In una conferenza stampa come un fiume in piena il numero uno dell’Orvietana si è scagliato contro l’ex direttore generale del club biancorosso Alvaro Arcipreti.
Le dichiarazioni del Presidente
“In questo primo intervento pubblico della nuova stagione, avrei preferito parlare solo di calcio. Mi tocca, invece, rispondere a un tizio cui piace intromettersi nei fatti nostri piuttosto che badare ai suoi, provando ad essere più educato e meno arrogante del destinatario.
Con Alvaro Arcipreti, cui mi rivolgo, abbiamo fatto cose buone e non sarò certo io a dimenticarlo. Però, il cordone ombelicale che ci ha legati non è più attivo ed è tempo di guardare al futuro con idee e prospettive diverse. Mai rinnegare il passato, ma è giusto che il vecchio lasci spazio al nuovo che avanza ed è lì che dobbiamo guardare
Rimango altresì sbalordito, lo dico subito per non dimenticarlo, che certe emittenti regionali diano spazio a certe “comparsate”, difficili a definirsi in modo diverso. Lo ho già fatto presente al conduttore, chiedendo quanto paga per momenti come quello in cui si è esibito Arcipreti, perché, nel caso il compenso sia gratificante, potrei anche essere interessato.
A mio modo di vedere le colpe vanno ricercate in coloro che mettono in piedi certe sceneggiate, poi, chiaramente, negli attori che se ne rendono protagonisti.
Sintetizzando il secondo appunto – vado a braccio, non ho una scaletta – al dott. Arcipreti, lui è stato con noi un anno facendo benissimo. Poi è successo qualcosa, so molto bene di cosa si tratti, ma purtroppo me ne sono accorto in ritardo, per via della quale ho deciso di mandarlo a casa, convinto, altresì, che non avrebbe resistito a occuparsi dei fatti nostri.
Lui provò a giustificarsi coinvolgendo Ciccone (adesso i due si amano tanto, non era così in quei momenti), ma su questo non vorrei dilungarmi, a meno che, questa soap opera non sia a puntate, delle quali il sottoscritto conosce per filo e per segno, il soggetto, la sceneggiatura e gli attori.
So delle sue medaglie, sempre più arrugginite (Perugia, Sanbenedettese…. Orvietana ecc., come dei fallimenti sportivi degli ultimi anni) e, qualora lo desideri possiamo parlare di tutto. Partendo, però, da due presupposti. Primo, Roberto Biagioli non ha scheletri nell’armadio e non so se lui potrà dire altrettanto. Secondo, partiamo da posizioni completamente diverse. Io metto i soldi, lui li prende. La distanza, capite bene, è chilometrica.
Non voglio più confrontarmi con chi, di professione ufficiale ha fatto il part time alla ASL. Lo ringrazio per i complimenti, che valuto sarcastici, fatti all’Orvietana e sottolineo come, senza la sua presenza, siamo rimasti l’unica Società umbra in serie D. Potremo anche tornare in Eccellenza, ma questo non conta. Ricordate, però, che nella vita nulla succede per caso.
Continua a sentirsi una super star del calcio umbro. Invece farebbe bene a tornare con i piedi per terra. In questo mondo né io, tantomeno lui, siamo nessuno. Gli chiedo, cortesemente di occuparsi dell’Atletico BMG lasciando perdere l’Orvietana. Io non ho detto nulla quando è andato via, mentre lui, ex direttore ha iniziato a occuparsi dei fatti nostri con un’intervista ai giornali, poi nelle trasmissioni televisive, trovando spalla nel suo “Paolini”, alias Giuliano Cioci o in qualche altro, stregato da tanto personaggio. Lui presenta, l’altro fa le fusa alla Paolini. Giuliano lo conosco dai tempi dell’Orvietana del Presidente Domenico Pizzardi. Nei mesi estivi lavorò nella mia Azienda, è stato un grande goleador, è un bravo ragazzo. Rimane da stabilire per quali cose, nella vita, ciascuno è più adatto.
Io, il mio Paolini ce l’ho e lo tengo stretto. Si chiama Matteo Panzetta. Do per certo che, nell’Orvietana non lo ha messo Arcipreti. Pure questo è un merito di cui non può vantarsi. Era già con noi, occupandosi, ai tempi della direzione della la Scuola Calcio. Nel nuovo ruolo ce lo ho messo io, con una funzione precisa di controllo, perché sentivo che qualcosa non stava più funzionando. Arcipreti era poco presente, anzi, quasi assente. Come alle partite, durante le quali, tirando fuori la scusa di “sentirle troppo” andava a fare passeggiate.
Matteo ha rilasciato un’intervista, già concordata con il sottoscritto, per rispondere a cose, non vere, dette da Arcipreti. Il quale, si è preso la briga di entrare anche nel privato tirato fuori la telefonata nella quale Antonio Di Natale aveva qualcosa da rimproverare a Matteo, tralasciando un particolare: il giorno successivo lo stesso Di Natale volle incontrare Panzetta per scusarsi di quanto accaduto. Probabilmente, perché, come già detto, al campo era poco presente, quindi non informato.
Rivendica il successo dell’operazione Tomassini. Da grande esperto quale si ritiene, cercato da tutti (ha inserito Fiorucci tra gli interlocutori più assidui, ma ciò non risulta come, altrettanto, non emerge la grande amicizia decantata) dovrebbe sapere molto bene che il segreto per trattenere tanti giocatori è solo uno: i soldi.
Ma, la cosa che più mi ha disturbato, è l’essersi messo in competizione, proprio lui considerato “un grande saggio” del calcio, con un ragazzo che potrebbe essere suo figlio, colpevole solo di provare a intraprendere una carriera nella quale Arcipreti sostiene e viene accreditato essere un numero uno. Se così fosse e le chiamate televisive da parte di emittenti che volano basso lo confermano, siamo messi veramente male.
Tornando a Matteo, non dico nulla di nuovo affermando di avere con il ragazzo un rapporto affettivo consolidato, nato con le mie frequentazioni a casa sua da quando era un bambino, forte dell’amicizia che mi lega a tutta la famiglia.
Amicizia a parte, i fatti dimostrano la mia predisposizione a dare supporto ai giovani che dimostrano entusiasmo nelle cose che fanno. L’ho sperimentato da tempo, nel calcio come nella vita professionale, rendendomi conto che noi adulti non siamo eterni ed è buona cosa aiutare i ragazzi che si manifestano volenterosi. Ci lamentiamo, spesso, dei giovani che non sono preparati. Dipende, anche da noi, troppo egoisti, che non li prepariamo.
Per chiudere, Arcipreti ha paragonato Matteo a un portaborse. Dico subito, che io avrei fatto carte false se m’avessero proposto tale professione quand’ero più giovane.
La chiudo qui. Ma ritenevo doveroso intervenire”.
Nello Marmo