Non riesce l’allungo al Team Altamura, bloccato tra le mura amiche dal coriaceo Manfredonia, che ha venduto cara la pelle contro la capolista. Il match deciso dalle reti entrambi nella prima frazione di Saraniti all’11’ e Carbonaro al 41’. Il forcing degli uomini di Giacomarro nella seconda frazione non è bastato per conquistare l’intero bottino ed allungare in classifica.
La gara del “D’Angelo”, non è finita al triplice fischio dell’arbitro, il signor Gallo della sezione di Castellamare. Infatti sui profili delle due società ci sono comunicati di accuse, da parte degli ospiti, di clima ostile e la risposta del club biancorosso. Evitiamo di inserirci nella disputa e riportiamo integralmente i comunicati delle due società pugliesi.
Ritornando alla gara, potete seguire la sintesi della stessa cliccando qui
Il comunicato del Manfredonia Calcio 1932:
Siamo tornati a casa dalla trasferta contro la capolista Altamura con un risultato meritato sul campo, che allunga la nostra striscia positiva in campionato e che ci tiene in una buona posizione di classifica, ma con tanto amato in bocca per quanto successo a squadra e dirigenza negli spogliatoi e sugli spalti.
Lo sport è ben altro. È educazione, rispetto, accoglienza dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Ieri, invece, ad Altamura è stata scritta una brutta pagina per il movimento calcistico pugliese, e non solo.
Un inspiegabile clima particolarmente nervoso ed ostile da parte di tutta la società e l’entourage altamurani hanno contraddistinto l’arrivo, la permanenza e la partenza della società e della squadra del Manfredonia Calcio. Eppure all’andata, al “Miramare”, dirigenza e squadra dell’Altamura erano stati accolti con massimo rispetto e garbo.
Ma tant’è. La dirigenza del Manfredonia Calcio, pur avendo richiesto ed ottenuto regolarmente gli accrediti, in malo modo non è stata fatta accomodare in Tribuna, ricevendo diversi contestazioni ed improperi fuoriluogo da parte di addetti al campo e taluni rappresentanti delle forze dell’ordine presenti. Al termine del match, alcuni rappresentanti della dirigenza del Manfredonia Calcio, con relativo accredito autorizzato, volendo fare accesso agli spogliatoi per far visita al gruppo squadra, venivano dapprima respinti in malo modo e successivamente aggrediti verbalmente senza alcun valido motivo.
Trattamenti antisportivi sono stati riservati anche al gruppo squadra. Su tutti, denunciamo un episodio eclatante. A fine partita, nelle fasi di risalita sul bus, all’esterno degli spogliatoi è stato sottratto il lettino da viaggio del nostro fisioterapista. Ogni tentativo di recuperarlo è risultato vano. Si può chiamare ancora sport tutto questo?
Denunceremo tutto ciò che è accaduto agli organi sportivi ed extrasportivi. Il mondo del calcio merita decisamente un ambiente migliore, che sia d’esempio per i più giovani, dentro e fuori dal rettangolo di gioco.
Il comunicato del Team Altamura:
Letto il comunicato della società Manfredonia, è nostro dovere ribattere ad una ricostruzione del tutto irreale di quanto raccontato fantasiosamente sul profilo ufficiale Facebook della società sipontina e ci tuteleremo in tutte le sedi opportune per difendere l’immagine e il buon nome della nostra Società e della Città di Altamura.
Non ci interessa discutere del risultato ottenuto a fine gara, i sipontini affermano di averlo meritato sul campo, questo già da solo mette in dubbio la veridicità del comunicato , ma quando scrivono che lo sport è ben altro dovrebbero farlo mentre si guardano allo specchio e dopo essersi riguardati singolarmente negli atteggiamenti durante il corso della partita, in modo da avere contezza dei loro comportamenti offensivi e antisportivi.
Il referto arbitrale la dice lunga: ammoniti i calciatori Forte, Amabile, Giacobbe e mister Cinque, espulsi il calciatore Bamba, l’allenatore in seconda Di Stasio e il massaggiatore Ciuffreda, tutti per atteggiamenti contrari ai principi di correttezza dello sport!
Lezioni di comportamento non possiamo prenderne sicuramente dal Manfredonia, dirigenti e atleti sono stati accolti singolarmente con la massima cordialità e rispetto, nel pre-gara son stati tutti omaggiati con una confezione di prodotti locali, come di consueto siamo abituati a fare con spirito di accoglienza con tutte le società avversarie.
In relazione agli accrediti menzionati nel comunicato stampa , il Manfredonia calcio omette colpevolmente di scrivere che a fronte dei 5 pass nominativi rilasciati e riservati alla dirigenza ospite per l’ingresso nell’area spogliatoio, si sono presentate circa venti persone a cui è stato impedito dalle Forze dell’Ordine il passaggio dal settore ospiti all’area spogliatoi in ottemperanza alle normative vigenti in materia di ordine pubblico e di cui noi non siamo assolutamente responsabili perché non di nostra competenza.
Da qui si è scatenata una polemica infinita tra l’entourage sipontino e i Carabinieri in servizio allo Stadio, battibecchi poi sfociati nei classici “lei non sa chi sono io…” e ulteriori inutili e discutibili fregi cui si attribuiva ciascuno di essi tra chi sosteneva di essere Sindaco, chi Assessore, chi Consigliere comunale etc etc.
Criticare anche l’efficiente lavoro svolto dalle autorità di Pubblica sicurezza rende ancora meno credibile il comunicato emesso .
Sarebbe bastato rispettare le disposizioni organizzative inoltrate in settimana e accettate dalla Società del Manfredonia come dimostrabile, per evitare confusione e momenti di tensione.
In merito a quanto dichiarato sulla sottrazione del lettino del fisioterapista, è gravissimo che ciò venga attribuito alla nostra Società e per questo motivo provvederemo immediatamente ad adire le vie legali per smentire quanto manifestato e richiamare alla responsabilità per diffamazione. Una Società come la nostra non ha bisogno di cadute di stile di questo tenore, si tratta di un attacco inaccettabile e pertanto intimiamo alla Società Manfredonia Calcio 1932 di adempiere immediatamente al ritiro e alla smentita di quanto dichiarato con riserva di trasmettere gli atti alla Procura Federale e di agire per vie legali presso tutti gli organi competenti per il risarcimento di tutti i danni di immagine subiti.
Con più ampia riserva di diritti ragioni e azioni.