L’Akragas è in serie D. E’ la soluzione più logica dopo la battaglia condotta a distanza con i gialloverdi dell’Enna; la formazione della città dei templi ha condotto per tante domeniche la testa della classifica e alla fine l’ha spuntata.
L’atto finale si è compiuto contro il Resuttana all’ultima giornata ed è stato un capolavoro dominato dalla suspense di una stagione che resterà memorabile; un capolavoro tattico costruito mese dopo mese, domenica dopo domenica, senza soste, con qualche cedimento ma con un obiettivo raggiunto grazie alla tenacia, la volontà e la passione di uomini di ferro.
Con la promozione in serie D si è conclusa una delle più belle ed affascinanti avventure calcistiche biancazzurre e questo salto di categoria ha il sapore di una conquista fatta di rare amarezze ma di tante sofferenze impregnate di sacrificio e amore. Si potrebbe parlare a lungo di questo campionato: ha vinto l’Akragas ed è quello che più conta, ma ha vinto una intera città con l’Esseneto che, riempito da oltre cinquemila sportivi, ha trascinato la squadra verso l’obiettivo.
Hanno vinto i dirigenti con in testa il presidente Deni, ha vinto Nicola Terranova, hanno vinto tutti i calciatori impegnati che si sono battuti per trenta partite con un attaccamento alla maglia senza precedenti. A molti, questa estate, il calcio biancazzurro, sembrava essere avviato verso un’altra annata di sottosviluppo. Smentiti alla grande. Ernesto Russello ha preso decisamente in mano i fili e ha costruito una squadra forte e competitiva. Ha convinto Deni, Callari, Rosato e Bottone con poche risorse, rispetto alle stagioni precedenti, a puntare più in alto. Russello è un uomo di poche parole, non ama le luci della ribalta. Attorno al ds si unirono tutti. Il programma era chiaro: salire di categoria.
L’ambiente, però, ancora pieno di scorie, invidia e rancori, non ha creduto. Pochi spettatori nonostante il primo posto in classifica. Chiunque avrebbe mollato, ma non questa società e questa squadra. La sconfitta di Marineo fu una mazzata. Poi il successo a Favara, la vittoria nello scontro diretto contro l’Enna con gli oltre quattromila presenze; il resto è cronaca sportiva recente. Il Pari di Misilmeri e i cinquemila per l’apoteosi.
Ora, finalmente, il calcio biancazzurro è riemerso prepotentemente in ambito nazionale. La bandiera akragantina, da troppo tempo ammainata, riaffiora e può essere esposta con orgoglio e dopo la promozione la città deve stringersi attorno a questa società, senza più frustrazioni, senza più complessi, ma con orgoglio.
Il ritorno dell’Akragas in serie D è un gran ritorno e non ha nulla di episodico perché lo scorso anno si sfiorò la categoria; va affrontata con urgenza la questione del campo di calcio e in queste ultime ore la “battaglia dell’Esseneto” è ad un punto di svolta. Il suo epicentro è ora a Palazzo dei Giganti, sede dell’amministrazione comunale. Le questioni sul tavolo, in sintesi, riguardano l’impermeabilizzazione della tribuna coperta, la sistemazione dei servizi igienici, la manutenzione delle parti ammalorate dei vari settori nonché la manutenzione del manto erboso e, per andare incontro alle ambizioni legittime della società, l’illuminazione e i posti a sedere a norma.
Pacato e con “animo pacifico”, Deni non chiede la luna ma semplicemente un campo di calcio “adeguato per una società che punta in alto”. Ha rilanciato puntando il dito sulla incapacità progettuale della proprietà (Comune) dicendo nei giorni scorsi che “se voi non siete in grado di attrarre le forme di finanza derivata, per permettere una serie di interventi strutturali, dateci il campo e penseremo noi ad adeguarlo”. Passata l’euforia si attendono ora le risposte.
Enzo Nocera