esposito recupera De Angelis e Di Corato che restano in panchina mentre sono ancora assenti Francesco De Feo e capitan Espoito. Esposito vara una formazione con Ricci e Bucolo a protezione della difesa e con Faella “ sacrificato “ a fare un lavoro sporco a tutto campo sui portatori di palla degli uomini di D’Antoni. Risultato. Ricci esce stremato ed entra Del Gesso, un pesce fuor d’acqua e come se non bastasse, cambia i due attaccanti inserendo Ferreira e Coratella. 0-1 sino al 94’e 55” quando il fortino azzurrostellato crepa sotto il colpo di testa di Cali. Ora mi domando e chiedo perché avere tanti attaccanti in rosa e non avere qualche difensore over in più al posto di dover adattare un giocatore versatile come Francesco De Feo? Perché non usare lo stesso metodo usato con il portiere per cedere qualche calciatore in esubero e prendere qualcuno funzionale al progetto? Il colmo del colmo sarebbe non vincere nemmeno quest’anno il campionato, per certi versi molto più scarso di quello perso due anni fa, nella nefasta domenica di Tivoli. La Dea bendata ci ha porto la sua mano e, oggi come allora, sembra che la stiamo rifiutando ancora una volta.
Carmine Torino, tuttoseried.com