Il rodaggio è finito. Su Lorenzo Lombardini si accendono i riflettori. Il Badesse Calcio Lornano ha deciso di affidargli la porta. Una grande responsabilità ma anche una piena dimostrazione di fiducia nelle doti del giovanissimo portiere. Più che mai pronto alla prima vera stagione tra i “grandi”.
Lorenzo, la società ha scommesso forte su di te. Cosa significa?
«Sono carico e fiducioso. Già dallo scorso anno sono stato convinto dal progetto e ora mi ritrovo al centro. Avverto la responsabilità di tutta questa attenzione, ma sono convinto che è bene non caricarsi di eccessiva pressione. Il mio interesse adesso è ricambiare la fiducia della dirigenza».
Sostituire Manis che peso ha?
«Quando ci siamo incontrati la prima volta, ho avuto un po’ di timore. Poi, piano piano l’ho scoperto dentro e fuori dal campo. Persona eccezionale e professionista esemplare. Anche se non ho giocato un minuto, per me è stato l’anno più importante della carriera. Mi piacerebbe non farlo rimpiangere».
Quali insegnamenti ti sono rimasti?
«Che sia un allenamento o una partita, si affronta tutto al 100%. La qualità di Marco era elevata, ma quello che mi ha fatto più impressione è la mentalità: sempre vincente. Poi, i tanti consigli che mi ha dato. Se una cosa non la facevi nel modo giusto, te lo faceva notare. Però, sempre per migliorarti».
E’ arrivato Conti. Come vivi il dualismo nel tuo ruolo?
«Il nostro è un mestiere particolare, perché ci sono gerarchie abbastanza rigide. O giochi o stai in panchina. L’entrata in corso è assai rara. Però, non ho mai avuto problemi con i miei compagni. La competizione ci deve essere, perché così ci si stimola a vicenda. Ma senza trasformarsi in rivalità».
Un’altra figura importante per te è Francesco Stazzoni. Come ti ha aiutato?
«Mi è stato vicino dall’inizio. A volte ha un modo di fare sbrigativo, ma ho sempre preso le sue parole come insegnamenti. Anche se ho passato l’anno in panchina, la fiducia reciproca non è mai venuta meno e oggi ho la possibilità di giocarmi le mie chance. Quindi, lo posso solo ringraziare».
In questo anno come sei cambiato?
«Sono cresciuto professionalmente. Tutto ciò che ho acquisito è la base dove costruire la stagione che inizierà a breve. So che ci sono molti altri aspetti che devo migliorare, ma ho capito che i progressi arrivano solo con i fatti. Quindi, prima di raccogliere i risultati, è obbligatorio passare dal lavoro».
Insieme a te altri giovani sono stati confermati. Cosa significa essere al centro del progetto?
«Dal mio punto di vista è importante ritrovare diversi amici prima che compagni di squadra. Il gruppo era la nostra in forza in generale e poi tra noi più giovani si è costituito un rapporto che andava anche al di là del campo. Sapere che in rosa c’è una base collaudata, dà una marcia in più alla ripartenza».
Ti senti una quota?
«Per certi versi sì, per altri no. Il fatto che il regolamento preveda degli under per me è uno stimolo. Ci viene data una possibilità, poi sta a noi dimostrare di meritarci il posto. Il mister ha ripetuto spesso di non guardare alla carta d’identità. Perciò, mi piace considerarmi al pari di tutti gli altri, anche se con queste norme i giovani hanno dei vantaggi».
Quali sono i tuo obiettivi?
«Dare alla squadra sicurezza e guadagnarmi il rispetto dei miei compagni. E’ arrivato il mio turno e non vedo l’ora di iniziare. Sperando che il campo ci dia grandi soddisfazioni».