Alla ricerca dell’identità perduta. La Sicilia del calcio prova a ripartire, dopo anni di incertezze e disastri di ogni tipo, che hanno ferito e umiliato una Terra che vive di calcio. Il declino di Palermo, Catania e Trapani, e la mancata iscrizione della Sicula Leonzio in C porta ad una considerazione: che per fare calcio serve soprattutto gente seria, competente e passionale. Che da quelle parti conoscono, visto il glorioso passato. Ora si riparta, dalla scrivania e anche dal campo. Perché i dirigenti possono azzeccare o fallire una scelta, ma i protagonisti sono giocatori e allenatore. Ed è su questo punto che ci soffermiamo. Roberto Boscaglia al Palermo, Giuseppe Raffaele al Catania. Ancora indecifrabile la situazione del Trapani, con i granata che coltivano ancora la speranza, sempre più flebile, del ricorso contro la retrocessione dalla serie B.
La Sicilia ai siciliani. Roberto Boscaglia non ha bisogno di presentazioni. L’esatto opposto dell’Andrea Pirlo allenatore. A Roberto nulla è piovuto dal cielo. I successi di questi anni sono frutto di sudore, studio e voglia di migliorarsi. Sempre. Dai tempi dell’Akragas, tra campi in polvere e città sperdute, fino al miracolo Trapani, condotto, dal tecnico di Gela, dall’Eccellenza fino alla B, con in mezzo tante soddisfazioni e un miracolo sfiorato a San Siro contro l’Inter in Coppa Italia. Gli furono fatali un paio di sconfitte consecutive, dopo anni a dominare ed incantare. Ma questo è il calcio. Novara, Brescia (andate a vedere chi ha fatto esordire un diciassettenne Tonali in Serie B) fino all’Entella, l’ultimo capolavoro della sua carriera. Ora la chiamata del Palermo. Firma e presentazione nella giornata di mercoledì. Sagramola e Castagnini, che Boscaglia lo hanno avuto proprio a Brescia, non hanno mai avuto dubbi. Accordo trovato e a Boscaglia è affidato il compito di riportare in B il Palermo.
Dopo il rischio della mancata iscrizione, il Catania riparte da Peppe Raffaele. Tecnico giovane e ambizioso, capace di incantare la D con l’Igea Virtus (vinse i play-off) e sfiorando l’impresa alla guida del Potenza in Serie C nella passata stagione. Il Catania si affida a lui per un nuovo ciclo che dovrà garantire credibilità e ambizione al club rossazzurro.
Tre squadre siciliane in Serie C e un girone di Serie D (I) che vede nelle siciliane le grandi favorite per la vittoria finale del torneo. Le due squadre di Messina (Fc e Acr) stanno costruendo delle vere e proprie forze armate. In particolar modo l’Acr della famiglia Sciotto, dopo anni altalenanti, sembra voler fare sul serio. I tempi della serie A sono lontani ma quest’anno ci sono i presupposti per fare bene. Così come in casa Acireale, con il ds Chiavaro scatenato. Bucolo, Rossetti, solo per citare due nuovi acquisti, testimoniano che i granata puntano dritto al salto di categoria. Mancano all’appello società blasonate che si sono perse per strada: Gela, Siracusa, Akragas e Milazzo, ad esempio. Ognuno con strade e percorsi differenti. Le aspettiamo. E non solo noi.