E’ stato uno dei pochi a salvarsi in casa Avezzano dopo lo scorso campionato. Andrea Liguori ha dimostrato di essere un allenatore giovane ma con carattere e voglia di arrivare. Lo abbiamo sentito in esclusiva, commentando anche l’attuale periodo che sta vivendo il calcio dilettantistico.
– Mister, lo scorso anno è stato tra i pochi a salvarsi in casa Avezzano, nonostante una Mission Impossible…
“In primis voglio ringraziare l’Avezzano calcio per avermi dato la possibilità di poter rientrare in Italia dopo tanti anni passati all’estero. É stata un’annata particolare sia per vicende societarie che per il corona virus che ha interrotto il campionato lasciando tutti noi addetti ai lavori il duro compito di accettare un verdetto non dettato dal campo, ma in quel omento la priorità come oggi era quella di salvaguardare la salute di tutti, cosa che ci ha fatto accettare decisioni a tavolino in maniera più serena. Ma per natura sono sempre stato una persona positiva e ho tratto il meglio da questa esperienza come i rapporti personali con giocatori e dirigenti che ancora oggi curo”.
– Che idea si è fatto di questo campionato anomalo?
“Fa parte del momento storico e la forza di un allenatore deve essere proprio quella di saper gestire ogni evenienza e anche se è un evento straordinario bisogna farsi trovare pronti”.
– D’accordo con le scelte prese dalla LND?
“Cosi come ho apprezzato la scelta della LND di non fermare il campionato ma di usare questo mese di mini lockdown per permettere di recuperare tutte le partite non disputate causa Covid in modo che si riparta con tutte le squadre con lo stesso numero d’incontri disputati”.
– Parliamo di lei. Quest’estate il telefono ha squillato parecchio, ma nessuna chiamata interessante…
“Sono stato molto vicino a sedermi su due panchine di squadre di serie D ma poi per motivi che esulano dalla mia volontà alla fine non si è concretizzato nulla, mi sarebbe piaciuto molto poter partire dall’inizio per poter anche incidere sulla costruzione della squadra”.
– Che tipo di progetto aspetta?
“Mi piacerebbe molto poter subentrare in un progetto chiaro e preciso con una società che ha ben in mente l’obiettivo che vuol raggiungere e che allo stesso tempo mi lasci lavorare per poter centrarlo”.
– Ha qualche sassolino da togliersi?
“Onestamente non vivo di rivincite e non alimento rancori, mi piace molto di più soffermarmi e capire dove posso migliorare e utilizzo tutte le mie energie in quella direzione”.
– C’è una squadra o una città in cui vorrebbe allenare?
“Di squadre e città dove mi piacerebbe allenare c’è ne sono più di una, ma preferisco non svelarlo perché sono molte geloso dei miei sogni. Al momento mi sto solo preoccupando di farmi trovare pronto e dedico la maggior parte della mia giornata nel vedere partite di ogni singolo girone e nel cercare di perfezionare il mio metodo di lavoro ma non le nascondo che non vedo l’ora di tornare in campo perché è una cosa che mi manca tantissimo”.