Regna un clima di assoluta incertezza nel Calcio dilettantistico campano. Il caos sta prendendo il sopravvento, a causa di provvedimenti e decisioni che talvolta vengono prese affrettatamente. Dopo i continui cambi di panchina dell’FC Giugliano e la conseguente cessione del Titolo Sportivo, è di poche ore fa la notizia delle probabili dimissioni del Direttore Sportivo dell’Afragolese, Marco Mignano.
Purtroppo il calcio è vittima di un tempo che scorre, di un campionato che per forza di cose deve continuare e quando sono in molti a decidere e le circostanze diventano ostili, la poca tranquillità ti trascina sempre verso la strada sbagliata. Quello che sta succedendo nelle ultime settimane in casa Afragolese, Giugliano, Puteolana, Gladiator, Nola, Real Agro Aversa, Portici, FC Matese e se vogliamo inserire come ultima il Sorrento (considerando la situazione pre-Covid con l’ultimo KO casalingo) è surreale. Sembra quasi che queste squadre non sanno giocare più a calcio.
Viene da domandarsi, ma tutte queste Società cosa vogliono fare da grande? È tutto un rebus! Tanto celare grazie all’alibi Coronavirus. L’emarginazione che vivono i tifosi, dettata dalla pandemia non consente di capire appieno cosa giri intorno alle Società e i reali motivi di tutto questo fallimento del calcio campano.
Qualcuno pensa troppo al dio denaro buttandosi la dignità sotto ai piedi, altri non apprezzano invece gli enormi sforzi profusi dai Presidenti, dove la posta in palio è veramente altissima e le uscite in alcune Società pesano più delle entrate. In diverse situazioni si sono registrate troppe dimissioni irriguardose pensando di tirarsi fuori da una barca che sta affondando, mentre in altre si è in linea con le Società stesse per non gravare ulteriormente sulle casse.
Ma si può andare avanti in questo modo? Troppi interrogativi che incidono notevolmente sulle scelte di mercato, su chi affidare le responsabilità tecniche e di conseguenza il futuro della Società stessa. Una risposta va trovata senza dubbio su quello che realmente si evince, un livello qualitativo alquanto basso dipeso da una scarsa liquidità economica. “Sine pecunia ne cantantur missae” recita una famosa citazione latina, ci troviamo difronte a quello che si presagiva qualche tempo fa. L’adozione di una politica economica gestionale ridimensionata che ha avuto un’unica conseguenza: aver creato dei team tecnici e delle rose in linea con il proprio budget rivelatosi alquanto mediocre.
In queste condizioni ora è difficile trovare le soluzioni giuste ma bisogna salvare il salvabile adottando misure funzionali a seconda delle proprie potenzialità per mantenere la categoria, accantonando così l’idea che per fare calcio servano solo 11 uomini che scendono in campo, forse questo è l’ultimo dei pensieri.