“Non ho nessuna intenzione di cedere la società”. Il Presidente Giovanni Munafò sgombra il campo da ogni dubbio dopo la sconfitta di Castellanza e la voce lanciata da una testata giornalistica. Con i due vice Alberto Tomasich e Marco Foglia e l’intero direttivo, smentisce ufficialmente, senza se e senza ma, ogni illazione su un suo eventuale addio al Legnano.
“Il progetto va avanti. Prima di tutto invito ad avere il senso delle cose e della realtà, a ricordare quanto fatto in questi tre anni: ho risanato la società, l’ho portata in D meritatamente e l’anno scorso fino al 30’ della partita con la Pro Sesto eravamo in serie C. Se non fosse arrivato il Covid chissà, forse in C ci saremmo davvero. Quest’anno siamo partiti con una squadra totalmente rinnovata, per molti motivi ma certo non economici. Siamo stati imbattuti nelle prime tra partite dove con un pizzico di attenzione in più avremmo portato a casa due vittorie. Domenica scorsa c’è stata una prestazione molto negativa, sono il primo a dirlo, ma una squadra si comincia a giudicarla dopo una dozzina di partite, non dopo quattro, alla prima sconfitta e a 15 giorni di stop forzato che ha coinvolto solo noi“.
Il progetto si rilancia dallo spirito della famiglia Munafò, legata a doppio filo alla storia lilla: “Mio padre prima, poi io e mio fratello, da decenni abbiamo segnato capitoli importantissimi del Legnano. Per me il lilla è una seconda pelle e una seconda casa: con il Covid che ha messo in ginocchio l’Italia, con la mia famiglia, i consiglieri e gli sponsor abbiamo fatto uno sforzo pazzesco per allestire una squadra competitiva e non accetto che una testata giornalistica si inventi che io voglia lasciare. Mercoledì e domenica abbiamo due partite difficili: lasciateci lavorare. Credo di meritare almeno qualche ringraziamento per quello che ho fatto finora. Se un domani perderò gli stimoli e l’entusiasmo che oggi ho, e ci saranno persone affidabili che non spariscono da un giorno all’altro, per il bene del Legnano valuteremo se sarà il caso di fare un passaggio di proprietà. Adesso non se ne parla nemmeno lontanamente”.