A distanza di circa una settimana dall’inattesa separazione con il Siena, Alberto Gilardino è voluto tornare sul rapporto tutt’altro che idilliaco con la Società bianconera, raccontandosi in una lunga intervista rilasciata a beneficio dei colleghi di gianlucadimarzio.com, svelando clamorosi retroscena che riguardano l’organizzazione generale del club, e raccontando l’evoluzione del rapporto con i dirigenti del team senese e con la squadra da lui guidata, fino a prova contraria, con ottimi risultati.
“Con la Società ci sono stati visioni e obiettivi differenti. Ci sono l’amarezza e la tristezza per essere andato via dopo aver creato qualcosa di forte con la squadra. Ho visto i miei ragazzi con le lacrime agli occhi e questo mi ha profondamente segnato. Purtroppo, nel tempo, sono successe cose davvero inconcepibili. Nell’ultimo mese ho trovato un muro e ho visto venire meno la fiducia nel momento in cui ho chiesto una maggiore professionalità e alcuni rinforzi per vincere il campionato. Non mi sono mai sottratto al confronto, a differenza di quel che ha dichiarato il Vicepresidente Bellandi, il quale ha sostenuto che non fossi disponibile a confrontarmi con la Società dopo la sconfitta di dicembre col Grassina: una bugia totale detta per nascondere ben altre cose. E non so cosa… Credo comunque che il mio destino fosse deciso da tempo. Ora non ho niente da aggiungere a quelle parole. All’incontro di lunedì con il Presidente, con il traduttore e con il Vicepresidente Bellandi, ero da solo. Il DS Grammatica non c’era e nell’ultimo mese ho sentito che il rapporto era cambiato anche con lui. Credo che in molti abbiano usato il mio nome per ricostruire con una certa credibilità dal nulla e poi mi hanno messo da parte. Ho sentito sulla mia pelle raffreddarsi il rapporto giorno dopo giorno, con Grammatica, così come con Bellandi. Non con la squadra, che è sempre stata meravigliosa, e neanche con Nino Scimone, un Team Manager e un uomo eccezionale, che ci è sempre stato accanto. Sono andato incontro spesso alla Società, capendo che eravamo in Serie D, ma pretendevo anche nel dilettantismo un minimo di professionalità. Ho chiuso più di un occhio sulla mancanza di ritiri prepartita, sulle modalità di alcune trasferte o sull’assenza di cene collettive prima delle gare. Abbiamo tenuto duro, nonostante il vitto fosse stato prima promesso, poi tolto e poi reintrodotto ma solo in parte. In Serie D, con una squadra composta da 18 Under, non sono problemi banali. Ho cercato di indicare la retta via, ma ho trovato un muro totale. Credo che fossero necessari alcuni aggiustamenti per vincere il campionato e anche all’ultima giornata, non certo con 15-20 punti di vantaggio come ho sentito dire da alcuni esponenti del club. Purtroppo anche diversi giocatori esperti hanno avuto alcuni problemi, un po’ per il Covid, un po’ perché venivano da anni difficili. Però, hanno dato tutti il cuore e farò sempre il tifo per loro e per la gente di Siena, che merita ben altri palcoscenici…”.