Ancora poche ore e, poi, all’”Olindo Galli” di Tivoli andrà in scena l’ultimo atto di una stagione che in molti all’inizio di campionato avrebbero firmato in bianco, affinchè potesse succedere. Ormai, si legge Paganese ma qualcuno l’ha ribattezzata “ heart in throat “ cuore in gola, visti gli ultimi 4 precedenti che hanno visto la Paganese giocarsi playout ed ora promozione e ritorno in C in appena 11 mesi.
Le coronarie di chi scrive e dei tanti tifosi che seguiranno in massa la squadra nell’alto Lazio, subiranno ancora una volta uno stato emozionale che solo un evento del genere può scatenarlo. A parte questa piccola parentesi, Tivoli – Paganese è solo la punta di un iceberg che vedrà quest’oggi il territorio campano – laziale crocevia di parecchi scontri calcistici da dentro o fuori.
Ripercorrendo il film del campionato, mi verrebbe da dire, potevamo vincerlo prima in virtù delle tantissime occasioni sprecate ma come spesso accade, inutile piangere sul latte versato. Ora, l’obiettivo è quello di ritornare laddove lo si era e con merito, lo scorso anno, ovvero tra i professionisti dopo un anno di purgatorio negli inferi del dilettantismo.
Girando sui campi della D, ho visto un’approssimazione ed un approccio al massimo campionato dilettantistico da “ dilettanti ”. Alcune realtà davvero mi sono chiesto come e cosa avessero in comune con il gioco più bello del mondo, il calcio. Ma non voglio essere polemico, ma solo fare delle constatazioni per i vertici federali nazionali ad avere maggiori attenzioni per certe realtà che farebbero fatica a fare i campionati Regionali, figurarsi quello, importante come la Serie D.
Come ha vissuto questa settimana la squadra, la società e la città intera, è sotto gli occhi di tutti. Una spasmodica attesa che tra poche ore troverà il suo epilogo finale. Tanti, i riti scaramantici . Nessuno ha voluto pronunciare la fatidica parolina o preparare qualcosa in proiezione di ..” ma si succere” è il leit motiv che la dice tutta in attesa della gara di Tivoli.
Come ci arriva la Paganese. Innanzitutto, con un seguito massiccio che sicuramente farà la sua parte a sostegno di D’Agostino e compagni. Domenica scorsa, a fine partita in conferenza stampa, mister Giampà, aveva usato un gioco di parole che era piaciuto a molti.
PAGANI CITTA’ DI SANTI, ARTISTI E MERCANTI, è il cartello all’entrata della città in quel di S. Chiara ai confini con Nocera Inferiore. “ Ai miei ragazzi ho detto che sono venuti da mercanti, si sono comportanti da artisti ed ora hanno la possibilità di diventare santi” queste le parole del tecnico catanzarese che hanno risuonato come l’ultima carica ad una squadra che ha fatto davvero tutto ciò che era nelle sue possibilità tecniche e fisiche ed ora punta nell’orgoglio.
Tutti abili e arruolabili tranne l’acciaccato Brugnano a disposizione del trainer azzurrostellato che ha recuperato anche Sicurella e Maggio, quest’ultimo colpito da un leggero stato influenzale in settimana ma pienamente recuperato sotto tutti gli aspetti tanto che alla rifinitura, ha messo in mostra non solo le sue doti da bomber ma anche quelle canore tra sorrisi e pacche sulle spalle di dirigenti e tifosi, accorsi per incitare la squadra.
Volendo azzardare una formazione e conoscendo la mentalità di Giampà e del suo staff non è escluso qualche piccolo cambio nell’undici titolare che ha battuto il Pomezia nell’ultima al Torre, Dubbi i difesa e nella zona di centrocampo mentre l’unica certezza resta il Trio delle meraviglie Maggio – D’Agostino – De Felice, rispettivamente con una dote di 11, 14, e 18 gol per complessive 43 reti delle 55 totali che fanno dell’attacco azzurro il primo del girone in coabitazione con la Casertana per una media di 1.66 gol a partita.
Numeri che farebbero rabbrividire chiunque ma che sottolineano come lassù in cima non ci si è arrivati per caso e se a questo ci mettiamo anche una difesa ermetica, prima del girone con appena 26 reti subite in coabitazione con l’Artena dell’ex Maurizi, con una media gol subiti pari allo 0.78, ci si rende conto della grandezza di un gruppo che meritevole di essere premiato.
Carmine Torino