Il marcatore più prolifico di sempre con 62 reti in 174 presenze da calciatore; tre stagioni da allenatore, con una salvezza sudata e sofferta nell’anno del Covid e due piazzamenti in zona play off.
Giovanni Cavallaro è entrato di diritto nella storia della Nocerina: “Le aspettative di quest’anno erano altre – spiega il trainer palermitano -. Sono stati commessi diversi errori soprattutto nell’allestimento dell’organico. Il cambio della società ha influito, anche se la nuova cordata ha cercato di sanare i problemi, ma non è riuscita a dare un’impronta alla squadra visti i tempi ristretti di azione sul mercato. Credo che siano imprenditori seri che lavorano esclusivamente per il bene della città. Ora è necessario riprogrammare, piazzare i tasselli del mosaico al posto giusto, con professionisti all’altezza di formare una rosa importante che sia in grado di lottare per la promozione in serie C con equilibrio, pazienza e lungimiranza”.
“A Nola nel posto sbagliato al momento sbagliato”
Nella stagione che si è appena conclusa Giovanni Cavallaro è stato protagonista di una sfortunata parentesi come allenatore del Nola, poi retrocesso in Eccellenza allo spareggio contro il Pomezia: “La passione che ho per il mio lavoro mi ha portato ad una decisione avventata e troppo frettolosa – riflette l’ex bomber molosso -. Senza nulla togliere a Nola che è una piazza seria e una città perbene, posso tranquillamente affermare di essermi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non ho avuto modo di lavorare serenamente e a lungo termine, visto che sono stato silurato dopo poco meno di due mesi”.
“Sono un allenatore moderno, De Zerbi il mio maestro”
Finita un’esperienza in chiaroscuro c’è voglia di rimettersi in gioco, rituffandosi a capofitto in una nuova avventura: “Il nostro mestiere è una grossa incognita – conclude Cavallaro -. Devo sperare che qualcuno ricordi l’enorme lavoro fatto a Nocera insieme al direttore sportivo Riccardo Bolzan. Ho avuto tanti maestri ai quali mi ispiro, uno su tutti Roberto De Zerbi, che sta stupendo tutto il mondo. Mi reputo un allenatore moderno al quale piacciono gioco offensivo e calcio coraggioso e propositivo; lavoro sempre per dare alle mie squadre un’identità ben precisa, cercando di giocare sempre un calcio di qualità, giocando palla a terra fin quando è possibile farlo, con uno atteggiamento aggressivo quando non abbiamo il possesso con l’obiettivo di riconquistare la palla il prima possibile evitando di subire o concedere campo agli avversari. Non tutti tra i dilettanti comprendono questi dogmi, ma spero di trovare presto una piazza che possa darmi l’occasione di rilanciarmi e riprendere l’ottimo lavoro che si è bruscamente interrotto a Nocera”.
Valerio D’Amico